Bambina di 10 anni muore di influenza | Complicazioni fatali

Bambina di 10 anni muore di influenza. Fatali alcune rare complicazioni gravi.

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Una notizia che non avremmo mai voluto darvi. Una bambina di 10 anni è morta dopo essersi ammalata di influenza per alcune complicazioni rare ma gravi. La bambina era originaria della provincia di Treviso ed è morta all’ospedale Ca’ Foncello del capoluogo. Aveva contratto un virus influenzale di tipo B. Cosa è successo.

Bambina di 10 anni muore di influenza

Morire a soli 10 anni per le complicazioni dell’influenza, una malattia dalla quale si guarisce normalmente in una settimana, almeno i soggetti sani. Quando si parla di rischi legati all’influenza, infatti, ci si riferisce normalmente agli anziani o ai soggetti a rischio, come le persone affette da particolari patologie, soprattutto croniche. Invece, l’influenza può avere effetti molto gravi, e perfino letali, anche in soggetti sani.

È quello che sarebbe accaduto alla piccola Emma Vitulli, una bambina di 10 anni residente a Silea, in provincia di Treviso, morta il 28 gennaio a causa delle complicanze dell’influenza. La piccola aveva contratto un virus influenzale di tipo B ed era ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Le analisi dovranno accertare le cause della morte, ma già adesso i medici ritengono che la causa della morte sia stata un’encefalopatia necrotizzante acuta. Si tratta di una complicazione molto rara provocata da un’infezione.

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La bimba stava male già da alcuni giorni. Sabato scorso, 25 gennaio, aveva la febbre molto alta e il giorno seguente le sue condizioni sono peggiorate. Così i genitori hanno deciso di portarla al pronto soccorso. I medici appena l’hanno visitata si sono subito resi conto che le condizioni della bambina erano molto gravi. La piccola Emma è stata sottoposta a Tac e risonanza magnetica. Gli esami purtroppo hanno confermato la gravità del quadro clinico, con compromissione cerebrale. Nelle ore successive, durante la notte tra domenica 26 e lunedì 27 gennaio, la bambina è andata in coma.

Medici e operatori sanitari dei principali reparti dell’ospedale trevigiano hanno fatto di tutto per salvarla. Sono stati coinvolti gli specialisti di pediatria, rianimazione, neuroradiologia, microbiologia, infettivologia e del pronto soccorso. Purtroppo, però, non c’è stato nulla da fare. Emma è morta nel pomeriggio di martedì 28 gennaio.

I sanitari della Usl 2 di Treviso hanno detto al Corriere del Veneto che “l’encefalopatia acuta necrotizzante è una patologia estremamente rara, sono descritti non più di un centinaio di casi pediatrici, nella letteratura scientifica, a livello mondiale. È una patologia conseguente a infezioni virali, su base metabolica-immunomediata, tra le quali anche l’influenza di tipo B, assieme ad altri virus”. La gravità sta nella “progressione della malattia in pochissime ore” con un “andamento devastante sul sistema nervoso centrale con compromissione dei centri vitali”. Questo “rende purtroppo inefficace, in questi casi, qualsiasi tipo di terapia. La letalità della malattia è elevata e in caso di sopravvivenza gli esiti sono, spesso, gravi”.

La piccola Emma frequentava la quinta elementare a Lanzago (Treviso). Lascia i genitori e due fratelli più grandi.

Che dire unimamme? Questa storia ci lascia senza parole.

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Encefalopatia necrotizzante acuta

Il portale sulle malattie rare Orphanet descrive così l’encefalopatia necrotizzante acuta:

L’encefalopatia necrotizzante acuta familiare o ADANE è un malattia neurologica potenzialmente fatale, caratterizzata da lesioni neuropatologiche che interessano in particolare il tronco cerebrale, il talamo e il putamen. È stata descritta in 11 soggetti appartenenti ad una stessa famiglia. L’esordio avviene nella prima infanzia, pochi giorni dopo una malattia febbrile. La sintomatologia comprende il vomito, le crisi epilettiche, la spasticità, la regressione del linguaggio, la rigidità e la postura anomala della testa. In alcuni pazienti persistono, dopo la fase acuta, gli esiti del deficit neurologico (debolezza muscolare, difficoltà di linguaggio, deficit cognitivo e disturbi comportamentali). La malattia è cronica in un caso ogni due. La trasmissione è probabilmente autosomica dominante a penetranza incompleta”.

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