Bambino che non mangia? La guida SOS per genitori

L’inappetenza nei bambini è un fenomeno che, almeno una volta nella vita, ogni genitore si trova ad affrontare.

Spesso legata a fasi specifiche della crescita come la dentizione o a momenti di cambiamento nella vita del piccolo, questa condizione può generare ansia e preoccupazione in chi ha il compito di garantire il benessere dei propri figli. Ma quando dovrebbe davvero preoccuparci l’inappetenza e come possiamo gestirla al meglio?

Le cause dell’inappetenza possono essere molteplici: dall’infiammazione del cavo orale, passando per disturbi gastrointestinali come diarrea e virus intestinali, fino ad arrivare a situazioni psicologiche legate a cambiamenti significativi nella vita del bambino (come la nascita di un fratellino o l’inserimento all’asilo). Anche le allergie alimentari possono giocare un ruolo importante nell’appetito dei più piccoli.

Mantenere la calma e creare un ambiente sereno

Di fronte a un bambino che rifiuta il cibo, la prima regola d’oro per i genitori è mantenere la calma. L’insistenza nel voler far mangiare il piccolo può infatti sortire l’effetto contrario, aumentando la sua resistenza. È fondamentale creare un ambiente sereno durante i pasti e condividere questo momento insieme, facendo del tempo trascorso a tavola un’occasione di apprendimento e convivialità.

Un errore comune è quello di proporre al bambino cibi sempre uguali o “sicuri”, limitandosi alle poche pietanze che sembrano gradite. Questo approccio rischia non solo di impoverire dal punto di vista nutrizionale l’alimentazione del piccolo ma anche di rinforzare ulteriormente l’inappetenza verso nuovi sapori e consistenze. Al contrario, è importante esporre il bambino a una varietà di alimenti, senza forzarlo ma incoraggiandolo con positività.

La presentazione del cibo gioca anch’essa un ruolo cruciale: piatti colorati e porzioni adeguate alla capacità gastrica del bambino (ricordiamo che lo stomaco dei più piccoli ha dimensioni molto ridotte) possono rendere il momento dei pasti meno intimidatorio e più invitante.

Inoltre, coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti può essere una strategia vincente per stimolare la loro curiosità verso il cibo. Sebbene non sia garantito che assaggeranno ciò che hanno aiutato a cucinare, questo processo contribuisce comunque ad avvicinarli agli alimenti in maniera ludica e senza pressioni.

È altresì importante evitare commenti negativi o etichette come “inappetente” davanti al bambino: queste etichettature possono influenzarlo negativamente facendogli percepire se stesso in modo distorto rispetto al suo rapporto con il cibo.

Infine, se l’inappetenza persiste nel tempo senza apparente motivo o se si sospetta possa nascondersi una problematica più seria (sia fisica sia psicologica), rivolgersi al pediatra diventa imprescindibile per valutare interventi mirati ed eventualmente indirizzare la famiglia verso specialisti quali psicologi o nutrizionisti pediatrico.

Affrontare l’inappetenza nei bambini richiede pazienza, comprensione ed empatia da parte dei genitori. Ricordarsi che ogni fase della crescita porta con sé sfide specifiche può aiutare ad affrontarle con maggiore serenità ed efficacia.

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