I figli NON ascoltano? 7 regole per essere efficaci

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L’educazione dei propri figli è una sfida continua oltre i propri limiti dell’impegno e personali. A volte ci si sente soddisfatti e stupiti per essersi comportati anche oltre le proprie aspettative ma altre prevale un sentimento di sconfitta. Quando nonostante i sacrifici compiuti i figli non vogliano proprio saperne di cambiare e apprendere altri comportamenti la maggior parte dei genitori perde comprensibilmente la calma. Il ricorso a misure drastiche come:

  • punizioni,
  • urla,
  • schiaffi e sculacciate,

appare naturale ma alla lunga questi metodi non fanno altro che incentivare le occasioni di conflitto e il deterioramento del rapporto tra genitori e figli. Allora cosa fare?

Ecco alcune semplici regole possono aiutarvi a risolvere il conflitto e che, se vengono seguite quotidianamente, possono anche ridurre le occasioni di contrasto.

7 regole di uno stile educativo efficace

Quali azioni di un genitore possono essere efficaci nel risolvere l’opposizione con i figli? Quali caratteristiche ha una regola efficace? Si può imparare a “rimproverare”?

I passaggi da tenere a mente:

1. Coerenza: l’unione fa la forza.

Ogni genitore ha uno stile educativo diverso; questo dipende dalla propria storia personale, dalle esperienze di vita e dal carattere di ogni genitore, ergo… ogni genitore ha un diverso grado di tolleranza. Mamma potrebbe essere considerata più severa di papà e viceversa, ed alla lunga i figli tenderanno a creare legami più stabili col genitore più “morbido” o a rivolgersi a lui per scampare alle regole. Questa incongruenza può generare confusione e disorientamento e in estrema sintesi, soprattutto nei bambini più piccoli, anche malessere psicologico. Individuate regole condivise e impegnatevi insieme all’altro genitore per farle rispettare.  Se mamma dice che non si può giocare al pc dopo le 20 ma il papà accende il pc e si mette a giocare col figlio, quale regola bisogna seguire? Siate voi a scegliere, il bambino non è in grado di capire come comportarsi e, di certo, nel dubbio sceglierà il comportamento più conveniente per lui.

2. Nonni, zii, parenti: qual è il loro ruolo educativo?

I tentativi delle persone esterne allo stretto nucleo familiare, i suggerimenti espressi magari proprio di fronte agli stessi bambini alimentano essi stessi confusione. Anche questo può spingere i propri figli a comportamenti non opportuni. Sarebbe opportuno l’intervento diretto dei genitori, questa volta nei confronti dei familiari; per ricordare il loro ruolo che, per quanto importante, deve limitarsi a fornire supporto quando richiesto, ma soprattutto non dovrebbe mai essere antagonistico o sostitutivo a quello genitoriale. Comunicate allo stesso bambino l’importanza di parenti e amici, ma allo stesso tempo sottolineate che quando si tratta di educazione l’ultima parola spetta comunque ai genitori.

3. L’uso di uno stile educativo efficace.

Lo stile educativo ha ruolo fondamentale:

  • se autoritario pone il genitore nello status di stabilire le regole che il bambino deve limitarsi a seguire senza dissenso. Questo può favorire comportamenti aggressivi, oppositivi ed impedisce ai bambini di acquisire le capacità di autoregolazione e di scelta.
  • se permissivo al bambino viene data la possibilità di comportarsi come vuole e ciò può portare i bambini a credere che tutto sia loro dovuto ed in estrema ratio anche ad atteggiamenti di arroganza e di bullismo nei confronti di chi li ostacola.

In entrambi i casi si tratta di modelli  che comportano molte conseguenze negative per la vita dei propri figli. Lo stile educativo che sembra fornire risultati migliori per l’educazione dei figli è quello “autorevole”: basato sul rispetto reciproco delle esigenze dei genitori e dei figli. In questo modo i genitori dopo aver stabilito insieme le regole le discutono con i figli spiegandone loro la funzione ed aiutandoli ad accettarle.

4. Le regole devono essere semplici e chiare

Molte regole non vengono rispettate semplicemente perché il bambino non riesce a capirle, o perché le interpreta in maniera diversa rispetto ai genitori. Se si vuole insegnare a un bambino a raccogliere i giocattoli dopo aver giocato, se la mamma, dopo avergli fatto vedere come si fa, dice: “Vai a raccogliere i giocattoli” il bambino probabilmente capirà che vale solo per quel momento. Da li in poi la mamma troverà sempre giocattoli sparsi e si arrabbierà. Il problema è che l’informazione fornita è ambigua. Se la mamma vuole insegnare la regola sarà meglio che dica: “Da oggi, quando avrai finito di giocare è bene che rimetti a posto e in ordine i giocattoli”, in tal modo la regola sarebbe stata più chiara. Una regola sarà accettata e messa in atto se chiara, semplice e bene presentata. Ogni regola ha maggiori probabilità di essere rispettata se viene così formulata:

  • regola + motivazione + conseguenza

Per esempio, tornando alla regola dei giochi, si potrebbe dire: “Per favore, dopo che finisci di giocare devi riporre i giochi” (regola), “perché se li lasci in giro per casa possiamo rischiare di farci male o di calpestarli e romperli” (motivazione), “e poi non potrai più giocarci” (conseguenza). In questo modo non solo si comunica la regola, ma si spiega al bambino quali siano le cause che l’hanno determinata e lo si motiva a rispettarla.

5. Impariamo a rimproverare

Non tutti i rimproveri hanno la stessa funzione e non tutti sono efficaci. Insultare o colpevolizzare il bambino con frasi tipo “guarda cosa hai fatto, sei un bambino monello” non aiutano il bambino e possono non essere neanche efficaci. Le caratteristiche di un rimprovero efficace sono quelle di offrire al bambino la possibilità di capire i propri sbagli e di crescere. Il rimprovero quindi:

  • dovrebbe seguire subito il comportamento,
  • deve descrivere esattamente quale sia stato l’errore commesso, per esempio “Hai rotto la bottiglia. Potevamo farci male”
  • deve esprimere le sensazioni del genitore, “Mi sento molto arrabbiata”.
  • fate un grande sospiro e cercate di cambiare atteggiamento, specificate poi il comportamento desiderato, “Vorrei che facessi più attenzione quando giochi in casa e che evitassi di correre”
  • fornisce conseguenze positive del tipo “So che non lo hai fatto di proposito. Sono sicura che non lo farai più, così non rischi di far male a nessuno
  • infine  accertatevi che il bambino abbia davvero capito l’errore

6. Il castigo

Se nonostante tutte le regole precedenti il bambino continua a non ascoltare ed a mettere in atto comportamenti pericolosi per se stesso o per gli altri, la soluzione più adeguata potrebbe essere allontanare il bambino dalla situazione scatenante, ed allontanarlo da tutto ciò che potrebbe rinforzare un’ulteriore escalation. Per esempio, se un bambino continua a picchiare altri nonostante i rimproveri dei genitori sarebbe opportuno isolarlo per farlo calmare. Il castigo è  un intervento drastico che andrebbe applicato solo in casi estremi; in secondo luogo per essere efficace deve essere ben imposto. Se allontanato il bambino dovrebbe quindi:

  • essere ad esempio collocato in un luogo privo di stimoli che possono ulteriormente motivarlo come giocattoli o altri oggetti per lui piacevoli
  • il tempo d’isolamento dovrebbe essere breve, circa 5 minuti, in modo da far tranquillizzare il bambino senza però traumatizzarlo
  • se il bambino non rispetta la punizione, il tempo dovrebbe essere incrementato di un minuto alla volta
  • se il bambino si lamenta, piange o protesta durante la fase di punizione bisogna ricordate che generalmente lo fa per attirare l’attenzione dell’adulto quindi evitate di rispondergli
  • dopo la fine della punizione, il bambino ha tutto il diritto di essere imbronciato e non bisogna assolutamente rimproverarlo
  • infine, non abusare mai di questa tecnica potrebbe infatti avere conseguenze dannose per lo sviluppo del bambino.

7. Alcune cose non si possono e devono cambiare

Figli che assomigliano ai genitori? Per alcune mamme e papà è cosi che dovrebbe essere ma non sempre è possibile. Non dimenticate che i figli hanno la loro personalità, i loro gusti e fanno parte di una cultura specifica, frutto del tempo in cui crescono. I gusti, le mode, le preferenze, e tutto ciò che riguarda l’unicità della persona non può essere cambiato e prescinde dall’educazione. Cercare dunque di modificare i gusti dei figli è  controproducente in quanto si ripercuote sul rapporto che avete con loro. Imparate ad amarli così come sono, affinché loro possano imparare ad amare voi così come siete.

Care Unimamme, questi suggerimenti forniti da medici e basati su metodi psicologici specifici non sono ovviamente regole assolute ma siamo convinti possano dare un quadro molto completo e utile per confrontarvi in maniera propositiva e proattiva con voi stessi. Fare genitori non è semplice affatto, anche i genitori hanno bisogno a volte di crescere. Voi che ne pensate?

(Fonte: Medicitalia)

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