“Lasciare casa per andare a partorire è già un intervento”: parola di mamma

parto in casa

Una educatrice americana ha raccontato la sua esperienza con il parto, sottolineando che lasciare la propria casa per andare a partorire in ospedale è già una forma di intervento. Il parto, invece, dovrebbe essere il più naturale possibile, in un ambiente in cui ci si sente a proprio agio e rilassate. Per questo motivo la donna dopo il primo figlio ha scelto di partorire in casa, in un caso assistita da un’ostetrica nell’altro, in via del tutto accidentale, solo con l’aiuto del marito. Ecco la sua esperienza.

Partorire senza interventi è possibile

Sul parto in casa esistono molte scuole di pensiero, chi lo sostiene senza se e senza ma, chi invece lo avversa ritenendolo troppo pericoloso. La verità, come sempre, forse sta nel mezzo.

Partorire in casa si può, quando la gravidanza si è svolta senza complicazioni e si è nelle condizioni per farlo, e soprattutto c’è la possibilità di raggiungere subito un ospedale in caso di emergenza. Se non si sono rischi particolari, sta alla donna scegliere e oggi molte città ed ospedali si stanno organizzando per permettere alle donne di partorire in casa con la dovuta assistenza e un servizio di emergenza pronto a scattare al bisogno.

Negli Stati Uniti, l’educatrice per nascite, Lauren McClain, ha raccontato le diverse esperienze con la nascita dei suoi figli. Due di loro sono nati senza “intervento” medico. Lauren ne ha descritto le differenze e come partorire in modo naturale sia stato per lei più facile e meno stressante.

Il primo caso di parto senza intervento è avvenuto in un centro nascite arredato come una casa, con l’assistenza di un’ostetrica. Durante il travaglio Lauren camminava per la casa, fermandosi ogni tanto e inginocchiandosi per contenere il dolore delle contrazioni sempre più forti. L’ostetrica la incoraggiava, dicendole che era brava e stava andando alla grande. Al momento della nascita, la bambina è stata fatta scivolare in acqua e l’ostetrica ha detto a Lauren di prendere subito in braccio la figlia, lasciandola sorpresa, come a dire “Devo fare tutto io?”. Solo dopo però Lauren ha apprezzato il grande regalo che le era stato fatto: un’esperienza straordinaria, prendere subito in braccio la sua bambina.Sono stata la prima persona a toccarla. Nessuno ha fatto niente, avrei potuto partorire da sola in una foresta“.

Da questa esperienza Lauren ha ricevuto fiducia e forza in se stessa che l’hanno aiutata nel suo percorso di madre. Così ha deciso di far nascere anche l’altro figlio senza intervento medico, questa volta partorendo direttamente in casa e addirittura senza l’ostetrica, ma si è trattato solo di un caso accidentale. Quando Lauren si è resa conto che avrebbe partorito da sola, si è chiusa in camera, ballando la danza del ventre con musica Sufi per rilassarsi e andando di tanto in tanto in bagno. Quando era il momento del parto ha chiamato il marito e ha raccontato che non si è dovuta sforzare per spingere, appena lo sforzo di uno starnuto. Il bambino è uscito quasi da solo, finendo nelle braccia impacciate del padre. Tutto è andato bene ed è stato divertente, ha raccontato Lauren. Lo rifarebbe tutti e mesi, ha detto, se non si trattasse di fare un nuovo figlio.

Lauren ha spiegato che non voleva nessun intervento né manipolazione sul suo corpo durante il travaglio. L’ostetrica l’avrebbe aiutata e assecondata durante il parto. L’atmosfera familiare di entrambe le nascite, ha spiegato, ha aiutato il suo corpo ad affrontare il travaglio e a partorire, senza bisogno di interventi.

La donna riconosce di essere stata fortunata, a non aver avuto problemi né bisogno di interventi medici, precisando tuttavia che l’atmosfera familiare e rilassata l’ha aiutata. Il travaglio è duro, ha ammesso, ma farlo a casa è più facile.

Lauren ha spiegato che per molte mamme già lasciare la propria casa è un intervento. Durante il travaglio il corpo ha bisogno di sentirsi salvo e sicuro. La corsa in ospedale in auto, tra il traffico, poi l’arrivo, le domande, i macchinari e strumenti medici, la medicalizzazione, sono tutte circostanze che mettono ansia e distolgono l’attenzione dal proprio corpo.

Quando le persone sono spaventate, minacciate, sotto osservazione, il corpo non produce l’ossitocina, l’ormone che fa contrarre l’utero. Stare in ospedale è una situazione stressante che non aiuta nel travaglio e nel parto (pensiamo alle luci, al viavai di persone, ai rumori, tutte condizioni che non lasciano la donna rilassarsi).

Per rilassarsi e permettere al corpo di predisporsi al parto è importante sentirsi molto a proprio agio, nel proprio spazio con persone care presenti. Una situazione che si verifica meglio in casa. Lasciare il comfort e l’intimità della propria casa è già un primo intervento.

Il nostro istinto, ha spiegato ancora Lauren, non permetterà al nostro corpo di funzionare correttamente per la nascita in un ambiente che la nostra mente ci dice che non è sicuro. Se una donna, invece, si sente al sicuro, amata e seguita, il suo corpo funzionerà in modo più veloce ed efficiente. Sarà meno forte.

E’ anche vero che molte donne non si sentono sicure a partorire fuori dall’ospedale. Pertanto, anche se la casa è più accogliente, l’esperienza può essere rovinata dal pensiero di non essere al sicuro. Pensieri negativi che bloccano il processo istintivo del parto. Si può in questi casi provare di stare a casa il più a lungo possibile, in modo da lasciar aumentare l’ossitocina prima di lasciare la zona di comfort.

L’importante è essere consapevoli delle proprie scelte, frequentare corsi di preparazione al parto, trovare assistenti al parto e assumendo possibilmente una doula (donna che svolge la funzione di aiutare la donna emotivamente durante il travaglio), apprezzare il proprio corpo. Soluzioni che aiutano a vivere meglio il travaglio in casa, senza paure. Comunque non è obbligatorio restare a casa fino alla fine.

Lauren ricorda che l’intervento medico può essere fondamentale nel travaglio e soprattutto salvare la vita. L’importante è sapere che la donna svolge un ruolo da protagonista nel parto.

Queste conclusioni sono state pubblicate sul sito web Mothering.

Che ne pensate unimamme? Vi convincono le affermazioni di questa mamma?

Sul tema vi ricordiamo il nostro articolo: Partorire in casa: 7 motivi per cui sceglierlo.

Impostazioni privacy