La TOP 10 del gruppo whatsapp “mamme” di scuola raccontata da un papà

gruppo "mamme" di whatsappCare unimamme, torniamo a parlarvi di gruppi Whatsapp e di come la tecnologia sia oramai divenuta parte integrante della nostra vita, anche e soprattutto in quanto genitori.

A quanti gruppi appartenete? Avete il gruppo della classe? Cosa vi scrivete?

In maniera veritiera e con sapiente ironia, un papà di nome Alfredo, ha condiviso sul suo blog dal titolo Back to the blog la sua esperienza dopo aver partecipato, per 5 anni, come unico genitore maschio, alla chat delle “mamme” della scuola elementare della figlia.

Ecco quindi la sua classifica, in ordine decrescente, degli episodi più significativi e nei quali buona parte di noi mamme può riconoscersi.

La Top 10 del gruppo “mamme” della scuola elementare stilata da un papà blogger

10 – Buongiorno! Buon pranzo! Cosa state cucinando? Buonanotte!
Il gruppo mamme è prima di tutto un gruppo sociale, costituito da persone che utilizzano whatsapp felici come antilopi cresciute in cattività che improvvisamente si catapultano in una vita allo stato brado. Così, 20 e più mamme iniziano con entusiasmo al primo anno a darsi il buongiorno al risveglio e la buonanotte alla sera, coscienti che – se dovessero mai dimenticare il telefono da qualche parte per una buona mezza giornata -, troverebbero in ogni caso almeno 300 notifiche di messaggi. Molte delle quali saranno foto di piatti prelibati appena sfornati (In alcuni casi prese direttamente da un libro di ricette per non restare indietro alle altre, perché sin da subito, il gruppo mamme si dimostra un aggregato sociale estremamente competitivo). E’ un momento di euforia collettiva da assaporare gelosamente, perché al quinto anno l’entusiasmo dei saluti sarà già finito, annegato in un clima di cordiale sopportazione reciproca.

9 –  Aiuto! Come si fa questo esercizio?
La scuola elementare è profondamente impegnativa e performante. Anche di fronte ad esercizi la cui complessità non raggiunge certo il livello accademico, il gruppo WA offre concrete possibilità di brainstorming. In questi casi, la prima parte della discussione è improntata alla cautela perché ogni mamma teme di essere l’unica a non aver capito la consegna, per cui dopo una seconda fase di vaghe domande esplorative atte a tastare il terreno ed accorgersi che sulla barca alla deriva c’è mezza classe, si giunge alla terza fase: l’esplosione della rabbia nei confronti delle maestre, colpevoli di aver assegnato esercizi talmente complessi (spesso il calcolo di un resto con centesimi di euro) da minare la futura autostima delle giovani menti.

8 – L’operato delle maestre
La libertà di insegnamento è un concetto superato. Puoi anche avere conseguito un Master in “Psicologia della Didattica Infantile” a Cambridge, ma se con la tua attività entri in conflitto con le convinzioni di una mamma, cui un amica casalinga di Domodossola ha riportato che il figlio di una cugina del Molise a metà marzo della quarta elementare ha già svolto l’analisi grammaticale, mentre il suo pargolo non l’ha ancora affrontata… Apriti cielo. Il lavoro dell’insegnante diventa approssimativo, si scava nella sua vita privata alla ricerca di chissà quale aspetto oscuro che ne pregiudica l’impegno, si inizia a pensare ad una disastrosa carriera scolastica futura dei propri figli, causata da questo incolmabile ritardo di preparazione. Il gruppo mamme, sa essere inflessibile come un tribunale iracheno dei tempi andati. E se non rispondi in fretta nonostante la doppia spunta blu, sei etichettata per sempre come una collaborazionista o un agente infiltrato del “gruppo maestre”.

7 – I regali di compleanno
Con poco più di venti bambini in classe statisticamente ci sono quasi due compleanni al mese. Dopo aver stabilito, con contrattazioni da far impallidire i lupi di Wall Street l’ammontare della quota regalino per studente, le modalità volontarie di partecipazione al regalo (basta essere invitati, si partecipa solo se effettivamente presenti,ohmavoletesempresoldidamebastaiononmandomiafigliadanessunaparte), la creazione di sottogruppi occasionali dai quali viene bandita la mamma del festeggiato – e nell’occasione perché non sparlarne un po’ in allegria? – , al primo anno si comprano regali ricercati, chiedendo il parere ai genitori sulla base delle preferenze dei bimbi… alla fine del quinto anno nel gruppo mamme WA le questioni “regalo” neanche vengono lontanamente sfiorate e si finisce per dare i soldi in mano alla mamma del festeggiato il giorno della festa, che li accetta con l’imbarazzo malcelato del lavavetri cui vengono dati 5 centesimi.

 6- L’organizzazione degli eventi extrascolastici
Un gruppo classe non è fatto solo dalle mamme che dialogano via telefonino, ma anche da bambini e persino dai papà. Papà che con due parole all’uscita della scuola e una decina di messaggi in tutto, riescono ad organizzare settimanalmente partite di calcetto combattute come guerre puniche e un paio di volte l’anno scampagnate collegiali di comprovato successo. Invece il gruppo delle mamme può impantanarsi per settimane nella scelta della location e della modalità corretta per la festicciola della fine del quinto anno. Quando poi, a fine Giugno, ci si accorge che si sta ancora discutendo alla ricerca di un improbabile momento in cui oltre 20 famiglie possano essere presenti simultaneamente e si prova ad interpellare le maestre, queste, dotate di un senso pratico fuori dal comune e spinte dalla recente chiusura dei 5 anni di rapporto quotidiano con i nostri cuccioli, sono già a festeggiare a Formentera, ballando ogni notte come vestali pervase dal fuoco sacro della libertà.

5- I compiti per l’indomani, un minuto dopo l’uscita
Ovvero “Il diario, questo sconosciuto“. Quell’oggetto che tutti i bambini non vedono l’ora di comprare a settembre ha due funzioni basilari nella scuola primaria: registrare le brevi comunicazioni fra docenti e famiglie e riportare di volta in volta i compiti per i giorni successivi. La prima funzione, di solito, la svolge correttamente; la seconda, beh. I bambini escono da scuola alle 13.45, il primo messaggio nel gruppo appare non oltre le 13.50, spesso dallo stesso mittente: “Scusate, amiche mamme, il mio cucciolo ha dimenticato di scrivere i compiti per domani…“, E le altre, anziché rispondere come sarebbe stato corretto: “Scusa, ma il tuo cucciolo di uomo di Neanderthal non potrebbe stare un po’ più attento in classe, anziché devastare la giornata dei nostri figli con il suo atteggiamento da bulletto cullandosi che tanto poi ci pensa mammina a prendere i compiti?“, sono lì pronte ad inserire nel gruppo le fotografie del diario dei propri figli. Che, per inciso, ovviamente non riportano mai gli stessi compiti. E allora via con le chiamate mentre stai assaporando il primo boccone di cibo o – infinitamente peggio -, con messaggi vocali da oltre 8 minuti di ascolto, che ti sembra di avere ogni giorno a pranzo un nuovo commensale, dalla voce femminile ficcante e fastidiosa.

4- I regali alle maestre e le maldicenze sul rappresentante
Le maestre della scuola elementare sono spesso come delle “seconde mamme” per i nostri figlioli che vedono crescere quotidianamente, portandoli da teneri bambini ad aspiranti adolescenti problematici. Per questo loro ruolo semi-istituzionale, meritano un regalo a Natale, un pensierino alla fine dell’anno e una onorificenza al merito alla fine del quinquennio: la raccolta fondi e la scelta del regalo, insieme all’organizzazione delle minifesticciole annesse, è, nella realtà dei fatti, l’incombenza principale del rappresentante di classe, che così potrà essere diversamente criticato per: 1) la scelta del regalo, 2) la scelta del negozio presso cui prenderlo, 3) il costo dello stesso, 4) la differenziazione effettuata fra le varie maestre, 5) la tempistica della consegna, 6) la modalità della richiesta di contributo alle mamme, 7) la modalità di raccolta delle quote, 8) la gestione finanziaria dei centesimi di resto, 9) varie ed eventuali. Il bello è che nel gruppo WA di classe tutto si risolve con la semplice richiesta del rappresentante ed una sequela di “ok“, mentre nel sottobosco telematico proliferano migliaia di messaggi privati di protesta diretti o nei gruppetti da 3 o 4 mamme (“le mamme migliori“; “le mamme più cùl“; “Sfiduciamo il rappresentante“, ecc.).
 

3- Una goccia di pioggia. Chi va a scuola domani?
La salute dei bambini è sempre al primo posto nel cuore della mamma, soprattutto se ti permette di restare beatamente a letto fino alle dieci. Così se la notte precedente ha fatto due gocce o se il meteo della sera prima ha blandamente accennato ad una allerta arancione nella regione vicina, scatta il tam tam nel gruppo. Questo si divide immediatamente in schieramenti contrapposti: da una parte le ultraprotettive, terrorizzate dalla possibilità che il loro piccolo fiorellino di campo si bagni le scarpette, dall’altra le avventuriere (“quando andavo io a scuola, tutti questi problemi non c’erano e se avessi fatto storie mio papà mi avrebbe buttato fuori da casa a calci nel sedere e senza ombrello, dicendomi di schivare le gocce“), in mezzo al guado le Candle in the wind, ovvero quelle che aspettano che il gruppo decida e poi si adeguano alla decisione della maggioranza. Il risultato finale è sempre che non c’è mai una decisione univoca e si aspetta controllando il pc ogni 108 secondi in attesa dell’ordinanza del sindaco per la chiusura delle scuole. Così al mattino si presenta a scuola, con il sole alto nel cielo – perché la sveglia è stata disabilitata la sera prima -, solo mezza classe ed alle 13.50 si ritorna al punto 05.
2 – I colpi di genio da 60 centesimi
Si sa che internet è piena di leoni da tastiera; purtroppo nei gruppi mamme non esiste l’anonimato, così talvolta i vizi capitali escono fuori senza filtro e puoi persino associargli un volto ed un cordialmente finto buongiorno al mattino. Si sa, ad esempio, che a fine anno, le scuole lasciano abitualmente che venga un fotografo per fare la foto di classe, un carissimo ricordo da conservare nel tempo (e poi postarlo su facebook venti o più anni dopo). Ma a volte scattano strani meccanismi umani per cui anziché dare 2,50 € ad un professionista e ricevere un prodotto ben fatto e rifinito, una mamma – solitamente digiuna di tecnologia – propone di far fare la foto ad un bidello con un telefono, farla sviluppare in un centro commerciale, acquistare del cartoncino, farlo decorare a mano dai bambini con 4 o 5 ore di lavoro pomeridiano dei bambini, distribuirlo durante l’estate porta a porta all’intera classe. L’intera operazione per il modico prezzo di circa 1,90 € a fotografia (“considerando anche la benzina“) per un risparmio netto di 0,60 € a bambino. E dopo una allucinante giornata di messaggi, ho visto persino arrivare alcuni “Ok, buona idea! Così si risparmia! Grazie!“.

1- La mamma che invia per errore nel gruppo un messaggio privato
Alla fine di questa top ten non può che esserci un episodio che verrà conservato con cura in un angolo della nostra memoria, se non altro per coloro i quali hanno potuto assistervi dall’esterno. Ognuno di noi partecipa su WA a decine di gruppi e talvolta, seduto come un top manager alla sua scrivania virtuale di contatti, si destreggia abilmente fra gli stessi e le conversazioni private. Una situazione potenzialmente letale in cui l’errore umano è dietro l’angolo. Così la mano del destino si abbatte sulla mamma infervorata che registra un lunghissimo messaggio vocale in cui racconta peste e corna di un’altra, anche rivolgendosi ad una sua amica esterna (che a sua volta, vedendone la lunghezza, neanche verrà sfiorata dal pensiero di ascoltarlo tutto e si limiterà a rispondere con una emoticon di circostanza), e si renderà conto, pochi istanti dopo aver lasciato il pulsante di registrazione, di averlo inviato nel gruppo in cui è presente l’oggetto dei suoi strali. Così freneticamente smonterà la batteria come un cecchino alle prese con il suo kalashnikov o lancerà il telefono nel water, nella speranza vana di impedire la partenza del messaggio e di evitarne il successivo cataclisma. Cataclisma che si manifesterà in proporzioni bibliche, e al quale tutte le altre partecipanti al gruppo assisteranno ridacchiando con birra e popcorn in mano, in un tripudio globale di messaggi privati a commento.

Noi l’abbiamo trovata fantastica! E non siamo le sole, basti pensare che in poche ore il suo post è stato letto da oltre 100 mila persone.

L’argomento è di sicuro interesse, come anticipato i gruppi whatsapp sono oramai così diffusi che è difficile immaginare qualcuno che non vi faccia parte. A questo papà va però riconosciuto il merito di aver colto la vera essenza di alcuni gruppi. Se vi è piaciuto, fate un giro sul suo blog, vi sono altri post davvero carini!

E voi unigenitori, vi siete ritrovati in qualche episodio? Quanti punti di questa divertente classifica potete dire di conoscere? Ecco un video per continuare a riderne!

Vi lasciamo con un altro post spassoso: i 10 sms più divertenti che solo le mamme potevano scrivere!

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