Come rispondere a un bullo e farlo smettere: i consigli di un esperto

fermare un bullo

Il bullismo colpisce molti bambini e ragazzi. Non è un fenomeno nuovo e anche in passato i ragazzi venivano presi di mira con vere e proprie prevaricazioni e persecuzioni dai loro coetanei. Veniva chiamato in altro modo.

Oggi, tuttavia, sembra un fenomeno molto diffuso, anche tra i bambini più piccoli, e soprattutto sempre più aggressivo. Psicologi ed educatori hanno sviluppato strategie e regole di comportamento per contrastarlo. Si organizzano anche corsi per le vittime su come difendersi, ma anche lezioni di recupero per i bulli.

Alcuni suggerimenti su come fermare un bullo e neutralizzare la sua aggressione vengono da Brooks Gibbs, un educatore, autore e speaker.

Come fermare un bullo: i consigli di Brooks Gibbs

Brooks Gibbs è molto popolare negli Stati Uniti come speaker e conferenziere contro il bullismo, è una specie di guru.

Gibbs è un educatore in abilità sociali, un comunicatore, autore di libri sul bullismo e sull’educazione dei ragazzi, consulente di scuole e istituzioni. Il suo approccio è basato sulla resilienza, la capacità di resistere in modo positivo alle avversità, in questo caso all’aggressione dei bulli, senza lasciarsi sopraffare e “smontando” il bullo.

Gibbs insegna ai ragazzi le strategie per risolvere i conflitti, con particolare enfasi sulla resilienza emotiva. Negli incontri pubblici, l’educatore coinvolge e trascina l’auditorium con i suoi monologhi in cui descrive episodi tipo di bullismo e dispensa consigli su come comportarsi. Il suo messaggio è una miscela di arguzia e saggezza; un modo per affrontare il problema anche con leggerezza.

Centinaia di scuole hanno invitato Brooks Gibbs a tenere le sue conferenze. Ci sono poi i libri, che Gibbs vende con successo, dei manuali educativi per adolescenti con consigli non solo sul bullismo, ma anche sulla gestione dei conflitti più in generale, su come controllare la rabbia e come farsi nuovi amici. Tutti i consigli si basano sul metodo della resilienza.

Nelle sue conferenze e nei video che pubblica sul web Brooks Gibbs spiega che il bullismo è stato sempre studiato dalle scienze sociali, solo che prima non si chiamava bullismo, ma comportamento di dominio, e consiste nel tentativo di alcuni individui di sopraffare gli altri, ed esiste anche nel regno animale. Quando si capisce questo meccanismo, spiega Gibbs, si può affrontare il bullismo. Uno sbilanciamento di potere, una persona sottomette un’altra e desidera vederla fallire o stare male.

Il bullo aggredisce verbalmente la vittima e per reagire è importante:

  • non assecondare la provocazione,
  • non rispondere con rabbia perché è proprio la reazione che spera di scatenare il bullo,
  • né mostrarsi fragili.

Gibbs dice che bisogna essere resilienti, emotivamente forti e mentalmente resistenti. L’importante è decidere di non lasciarsi turbare dagli atti di bullismo, dalle sottili persecuzioni, decidere di avere la pelle dura e lasciar rimbalzare le cattiverie, le parole d’odio, come se non ci toccassero, non curarsi di quello che i bulli dicono.

Fa degli esempi: se un bullo dice a un ragazzino “i tuoi vestiti fanno schifo?” anziché arrabbiarsi, Brooks consiglia di dire “Grazie di avermelo fatto notare, non ero infatti molto convinto”. Se invece ci si arrabbia, o si risponde male, si ha la reazione voluta e cercata dal bullo, che continuerà ad infierire.

Rispondendo invece in maniera “inattesa” e non seccata, il bullo non troverà terreno fertile e si stuferà.

Non è facile ma non bisogna prendersela, spiega Brooks Gibbs, per quello che i bulli dicono. Non si tratta di essere particolarmente forti o avere un’alta considerazione di sé, ma capire che alla fine si tratta solo di un gioco, tra chi vince e chi perde. Se si decide di non farsi ferire dalle cattiverie del bullo si acquista potere nei suoi confronti. Il bullo perde nel gioco, alla fine si stanca e se ne va. Non è facile, ma è semplice, una volta che si è capito il meccanismo.

Brooks Gibbs precisa, poi, che per bullismo intende il comportamento di coloro che vogliono ferire i sentimenti delle altre persone, non certo gli atti di aggressione o violenza.

L’aggressione fisica è un crimine, e in questi casi ovviamente bisogna reagire e chiedere aiuto.

Il bullismo trattato da Gibbs è dunque quello “più leggero”. Spesso invece si tende a parlare di bullismo anche per i veri e propri atti di violenza.

Gibbs spiega poi che quando si insegna ai ragazzi come risolvere i loro problemi sociali accadono tre cose:

  1. nei ragazzi cresce l’autostima
  2. aumenta la fiducia in se stessi
  3. cresce la consapevolezza del proprio valore

I ragazzi raggiungono questi obiettivi quando riescono a superare i loro problemi sociali. Ogni vittima di bullismo ha diritto di ricevere un insegnamento su come risolvere i problemi sociali.

E voi unimamme, cosa consigliate ai vostri figli?

Sul bullismo vi ricordiamo alcuni nostri articoli:

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