L’inserimento alla scuola dell’infanzia è un momento delicato per il tuo bambino: ecco tutti i consigli utili per rendere questa esperienza positiva e senza stress.
Dalla preparazione mentale a trucchi pratici per genitori, scopri come accompagnare al meglio il tuo piccolo in questa nuova avventura.

Un vademecum per accompagnare con serenità i primi giorni di scuola: fiducia, ascolto e collaborazione tra famiglia e insegnanti sono le chiavi per un passaggio davvero positivo.
15 consigli utili per l’inserimento all’asilo
Dalla preparazione mentale a trucchi pratici per genitori, scopri come accompagnare al meglio il tuo piccolo in questa nuova avventura.

- Avere fiducia nelle sue capacità
Il primo vero distacco dalla famiglia può spaventare i genitori, soprattutto se il bambino non ha frequentato il nido. Pedagogisti come Mariaelena La Banca ricordano che i piccoli sorprendono per autonomia e capacità di adattamento: sanno farsi capire, apprendono in fretta le routine e sviluppano nuove competenze se sostenuti da un clima fiducioso.
- Ascoltare i suoi racconti
All’uscita, dedicate tempo a ciò che il bambino desidera condividere. L’entusiasmo con cui accogliete le sue storie valorizza le esperienze vissute a scuola e rafforza il legame tra casa e sezione. Anche poche domande aperte aiutano a strutturare i ricordi e consolidano autostima e motivazione.
- Incoraggiare con un sorriso
Un gesto semplice può fare la differenza. Un saluto sereno, uno sguardo sicuro e un sorriso comunicano “andrà tutto bene”, più di molti discorsi. I bambini leggono il linguaggio non verbale: se vi mostrate rassicuranti, si sentono al sicuro nell’esplorazione.
- Evitare i paragoni
Ogni bambino ha tempi e modalità proprie. La psicologa Erica Volpi invita a non confrontare chi si butta subito nel gioco con chi preferisce osservare. Entrambe sono strategie sane per prendere confidenza con ambiente, adulti e compagni. Il paragone genera pressione e toglie valore alla singolarità.
- Farsi raccontare la giornata con domande giuste
Chiedete “Cosa ti è piaciuto di più?”, “Con chi hai giocato?”, “C’è stato qualcosa che ti ha fatto arrabbiare?”. Domande specifiche ma non incalzanti invitano alla narrazione e offrono spunti per comprendere relazioni, preferenze e eventuali piccoli disagi.
- Non fissarsi sul cibo
La scuola non è una mensa, è un luogo di relazioni, gioco e apprendimento. Insistere su “quanto hai mangiato?” mette l’attenzione sul punto sbagliato e rischia di svalutare il senso dell’esperienza. Meglio chiedere del laboratorio, della canzone imparata, del disegno.
- Dare un nome alle emozioni
“Come ti sei sentito quando avete fatto pittura?”, “Ti ha fatto piacere il saluto della maestra?”. Aiutare il bambino a riconoscere e nominare le emozioni gli dà strumenti per esprimerle e regolarle. Se un’attività non piace, è legittimo: si valida il sentimento e si cercano risorse alternative.
- Accogliere il pianto come reazione normale
Il pianto segnala attaccamento e passaggio. Non è un campanello d’allarme in sé, ma un modo di dire “sto affrontando una novità”. Accoglierlo, contenerlo e dargli un senso aiuta il bambino a costruire resilienza, senza negare la fatica del cambiamento.

- Rassicurare con onestà e contatto oculare
Niente promesse impossibili (“torno tra dieci minuti” se non è vero). Guardatelo negli occhi, indicate un tempo realistico e mantenetelo. La coerenza temporale orienta il bambino e costruisce fiducia: ciò che dite accade, e questo rende prevedibile la routine.
- Se il pianto continua: saluti, coccole, poi via
Prolungare all’infinito i saluti amplifica l’ansia. Dopo carezze e parole chiare, lasciate la sezione con decisione. I tempi di adattamento non sono uguali per tutti: alcuni hanno bisogno di più giorni. La costanza, più che la presenza prolungata, favorisce l’inserimento.
- Rispettare i tempi dell’inserimento graduale
Molte scuole prevedono un percorso a step: il primo giorno con un adulto per un’ora, il secondo con un breve distacco annunciato e mantenuto, il terzo con tempi più lunghi. Essere decisi nell’allontanarsi, senza sparire di nascosto, trasmette sicurezza e previene fraintendimenti.
- Evitare di lasciarlo subito per molte ore
Quando possibile, pianificate un avvio lento tra permessi e organizzazione familiare. Anche per i “veterani” del nido la scuola dell’infanzia è una tappa nuova: ridurre la durata iniziale favorisce un adattamento sereno a spazi, maestre e compagni.
- Informarsi sull’organizzazione della classe
In sezione operano più insegnanti, tra titolari, anticipo e posticipo, con possibili supplenze. Chiedete un colloquio individuale per chiarire ruoli, orari, canali di comunicazione e momenti di scambio. Sapere a chi rivolgersi evita confusione e migliora la continuità educativa.
- Rispettare le regole della scuola
Puntualità, sicurezza e materiali adeguati non sono formalità: sono condizioni per il benessere di tutti. Evitate oggetti piccoli o non a norma, aderite alle indicazioni condivise, partecipate a riunioni e momenti collettivi con spirito collaborativo e discreto. Una famiglia presente ma rispettosa è una risorsa per l’équipe.
- Lasciarlo sperimentare, anche attraverso gli errori
La “mamma chioccia” rassicura nell’immediato ma limita l’autonomia. Consentite al bambino di provare, sbagliare, riparare: è così che si apprendono regole, negoziazione e gestione dei conflitti. L’ingresso alla scuola dell’infanzia porta inevitabilmente qualche inciampo; con uno sguardo aperto e una rete scuola-famiglia coesa, quei piccoli inciampi diventano passi di crescita.