Cervello degli adolescenti: la scienza spiega perché cadono nelle dipendenze

il cervello degli adolescenti

Uno studio sul cervello degli adolescenti per avere risposte. 

Capita spesso che i genitori si chiedano il perché delle scelte dei loro incauti figli. Forse questo studio potrà fornire alcune risposte.

Come funziona il cervello degli adolescenti: il pericolo delle dipendenze

Se da una parte è vero che gli adolescenti, in quanto tali e ancora non adulti completi, devono fare esperienza, mettersi alla prova e capire chi sono, è altrettanto vero che, dati scientifici alla mano, i nostri ragazzi non riescono a controllare gli impulsi e a prendere decisioni avvedute e rapide come gli adulti. Dalle ricerche sullo sviluppo del cervello emerge che il lobo frontale degli adolescenti, che controlla le decisioni, è costituito ma non isolato, quindi i segnali si muovono lentamente.

La dottoressa Frances Jensen, autrice di The Teenage Brain (Il cervello degli adolescenti) è anche una mamma single di due ragazzi, come lavoro ha esplorato le modalità di crescita del cervello. In modo particolare la dottoressa Jensen si è concentrata sul perché gli adolescenti risultano essere particolarmente impulsivi, lunatici e poco propensi a prendere decisioni responsabili.

“Abbiamo un isolante naturale, chiamato mielina, è un grasso, richiede tempo. Le cellule devono crescere la mielina. Esse crescono all’interno di queste tracce e richiedono anni”.

Il processo di isolamento inizia nella parte posteriore del cervello e si dirige verso la parte anteriore. Il cervello non è maturo almeno fino ai 20 anni e forse anche un po’ più in là.

“L’ultima parte ad essere connessa è la parte frontale del cervello”. Si tratta della corteccia prefrontale e della corteccia frontale. Questo sono le aree dove si trovano intuizione, empatia, le funzione esecutive come il controllo degli impulsi e il comportamento rischioso.

Adolescenti e dipendenze: la spiegazione è nel cervello

La ricerca spiega quindi anche perché gli adolescenti sono particolarmente suscettibili alle dipendenze:

  • droghe
  • alcool
  • fumo
  • apparecchi elettronici

Si sviluppa una dipendenza quando l’area del cervello interessata non è quella dell’apprendimento ma quella che insegue una ricompensa. Le sostanze hanno lo stesso effetto. Costruiscono un circuito di ricompensa intorno a quella sostanza in favore di una dipendenza più forte, dura e lunga. Gli adolescenti diventano dipendenti più facilmente degli adulti. Inoltre gli effetti delle sostanze sono maggiormente deleteri.

Rischio alcool: eccedere con l’alcool danneggia le cellule del cervello dei ragazzi, l’alcool può causare anche danni permanenti al cervello. Le quantità di alcool tollerate dal cervello dei giovani sono minori di quelle degli adulti e i danni, come accennato, possono essere enormemente più gravi. Poiché il cervello dei ragazzi è più plastico, ha più substrato, molte delle droghe si collegheranno a più obiettivi nel cervello dei ragazzi, in numero maggiore rispetto agli adulti. Nel cervello abbiamo cannabioidi naturali, questi hanno in genere un effetto sedativo. Quando gli adolescenti fumano cannabis essa entra nel cervello e punta agli stessi obiettivi.

Questi obiettivi bloccano:

  • il processo di memoria
  • e l’apprendimento

quindi viene danneggiata la capacità di ricordare. Il cervello dei ragazzi offre più spazio alla cannabis e lascia che questa sostanza permanga più a lungo.

Rischio droghe: le persone tra i 13 e i 17 anni che usano la marijuana, giornalmente o in modo frequente, per un anno o anche di più hanno dimostrato di avere un QI verbale ridotto, inoltre le loro risonanze magnetiche funzionali appaiono diverse quando vengono visualizzate durante un’attività. In realtà il Q.I. è una materia di studio molto complessa, non si sa bene cosa lo faccia oscillare su e giù, ma una cosa è certa: fumare in modo cronico lo fa abbassare.

Rischio social media: tutti gli esseri umani cercano le novità, per gli adolescenti i social media costituiscono uno stimolo continuo. I ragazzi però non sanno quando fermarsi perché il loro lobo frontale non è completamente sviluppato. Non sanno, per esempio, considerare che alcuni contenuti potrebbero avere un effetto molto forte su di loro. Quando si va a letto inoltre, i ragazzi non dovrebbero avere pc, table e telefono a portata di mano, tutti questi strumenti ostacolano i percorsi del sonno. Inoltre non è bene avere molteplici canali di stimolazione mentre si studia. Infine la luce artificiale dello smartphone influenza il cervello, diminuisce gli agenti chimici nel cervello che promuovono il sonno, come la melatonina. Infine la luce artificiale non fa bene al cervello.

Unimamme, voi cosa ne pensate di tutte queste considerazioni presentate su Npr?

Noi vi lasciamo con un approfondimento sull’adolescenza protratta fino a 24 anni e i disagi emotivi degli adolescenti.

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