Violenza del branco su 15enne: il reato è estinto

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Nel 2016 la violenza del branco si abbatté su una ragazzina di soli 15 anni; ora per il giudice il reato è estinto perché i giovani hanno capito la gravità del gesto commesso. 

Una decisione che certamente porterà con sé uno strascico di polemiche, visto che si tratta di una violenza su una ragazzina minorenne e che “i carnefici” all’epoca avevano tra i 15 e i 17 anni. Una storia davvero dell’orrore che ha avuto un epilogo per lo meno scioccante, visto che i ragazzi che a turno la violentarono ora sono di nuovo liberi.

Violenza del branco: i fatti 

I fatti risalgono a giugno 2016 quando appunto una banda di 5 minori sono stati arrestati dai carabinieri di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, con l’accusa molto pesante di una violenza sessuale su una minorenne e sequestro di persona.

Il gruppo si era avvicinato alla ragazzina mentre passeggiava da sola in un piccolo centro vicino a Nocera Inferiore –  San Valentino Torio – diretta alla Villa Comunale dove spesso trascorreva le sue serate e con la forza l’avevano condotta in un garage poco distante.
Qui l’incredibile tragedia: a turno l’avevano violentata prima di darsi alla fuga. Addirittura uno di loro è rimasto ad aspettare che un genitore venisse a prenderla.
La giovane ha poi denunciato tutto alle forze dell’ordine ed è andata all’ospedale  Martiri di Villa Malta di Salerno, dove i medici non hanno potuto far altro che constatare i segni della violenza.

Il giorno successivo i ragazzi sono stati individuati e arrestati e inizialmente trasferiti in un centro di prima accoglienza. Successivamente il più grande di tutti, il ragazzo di 17 anni, era finito ai domiciliari mentre gli altri nei carceri minorili.

Dopo qualche tempo il gruppo ha iniziato un percorso di recupero in comunità, la cosiddetta “messa alla prova”, che ha permesso la sospensione della pena. Il percorso in comunità si è concluso positivamente come sostiene la giustizia, basandosi sulle relazioni degli assistenti sociali.

La “messa alla prova” è una modalità alternativa con la quale è possibile giungere ad una pronuncia di proscioglimento per estinzione del reato.

A distanza di quasi due anni – come riporta Il Messaggero –  il gup ha estinto il reato con questa motivazione: Hanno compreso la gravità di quanto fecero all’epoca“. Il giudice Giovan Francesco Fiore  ha quindi accolto la tesi della Procura dei minori, il pm Antonella Ciccarella.

Con la messa alla prova i ragazzi infatti hanno svolto attività di volontariato e hanno assistito persone bisognose, oltre ad aver avuto un sostegno psicologico, come del resto la vittima.

Se dal punto penale sembra essere stata scritta la parola “fine”, adesso si apriranno le porte del tribunale civile per la famiglia della ragazza che intende chiedere un risarcimento per le profonde ferite subite, anche se il denaro di certo non le impedirà di dimenticare.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con il post che parla di violenza sulle donne: chi sono gli stupratori secondo la scienza. 

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