Giovani sempre più soli: come aiutarli?

adolescenti soli

La solitudine è sempre di più l’oscuro spettro di una popolazione mondiale che invecchia inesorabilmente, ma anche quello, forse persino più preoccupante, di una consistente fascia giovanile tra i 18 e i 34 anni, almeno secondo quanto riportato dall’Office for National Statistics della Gran Bretagna.

Secondo queste rilevazioni la Gran Bretagna detiene il primato, poco ambito, di capitale della solitudine europea.

Questa sensazione è stata avvertita anche dal Mental Health Foundation che nel 2010 ha evidenziato che erano i più giovani a sentirsi maggiormente soli e depressi, rispetto gli over 55.

Sam Challi, manager presso il Mental health charity Mind sottolinea che quando i ragazzi arrivano a 21 anni diventano troppo vecchi per rimanere in programmi di sostegno, finendo così con l’aggravare i problemi preesistenti.

Lo solitudine, spesso, è legata anche a problemi mentali:

  • aumento dello stress
  • ansia
  • depressione
  • paranoia
  • dipendenza
  • declino cognitivo
  • rischio suicidio.

Solitudine giovanile: come combatterla?

Come evidenziato anche da un recente sondaggio dell‘Oxford Internet Institute, i social media possono diventare:

  • un vantaggio: ci consentono di comunicare con i nostri cari a grande distanza
  • un problema: possono arrivare a sostituire il faccia a faccia,

Purtroppo infatti, alcune soluzioni come tecniche di meditazione o app purtroppo non vanno bene in questi casi, perché ci incoraggiano a chiuderci nei nostri pensieri.

Uno studio sui social media condotto dall’Università del Michigan ha evidenziato che, se da una parte Facebook riduce la soddisfazione della vita, dall’altra può essere utile per conoscere nuove persone.

Un altro elemento che può andare in soccorso alle persone che soffrono di solitudine è il telefono, tramite appunto associazioni specializzate nel trattare questi problemi.

Per quanto riguarda invece l’isolamento sul posto di lavoro, le cosiddette chiacchiere da ufficio, tanto deprecate dai capi, potrebbero invece risultare fondamentali per il nostro benessere e dunque la nostra resa sul luogo di lavoro. Esse aiutano a stabilire connessioni coi colleghi con i quali ci possono essere situazioni stressanti, ma non un deterioramento dei rapporti fino all’isolamento.

Infine, spesso, le università offrono servizi psicologici di consulenza.

Conclusioni

Dal momento che la la solitudine è uno dei fattori che concorrono alla morte prematura degli anziani , come ricordato sul The Guardian, e visto che la popolazione invecchia a ritmo sempre più rapido, dovremmo cominciare a prendere seri provvedimenti in proposito.

Qualche tempo fa il video realizzato da un ragazzo su questo problema: Look up ci invitava a riflettere su come la tecnologia rischia di isolarci.

E voi unimamme cosa ne pensate? I vostri figli hanno molti amici? Quanto tempo trascorrono sui social network? Prevenire è meglio che curare…

 

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