Bambini sempre obbedienti: esperti spiegano perché è sbagliato

figli compiacenti

 

Unimamme, forse, a un certo punto vi sarà passato per la mente se la vostra maggior ambizione, crescendo i vostri bambini, sia quella di trasformarli in soldatini ubbidienti.

La maggior parte dei libri dedicati all’educazione dei bambini si concentrano su come ottenere che i piccoli si comportino bene, quindi mangino bene, facciano pipì nel vasino e, naturalmente, la più ambita: che dormono bene.

Educazione dei bambini: meglio figli compiacenti o disobbedienti?

Lo scopo è quello di allevare dei figli compiacenti. A bambini obbedienti corrispondono bravi genitori, a bambini disobbedienti genitori pieni di fallimenti.

Alfie Kohn, autore di “Genitorialità incondizionata. Come muoversi dai premi e dalle punizioni fino all’amore e alla spiegazione”, ha dichiarato che quando comincia le sue lezioni nessun genitore dichiara di volere un figlio stupidamente compiacente.

Un figlio compiacente attira particolari preoccupazioni quando raggiunge l’adolescenza. “I ragazzi che subiscono la pressione dei loro amici sono quelli a cui i genitori hanno detto di fare ciò che gli veniva detto”.

Alison Roy, a capo dell’unità di psicoterapia dell’East Sussex Child and Adolescent Mental Health Services dichiara sul The Guardian: “un bambino premerà sui limiti se questi hanno un attaccamento sicuro. Bambini che sono stati portati a credere che la loro opinione viene considerata, che tutto quello che devono fare è obiettare e seguiranno le azioni, metteranno alla prova i limiti fissati. Questo è un comportamento salutare. La compiacenza? Imparano che è inutile discutere, perché la loro voce non verrà ascoltata”.

La maggior parte di quanto viene percepito come disobbedienza dagli adulti spesso è solo curiosità, esplorazione, bisogno di imparare, oppure una reazione, nell’unico modo che conoscono, a qualcosa su cui non hanno il controllo.

“Potete minacciare o corrompere il bimbo fino all’obbedienza, ma vi manca il quadro generale e non  risolvete la vera causa (il motivo per cui non vogliono fare qualcosa) che può derivare dall’ambiente o può essere di origine psicologica” dichiara l’esperta.

Alcuni bambini compiacenti possono addirittura creare una finta facciata perché sentono che i loro genitori li ameranno solo se sono ubbidienti.

“Il bisogno di autonomia non si annulla perché i bambini sono stati costretti a fare ciò che gli veniva chiesto ha aggiunto la donna.

La Roy sottolinea anche che un bimbo non dovrebbe sempre obbedire.

Questo perché spesso i loro bisogni sono in completo contrasto con quello dei genitori.

Sembra che ci sia una vera e propria moda di “addomesticare i bambini”, questa tendenza però è dettata dalla paura. I genitori, in realtà, non temono che i piccoli possano riempirgli le pareti di casa di scarabocchi ma in che cosa si trasformerà questo comportamento, come se tutti i piccoli dovessero trasformarsi in sociopatici.

“Niente di tutto questo deriva dall’evidenza empirica. Si tratta di un modo molto oscuro di vedere la natura umana” spiega Kohn.

“I genitori che mi preoccupano di più sono quelli che non accettano le sfide, etichettandole come non realistiche o non abbastanza pratiche o idealistiche” osserva Kohn.

“”Lavorare con” piuttosto che “fare per” riguardo l’approccio ai bambini. In pratica imparare a conoscere ed ascoltare i propri figli, parlare meno e agire di più” ammonisce Kohn.

 

Unimamme e voi cosa ne pensate di questo approccio all’educazione dei piccoli?

Noi vi lasciamo con 10 consigli dedicati alla genitorialità positiva e al rapporto coi figli.

 

 

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