Papa Francesco per Alfie Evans: l’incontro con papà Tom a Roma

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Tom Evans, il papà di Alfie, incontra Papa Francesco (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

Alfie Evans, papà Tom incontra Papa Francesco a sorpresa in Vaticano. Nuove speranze per il bambino inglese malato.

È stata una giornata emozionante quella di mercoledì 18 aprile per Tom Evans, papà di Alfie, il bambino inglese malato grave a cui i medici vogliono staccare il respiratore che lo tiene in vita. Oggi Tom è stato ricevuto da Papa Francesco in un incontro a sorpresa in Vaticano.

Il Papa era intervenuto più volte sul caso del bambino inglese, manifestando la sua vicinanza al dolore dei genitori e compassione per il bambino. La prima volta il 4 aprile, con un tweet di solidarietà, poi domenica 15 aprile dopo il Regina Coeli in piazza San Pietro. Le parole del Papa sono state sempre misurate, ma il Vaticano non ha mai fatto mistero di sostenere la causa dei genitori di Alfie per non interrompere le cure e i sostegni vitali al bambino e il suo Ospedale, il Bambino Gesù ha già dato la disponibilità ad accogliere il bimbo inglese.

Il padre di Alfie Evans incontra Papa Francesco

Dopo le parole, i fatti. Nella giornata di mercoledì 18 aprile 2018, giorno di udienza, Papa Francesco ha ricevuto Tom Evans, che era partito la sera prima in aereo dell’Inghilterra, con scalo ad Atene, e arrivo a Roma la mattina presto.

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Tom Evans, il papà di Alfie, incontra Papa Francesco (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

Papà Tom ha raccontato tutto su Facebook: la partenza repentina, la notte di viaggio, l’arrivo in Vaticano alla mattina e l’emozionante incontro con Papa Francesco. Il papà di Alfie ha raccontato una giornata straordinaria, all’insegna della speranza e ha invitato i sui sostenitori a pregare tanto affinché Alfie possa essere trasferito in Italia. Durante la breve tappa a Roma, Tom Evans ha raccontato anche di aver incontrato la direttrice dell’Ospedale Bambino Gesù che gli ha offerto la massima disponibilità e ha detto di essere pronta ad accogliere Alfie subito. Tutto ora è rimesso alla decisione della Corte Suprema, dopo che i genitori di Alfie hanno perso di recente l’ennesimo appello.

Al termine dell’incontro privato, Papa Francesco ha detto a Tom Evans: “Sono commosso dal tuo coraggio“.

Dopo l’incontro privato, Tom Evans ha assistito all’udienza del Papa in Piazza San Pietro, al termine della quale il Pontefice ha pronunciato un appello sui casi del piccolo Alfie e di Vincent Lambert. Quest’ultimo un francese in coma da 10 anni a cui la moglie vorrebbe staccare la spina, mentre i genitori si oppongo. Papa Francesco ha detto al termine dell’udienza: “Attiro l’attenzione di nuovo a Vincent Lambert e al piccolo Alfie Evans e vorrei ribadire e fortemente confermare che l’unico padrone della vita, dall’inizio alla fine naturale, è Dio. E nostro dovere è fare del tutto per custodire la vita“. “Pensiamo in silenzio e preghiamo perché sia rispettata la vita di tutte le persone e specialmente di questi due fratelli nostri“.

Poi Tom Evans ha risposto alle domande dei giornalisti in piazza: “Il Papa ci ha chiesto: portatelo qui!“, ha detto. “Noi vogliamo venire qui, vogliamo che Alfie sia trasportato in Italia dove tutti gli vogliono bene“, ha aggiunto Tom Evans, assicurando che suo figlio “non sta per morire, è molto stabile, è pronto per volare in Vaticano dove la gente, i dottori e l’ospedale lo vogliono“.

Alfie Evans con i genitori (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

Sul caso di Alfie Evans è intervenuto nei giorni scorsi anche il Ministro degli Esteri Angelino Alfano che in un incontro, il 16 aprile, con l’omologo britannico Boris Johnson ha chiesto che “sia accolto il desiderio dei genitori di Alfie Evans di trasferire il bambino al Bambin Gesù di Roma, struttura medica di altissimo livello che lo accoglierebbe sulla base di una decisione concordata“. Questo, ha precisato, pur ricordando che “Alfie è un cittadino del Regno Unito e l’Italia rispetta le decisioni prese nella cornice della giurisdizione nazionale britannica” e che “il sistema sanitario nazionale britannico e gli standard medici sono tra i più alti del mondo“.

Alfie Evans: la storia del bambino inglese malato

Alfie oggi ha 23 mesi ed è in stato semi-vegetativo, dal dicembre 2016, quando le sue condizioni di salute già fragili sono precipitate, con complicazioni neurologiche gravi, nonostante i medici non siano stati in grado di formulare una diagnosi precisa. Da allora Alfie giace in un letto di ospedale, all’Alder Hey Children Hospital di Liverpool, nel reparto di terapia intensiva pediatrica dove è attaccato alle macchine che lo aiutano a respirare e provvedono alla sua nutrizione e idratazione. Il bambino è affetto da una grave condizione neurologica degenerativa irreversibile e purtroppo soffre di attacchi epilettici. Alfie, tuttavia non è completamente immobile a letto, ogni tanto fa dei piccoli movimenti, apre gli occhi e sbadiglia. Per questo motivo i genitori sostengono che il figlio non stia morendo e si oppongono con tutte le forze ai medici dell’ospedale Alder Hey che sostengono questi piccoli movimenti siano solo riflessi e vogliono sottoporre il bambino a cure palliative per poi staccare il respiratore. Il bambino non può migliorare e tenerlo in vita è una forma di accanimento terapeutico che va contro i suoi interessi, afferma l’ospedale.

Per sospendere le cure ad Alfie, contro la volontà dei genitori, l’Alder Hey ha fatto ricorso all’Alta Corte, che ha accolto le conclusioni dei medici, così come la Corte di Appello, la Corte Suprema e infine anche la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, a cui in genitori di Alfie avevano presentato inutilmente ricorso.

Una vicenda dolorosissima quella di Alfie e della sua famiglia, che oltre a dover sopportare il dolore per il figlio in gravi condizioni, ha dovuto affrontare un lungo e difficile cammino processuale in aperta opposizione contro i medici e l’ospedale. Il clima conflittuale che si è creato ha provato i giovani genitori del bambino, Tom 21 anni e Kate 20 anni, nonostante l’affetto e il sostengo di famiglia e amici e delle persone da tutto il mondo che si sono radunate attorno al gruppo Facebook Alfies Army.

Dopo aver perso in tutti i gradi di giudizio, i genitori di Alfie non hanno accettato il verdetto e hanno continuato a lottare fino al tentativo estremo di portare via dall’ospedale il piccolo Alfie la sera del 12 aprile, il giorno prima del programmato distacco del respiratore, stabilito con una nuova udienza dell’Alta Corte a cui l’ospedale aveva fatto nuovamente ricorso per stabilire la data del distacco delle macchine.

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Alfie Evans (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

In extremis i genitori di Alfie sono riusciti ad ottenere un nuovo appello per il bambino, questa volta non sulle sue condizioni di salute ma sul suo diritto di lasciare l’ospedale in nome della libertà individuale sancita dal principio sull’inviolabilità della persona. Alfie non è imprigionato e i genitori in quanto titolari della potestà su di lui possono portarlo in un altro ospedale di loro fiducia e qui farlo curare, assumendosene la responsabilità e sollevando dagli obblighi di cura l’Alder Hey. L’obiettivo dei genitori è portare Alfie al Bambino Gesù di Roma.

I responsabili dell’ospedale Alder Hey si oppongono a questo desiderio della famiglia di Alfie, temendo che il viaggio sia troppo pericoloso per il bambino. L’Alta Corte di Londra, che ha deciso il caso, ha dato ragione all’ospedale. I genitori però non si sono arresi e dopo un comunicato straziante di Tom Evans con la voce rotta dal pianto, è stato annunciato il nuovo ricorso alla Corte Suprema, depositato il 17 aprile 2018. Ora sarà quest’ultima a prendere la decisione definitiva.

Tutti sono con il fiato sospeso, mentre i genitori sperano con tutto il cuore di poter portare Alfie all’ospedale Bambino Gesù.

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