Conservare il cordone ombelicale è davvero utile? La parola alla scienza

conservazione del cordone ombelicale

Tutti i genitori vogliono che i loro figli siano in salute e lo rimangano il più a lungo possibile. Per questo motivo, alcuni  desiderano che il cordone ombelicale dei bimbi venga conservato in una banca del sangue.

In questo modo le cellule staminali vengono rimosse dal tronco del cordone una volta che questo viene bloccato e tagliato. Il campione viene poi inviato in laboratorio e congelato.

In caso di bisogno si pensa di utilizzare il campione per curare le malattie del bimbo.

Esiste però un’altra procedura chiamata “ritardo del taglio del cordone ombelicale che consiste nell’attendere 30 o 60 secondi prima di tagliarlo, secondo American College of Obstetricians and Gynecologists attendere anche poco tempo aumenta il volume del sangue riducendo le possibilità di anemia di ferro per il bimbo.

Per i bambini prematuri questa procedura rende possibile una riduzione del 50% di emorragia intraventricolare.

La decisione di ritardare il taglio del cordone ombelicale non interferisce con quella di spedire il cordone alla banca del sangue.

“Abbiamo visto un impatto negativo molto ristretto sulla conservazione del cordone dovuto al ritardo del taglio dichiara Martin Smithmyer, Ceo di Americord.

Ricerca sulla conservazione del cordone ombelicale

Le cellule staminali costituiscono una terapia molto potente. Secondo uno studio del 2011 le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere usate per trattare:

  • linfoma
  • leucemia
  • disordini del sangue
  • anemia falciforme
  • anemia di Falconi
  • disordine metabolico congenito
  • immunodeficienze

Alcuni medici però ne mettono in dubbio l’utilità.

Secondo un altro studio del 2011 se il sangue nel cordone ombelicale del bimbo ha un problema ematologico ereditario allora non può certamente curare una malattia nata dallo stesso recipiente.

Se un piccolo ha la leucemia non potrà trattarla con le cellule staminali del suo stesso cordone ombelicale.

“Usarlo vorrebbe dire contaminarsi con la stessa malattia” sottolineano i ricercatori.

L’Università della California, ha scoperto però che esiste lo 0,04% di possibilità che un bimbo abbia necessità del trapianto delle proprie cellule staminali per curare una malattia.  Inoltre vi è lo 0,07% che un fratello possa aver bisogno delle cellule staminali del cordone.

Cosa dicono gli esperti sulla conservazione del cordone ombelicale

L’ American Academy of Pediatrics scoraggia la conservazione del cordone ombelicale perché non ci sono abbastanza dati per stimare la necessità dell’autotrapianto di cellule staminali e la ricezione di cellule staminali da altro donatore.

Stephen Feig, professore di pediatria presso la UCLA scoraggia le sue pazienti dal ricorrere a questa tecnica. “Sottolineo che le possibilità che abbiano bisogno delle cellule staminali del cordone ombelicale sono molto basse. Si tratta inoltre di un’assicurazione molto costosa” afferma l’esperto su Yahoo.

Arthur Caplan, professore di Bioetica presso l’Università della Pennsylvania evidenzia di nuovo che se un bimbo ha una malattia genetica le cellule prelevate dal cordone ombelicale saranno inutili.

Esistono però degli scenari in cui il trapianto di cellule staminali può essere utile come le cellule staminali donate da un fratello sano a uno malato, così come la donazione a persone sconosciute.

In sostanza gli esperti sostengono che se potete permettervelo, non c’è alcun rischio nel farlo. Come accennato potrebbe tornare utile nel caso di un fratellino malato.

Unimamme e voi lo fareste per i vostri bimbi?

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