In Italia, l’interruzione volontaria di gravidanza è un diritto garantito dalla legge 194 del 1978, che stabilisce le modalità e i termini entro cui una donna può decidere di interrompere la gravidanza.
Questa legge rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la tutela della salute e dei diritti delle donne, offrendo al contempo supporto e risorse per affrontare una scelta così delicata.

La decisione di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza può essere motivata da diverse ragioni, tra cui problemi di salute, economici, sociali o familiari.
La legge prevede un percorso assistito che inizia con l’esame delle possibili soluzioni ai problemi proposti dalla donna e prosegue con l’aiuto alla rimozione delle cause che potrebbero portare all’interruzione della gravidanza. Inoltre, viene richiesta una certificazione medica e invitata la donna a soprassedere per sette giorni prima della procedura, in assenza di urgenze mediche.
Tecniche di interruzione volontaria di gravidanza
Il sistema sanitario italiano mette a disposizione due tecniche principali per l’interruzione volontaria di gravidanza: il metodo farmacologico e quello chirurgico.

Il metodo farmacologico si basa sull’assunzione sequenziale di due principi attivi: il mifepristone (RU486) seguito da una prostaglandina. Questa procedura è consentita fino alla nona settimana compiuta di gestazione ed è disponibile presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate o day hospital autorizzati dalle Regioni.
Il metodo chirurgico, invece, continua ad essere ampiamente utilizzato nonostante l’aumento delle richieste per il metodo farmacologico negli ultimi anni. L’intervento chirurgico può essere effettuato sia in anestesia generale che locale nelle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale o nelle strutture private convenzionate autorizzate dalle Regioni.
La scelta tra i due metodi dipende da diversi fattori quali lo stadio della gravidanza al momento della decisione d’interruzione e le condizioni fisiche ed emotive della donna coinvolta nel processo decisionale.
L’obiettivo primario della Legge 194/78 è quello di tutelare la maternità come valore sociale e prevenire gli aborti clandestini che mettono a rischio la vita delle donne. Per questo motivo sono stati istituiti i consultori familiari dove le donne possono ricevere informazioni dettagliate sulle opzioni disponibili in caso di gravidanza indesiderata oltre ad avere accesso a servizi gratuiti volti alla prevenzione dell’aborto attraverso il sostegno psicologico ed economico quando necessario.
In aggiunta alle procedure mediche previste dalla legge italiana sull’interruzione volontaria della gravidanza vi sono numerose associazioni che offrono supporto alle donne durante questo difficile momento fornendo consulenze legali gratuite oltre ad accompagnamento psicologico prima e dopo l’intervento.
È importante sottolineare come ogni donna abbia diritto a scegliere liberamente riguardante il proprio corpo ed il proprio futuro senza subire pressioni esterne; pertanto tutte le informazioni relative ai servizi disponibili devono essere facilmente accessibili affinché ogni scelta sia consapevole ed informata.
L’Italia ha fatto passi importanti nella tutela dei diritti riproduttivi femminili ma resta ancora molto da fare soprattutto nell’ambito dell’educazione sessuale nelle scuole per prevenire situazioni indesiderate fin dall’inizio attraverso una corretta informazione sui metodi contraccettivi efficaci evitando così ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza come ultima ratio.