Scrivere a mano fa bene al cervello: dalla memoria alla creatività

scrittura a mano

Quando stanno imparando a scrivere i nostri piccoli si impegnano davvero tanto a riprodurre fedelmente lettere e letterine nei loro quaderni a quadretti.

Lo sforza impiegato poi li ripagherà quando si renderanno capaci di esprimere in modo autonomo, su carta, i propri pensieri, ma alcune recenti ricerche indicano che dietro all’arte della calligrafia c’è anche qualcosa di più.

Secondo lo psicologo Stanislas Dehaene del Collège de France, quando ci dedichiamo alla scrittura si attiva un circuito neurale, esso consente il riconoscimento fondamentale del gesto nella parola scritta, una sorta di ammissione dalla simulazione mentale del vostro cervello.

Circuiti neurali e scrittura: uno studio

Una psicologa dell’Università dell’Indiana: Karin James, ha preso spunto da queste dichiarazioni per condurre un’indagine considerando bambini che non avevano ancora cominciato a scrivere. Ecco come si è svolto: è stato chiesto di riprodurre una lettera o una forma in uno dei seguenti modi:

  • tracciare i segni lungo un contorno tratteggiato
  • disegnarli su un foglio bianco
  • scriverli su un pc

Il loro cervello è stato scannerizzato di nuovo mostrandogli loro nuovamente l’immagine.

Scoperte

Quanto emerso conferma la tesi iniziale: quando i bambini tracciavano i segni a mano si registrava una maggior attività del cervello.

Secondo il dottor James tutto ciò dipende dalla libertà di cui godiamo quando possiamo tracciare segni senza dover seguire un percorso prestabilito.

Scrivere e osservare: quali differenze

In occasione di una nuova indagine il dottor James ha voluto dimostrare come sia solo lo sforzo effettivo quello che garantisce vantaggi di apprendimento dalla scrittura. James ha provato tutto ciò mettendo a confronti due gruppi di bambini:

  • uno che scriveva
  • l’altro che osservava

L’esperimento ha testimoniato quanto ipotizzato.

Scrittura e stimolazioni neurali

Nel corso di un ulteriore ricerca su piccoli dai 2 ai 5 anni portata avanti dalla psicologa Virginia Berninger, si è visto che:

  • stampa
  • scrittura corsiva
  • digitare su una tastiera

attivano schemi cerebrali distinti e separati. Quando i piccoli scrivono a mano ne traggono maggior beneficio:

  • vengono espresse più parole
  • vengono scritte in modo più veloce che non con la tastiera
  • si esprimono  più idee.

Scrittura e dislessia

Secondo il professor Beringer il corsivo può attivare inaspettate capacità di autocontrollo.

Addirittura c’è chi suggerisce che il corsivo possa aiutare le persone affette da disgrafia (con difficoltà di controllo nella formazione delle lettere).

Anche in età adulta scrivere a mano ci porta benefici: memoria e apprendimento in generale ne risentono in positivo.

Conclusioni

L’arte di scrivere a mano deve essere tenuta in alta considerazione perché ci consente di:

  • apprendere e memorizzare più in fretta
  • generare idee
  • comprendere meglio quanto si legge.

E allora care unimamme, come suggerisce il New York Times, non ci resta che mettere da parte tablet, smartphone e tastiere e tirar fuori un quaderno o un pezzo di carta, perché questa è ancora la strada migliore.

E voi e i vostri figli scrivete ancora a mano o preferite strumenti digitali? Siete pronte a ricredervi davanti a queste ricerche?

 

 

 

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