Perché il pianto dei bambini non è universale? La scienza risponde!

pianto bambinoUnimamme, avete mai fatto caso al pianto dei neonati appartenenti ad etnie diverse?

La scienza ci ricorda che il pianto dei piccoli non è universale e che fin dalle prime urla i bimbi vengono influenzati dalla lingua madre, ovvero quella della mamma.

A provare tutto questo sono stati alcuni ricercatori dell’università Julius-Maximilians di Würzburg.

Pianto e linguaggio dei bambini: esiste un legame?

I risultati della loro indagine, pubblicati su Speech, Language and Hearing e Journal of Voice dimostrano i risultati mettendo a confronto le lingue tonali che alle orecchie degli europei appaiono strane.

Bisogna ricordare infatti che il significato delle parole nelle lingue tonali, come il cinese, è determinato anche dal tono:

  • basso
  • alto
  • fluttuante

con cui una sillaba viene pronunciata.

Gli scienziati hanno provato a chiedersi se queste differenze, così pronunciate, si riscontassero anche nel pianto dei neonati.

L’autrice principale degli studi Kathleen Wermke ricorda che il pianto dei neonati le cui mamme parlano una lingua tonale è caratterizzato da una variazione melodica significativamente più alta rispetto a bambini che non condividono la stessa lingua, come i tedeschi.

Per raggiungere queste conclusioni sono stati considerati:

  • 21 bimbi camerunensi
  • 55 neonati di Pechino

Si è osservato che l’espressione dei loro vagiti era più intensa dei neonati tedeschi.

Secondo l’interpretazione degli scienziati ciò significa che i primi mattoni per lo sviluppo della lingua futura vengono posti nel momento in cui si viene al mondo.

Durante l’ultimo trimestre di gravidanza i piccoli imparano la loro lingua nel grembo materno, i neonati mostrano, nel loro pianto, caratteristiche melodiche derivate dal loro ambiente di appartenenza, ovvero la lingua parlata dalla mamma.

Grazie a questi risultati si può approfondire la comprensione dei fattori essenziali che influenzano le prime fasi di sviluppo del linguaggio.

Unimamme, voi cosa ne pensate dei risultati di questo studio?

Noi vi lasciamo con alcuni consigli su come favorire l’apprendimento di nuove parole.

Impostazioni privacy