Bambini con la sindrome di Down e la loro bellezza secondo la Littizzetto

Che c’entrano i bambini con la Sindrome di Down e Luciana Littizzetto? Un monologo da ascoltare della nota comica. 

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Il Festival della canzone italiana, a Sanremo, da sempre catalizza l’attenzione di milioni di persone e anche quando finisce per tanto tempo se ne sente parlare.

L’attrice comica Luciana Littizzetto, che ha affiancato nella conduzione il bravo Fabio Fazio e che ha allietato il pubblico con i suoi monologhi irriverenti e simpatici, ha toccato un argomento delicato.

Luciana Littizzetto a Sanremo parla di bellezza

La brava Luciana ha iniziato un suo monologo in tono scherzoso parlando della bellezza artefatta, della schiavitù delle diete, delle creme antirughe per poi diventare seria e parlare di quella bellezza non per forza perfetta.

Ha detto che “La bellezza è tante cose, non ha niente a che fare con la normalità. È sempre altro. Un mondo di uguali è orribile. È come il nazismo che uccideva i deboli e i diversi”, la bellezza, quindi, così come sostiene Luciana, non è solo quello che si vede, la bellezza è un insieme di entusiasmo, caparbietà e coraggio e nomina a tal proposito l’ex campione di Formula 1 Alex Zanardi dicendo di lui “è un figo pazzesco e poi è allegro, pur mancandogli le gambe!”.

La Littizzetto per i bambini con la Sindrome di Down

La Littizzetto poi ha dedicato il suo monologo ai bambini con la Sindrome di down sostenendo che “I bambini con la sindrome di Down sono dei bambini, non sono delle sindromi“.

Sempre con tono “inquisitorio” si è rivolta alle mamme dicendo loro “Cara mamma se sai spiegare perché una ha due dirigibili al posto delle tette, allora spiega anche perché una ne ha una sola“.

Continuando poi a parlare di un bimbo protagonista di uno spot pubblicitario ha detto anche che “La bellezza è Seb, un bambino di cinque anni down che fa il modello per una catena di abbigliamento inglese. Perché i bambini con la sindrome down sono dei bambini non delle sindromi” e poi si chiede e ci chiedeQuanto ci vorrà perché un piccolo Seb italiano compaia ad esempio in uno spot della Nutella! Ferrero! Un bimbo down nella Nutella, senza che nessuno faccia una piega! Barilla! Un bambino down nella famiglia tradizionale! Non ci può essere???”.

Sperando che dopo queste accuse si siano smossi gli animi aspettiamo di vedere protagonisti di spot importanti anche le persone che hanno una bellezza oggettiva, quella interiore. Brava Luciana!!!

Ecco il video integrale del monologo contro la bellezza artefatta.

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