Bambino nero discriminato dal maestro in classe: sei brutto!

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Bambini in classe (iStock)

Bambino nero discriminato dal maestro elementare davanti ai compagni di classe. Un episodio accaduto a Foligno, in Umbria.

Uno sconcertante episodio di razzismo è avvenuto in una scuola elementare di Foligno, in provincia di Perugia. Testimoni del fatto sono stati i bambini di una classe della scuola, mentre l’autore è stato il loro maestro.

Bambino nero discriminato e umiliato dal maestro davanti ai compagni

Se non fosse stato per i bambini di una scuola elementare di Foligno, che hanno raccontato subito ai genitori quello che era successo nella loro classe, a quest’ora non sapremmo nulla dell’episodio di razzismo a cui hanno assistito e di cui si è reso protagonista il loro maestro.

Ma che brutto che è questo bambino nero! Girati verso la finestra, così non ti devo guardare“, queste sono le sconcertanti parole pronunciate da un maestro elementare nei confronti di un bambino nero, davanti a tutti gli altri compagni della sua classe.

Il fatto è avvenuto circa due settimane fa a Foligno, cittadina umbra della provincia di Perugia, in una scuola elementare del quartiere Monte Corvino. Il maestro che si è reso protagonista dell’episodio si è rivolto ad un bambino nero e lo ha fatto voltare di spalle, chiedendogli di guardare un segno disegnato sul vetro della finestra. Quindi il maestro ha detto di fronte a tutta la classe: “Ma che brutto che è questo bambino nero! Bambini, non trovate anche voi che sia proprio brutto? Girati, così non ti devo guardare“. Così almeno hanno riferito i bambini della classe ai loro genitori. I genitori non sono rimasti indifferenti, ma si sono rivolti subito alla dirigente scolastica Ortenzia Marconi, per denunciare l’episodio. Il fatto è finito anche sul tavolo dell’ufficio scolastico regionale, che ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante, che nel frattempo è stato sospeso in via cautelare.

Il maestro ha tentato di giustificarsi sostenendo che quello che aveva detto era solo il frutto di un esperimento sociale, un modo per verificare la reazione dei bambini in classe. Una sorta di metodo di insegnamento alternativo, che tuttavia si è rivelato fallimentare.

Inoltre, non risulta che nella scuola sia mai stato previsto un simile insegnamento alternativo. Come ha confermato, seppure indirettamente, la stessa dirigente scolastica.

Tra l’altro sembra che non fosse il primo ed unico episodio, ma che un’umiliazione dello stesso tipo il maestro l’avrebbe fatta subire anche alla sorella più grande del bambino nero.

Il caso è divenuto di dominio pubblico a seguito di un post denuncia su Facebook pubblicato da un genitore di uno dei bambini che avevano assistito all’episodio di razzismo. Il post è diventato virale, in seguito è stato rimosso, e del caso si è interessata la stampa.

Sul fatto è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Sul caso di Foligno ho immediatamente attivato l’ufficio scolastico regionale dell’Umbria per effettuare le opportune verifiche. Saremmo di fronte ad un fatto gravissimo. Da condannare“.

Il Ministero dell’Istruzione ha chiesto alla dirigente dell’ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, una relazione dettagliata sul fatto, prima di inviare ispettori. Nel frattempo i genitori dei bambini hanno deciso di contattare un legale, mostrando la loro solidarietà alla famiglia del bambino discriminato. O dei bambini sarebbe più opportuno precisare, visto che anche la sorella del piccolo è stata oggetto di umiliazioni.

Il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, ha riferito a Repubblica: “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso, che è esploso il 20 febbraio dopo un post pubblicato su Facebook in cui si raccontava la vicenda“. Mentre la dirigente scolastica Ortenzia Marconi ha dichiarato alla stampa: “Ho informato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, ritengo molto grave quello che è emerso e preferisco non fare ulteriori dichiarazioni, perché non voglio inficiare un’indagine interna che deve essere rigorosa ed efficace“.

Intervistato dalla trasmissione di RaiUno “Porta a porta”, il maestro ha ribadito la sua versione, ovvero che si era trattato di “una sperimentazione didattica che puntualmente ho annunciato ai ragazzi“. L’insegnante ha spiegato: “Ho detto: possiamo fare una cosa di questo tipo? E loro mi hanno risposto: proviamo“. L’uomo ha detto anche di avere avvisato gli alunni e sottolinea che in quel momento in classe si parlava “della Shoah, dell’integrazione“. Quindi, ha concluso, “era per suscitare una provocazione“. Secondo il maestro il suo intento sarebbe stato il contrario di quello che gli viene attribuito, ovvero mostrare ai bambini cosa è il razzismo e cosa è l’ingiustizia. Una spiegazione a cui hanno creduto in pochi.

Nel frattempo, si è scatenato un dibattito a livello nazionale. Il segretario di Liberi e Uguali, Nicola Fratoianni, originario proprio di Foligno, è intervenuto su Facebook per esprimere il suo sdegno sull’accaduto, sottolineando che “se la notizia fosse vera, sarebbe gravissima“. “Interrogo subito il governo – ha aggiunto Fratoianni -, perché su una vicenda del genere è sempre bene vederci chiaro, fino in fondo. Voglio sapere innanzitutto se questa mostruosità è per davvero accaduta e in che modo. Io mi auguro di no, per il bene di tutti. Ma se fosse vero, l’insegnante andrebbe immediatamente sospeso“.

Che dire unimamme? Non ci sono parole per questo comportamento. Dobbiamo ringraziare la sensibilità dei bambini che non sono stati zitti, ma hanno raccontato tutto quello che era accaduto ai loro genitori.

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