Farfalle, gessetti e Lady Gaga

bambina con una farfalla posata sulla spalla

Maggio 2013. Festa dell’asilo. Bellissimo sole, è una giornata di primi caldi estivi. Cielo limpido,  aquiloni in aria, bambini che giocano e cantano.

Ad un tratto, una mamma accende lo stereo. Tutti ci si aspetta una canzone per bambini dai tre ai  sei anni, il Valzer del Moscerino, o il Caffè della Peppina. Per essere più moderni, Magica Doremi. E invece… la voce inconfondibile di Lady Gaga inizia a diffondersi. Canta Poker Face. Ora, per quanto Poker Face sia stato un grande tormentone che ha lanciato una grande showgirl, ci si chiede se sia una canzone adatta a dei bambini che frequentano una scuola materna.
E non perché si voglia essere bigotti, ma perché ogni cosa ha la sua età. I bambini di quell’età non dovrebbero nemmeno sapere chi sia Lady Gaga.

E invece, un nugolo di bambine, rigorosamente in minigonna, rosse in viso dalla felicità, iniziano  a ballare al ritmo di Poker Face.
Forse aspettarsi che i bambini di oggi conoscano le canzoni classiche dello Zecchino d’oro è troppo, tuttavia saltare tutto quel periodo di beata spensieratezza  e di cartoni animati Disney non è affatto salubre.

Innanzitutto perché passa un messaggio sbagliato: mettiti una minigonna e fai la velina, tira due calci ad un pallone e fai il calciatore. Ma soprattutto  perché in questo modo si saltano tappe fondamentali dell’esistenza umana che nessuno potrà mai  restituire. Tutta questa fretta di crescere porta i genitori a vedere i loro figli come una loro copia in miniatura, su cui poter coltivare tutti i sogni che, a suo tempo, sono stati i loro e che non sono stati realizzati. Ma il risvolto peggiore avviene nella testa dei bambini, che non sono più tali. Non conoscono l’innocenza e l’ingenuità nel veder volare una farfalla.

Sono già tutti scafati professionisti nelle loro arti, convinti di essere arrivati, all’età di sette anni.

Non sarebbe meglio prendere i gessetti e disegnare per terra?Almeno finchè possono? 😉

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