Spesso a scuola l’insegnante di sostegno manca perché diventa supplente

autismo e scuola

Autismo e scuola: la scuola italiana – si sa – non brilla certo per organizzazione e attenzione verso il prossimo con delle difficoltà. Colpa del taglio ai bilanci, colpa degli insegnanti sempre più poveri, colpa della sfiducia generale: sta di fatto che spesso i ragazzi che soffrono di disabilità o che sono autistici sono costretti a elemosinare dei servizi che spetterebbero loro di diritto. Molti genitori sono spesso soli – e arrabbiati – di fronte ad una situazione che non fa che segnare ancora di più delle differenze: perché ad esempio un ragazzo con disabilità non può andare in gita? Perché non ci sono le attrezzature giuste. Perché non può stare in classe con gli altri compagni? Perché disturba data la sua malattia.

Autismo e scuola: il sostegno diventa supplente 

Certo, questi ragazzi dovrebbero avere diritto all’insegnante di sostegno. Purtroppo questa figura non c’è, ma anche quando c’è – e magari è pure formata adeguatamente – deve fare i conti con un’organizzazione scolastica non proprio esemplare.

Secondo infatti la legge di stabilità dello scorso anno – ma anche quella di quest’anno non è migliore – non si può sostituire un insegnante nel suo primo giorno d’assenza. Spesso quindi nell’urgenza i dirigenti scolastici si trovano ad impiegare le risorse che già hanno, ovvero gli insegnanti di sostegno che sottraggono in questo modo le ore di didattica ai ragazzi che ne hanno bisogno.

Il Miur, ovvero il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha capito che ciò avrebbe penalizzato non poco tutti, creando non pochi disagi e ha inviato lo scorso 30 settembre una circolare in cui si invitano i dirigenti a sostituire un professore assente già dal primo giorno, a patto che la mancata presenza “determinerebbe delle urgenze che non potrebbero trovare alcuna altra risposta atta a garantire la incolumità e la sicurezza degli alunni, nonché la indispensabile assistenza agli alunni diversamente abili determinando, inoltre, necessità obiettive non procrastinabili, improrogabili e non diversamente rimediabili”.

Di fatto però i dirigenti – sempre intenti a far quadrare i conti – sono abbastanza restii a nominare un supplente nel primo giorno di assenza e quindi il problema rimane.

Cosa fare allora? Come sempre devono essere i genitori a vigilare attraverso gli organi preposti, come i consigli di istituto. E’ giusto che siano sempre però le famiglie a dover fare da sentinella quando dovrebbe essere un’istituzione come la scuola alla quale vengono affidati i figli?

E voi unimamme cosa ne pensate?

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