“Mia figlia con la Sindrome di Down è stata un dono”: parla il papà della bimba rifiutata da 30 famiglie

papà con figlia con sindrome di down

Torna a parlare il papà di Alba, la bambina con la Sindrome di Down rifiutata da diverse famiglie.

Unimamme, magari ricorderete la commovente storia della piccola Alba, una bambina con la Sindrome di Down che era stata rifiutata da 30 famiglie.

La bambina era stata infine adottata da Luca Trapanese, un single che aveva fatto richiesta per adottare un bimbo con disabilità.

Luca Trapanese, papà single e omosessuale torna a parlare di sua figlia

“Io dirò ad Alba che non è una bambina malata e cioè che la sindrome di down non è una malattia, ma un modo di essere ha raccontato Luca.

Secondo l’articolo 44 della legge 184/1983 un single può avere in affido preadottivo un minore in diversi casi. Per esempio potrebbero non essere state trovate coppie idonee o nessuna famiglia tradizionale si sarebbe offerta di accogliere il piccolo.

Luca però ama raccontare la loro storia in un altro modo. “La mamma l’ha lasciata in ospedale perché sapeva che sarei andato a prenderla. Questo racconterò un giorno ad Alba”.

Il papà non ha parole di critica nei confronti delle numerose famiglie che hanno rifiutato Alba.

Sarebbe semplice dire che quelle coppie l’hanno rifiutata. Non si pensa che quelle coppie hanno dovuto ammettere di avere una loro disabilità, perché non possono avere figli. Magari sono coppie che per anni hanno provato a fare l’inseminazione artificiale e non ci sono riuscite. Si sono poi dovute orientare verso l’adozione, farsi giudicare, giustamente, dai servizi sociali da un percorso lunghissimo con le psicologhe. Poi c’è l’attesa, l’idoneità all’adozione e poi all’improvviso ti chiamano e ti dicono che c’è un neonato. Che è quello che tutti vogliono. Ma ha 30 giorni e la sindrome di down. Molto spesso mi interrogo su questi no, perché ci sono stati?”.

Luca prosegue: una coppia che ha un figlio disabile viene vista come una coppia “sfigata”, sfortunata, che deve affrontare una marea di problemi burocratici. Non c’è un accompagnamento psicologico. Quando nasce un bambino disabile, la coppia se lo porta a casa e rimane da sola. Queste persone sono impreparate. Oltre alla fatica dell’accettazione devono vivere anche l’abbandono da parte delle istituzioni. Io dico sempre, quindi, che questo non è un no di 7, 20 o 30 famiglie. Ma è un no di una società”.

Luca sta pensando di dare il via a un nuovo progetto: l’apertura di un centro di accoglienza per bambini con famiglie con la Sindrome di Down dove i genitori possano scambiarsi conoscenze e avere anche il sostegno di uno psicologo.

“Molte mamme mi dicono che sono stato fortunato perché ho scelto Alba, per me è stato un dono”.

Unimamme, cosa ne pensate delle parole di questo papà di cui si parla su Fanpage?

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