“Nostra figlia è un danno psicofisico”: una coppia chiede un risarcimento

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Una coppia piemontese, circa 15 anni fa, ha scoperto di attendere un bambino, ma l’annuncio della gravidanza non è apparso lieto fin dall’inizio, perché i genitori, che già avevano un figlio, non ne volevano un altro e così hanno deciso di abortire.

Però, durante la procedura di interruzione di gravidanza, qualcosa è andato storto e l’embrione è rimasto nell’utero della donna.

Aborto fallito: dopo 15 anni si attende il rimborso per danno psicofisico

La bambina è venuta così alla luce nella famiglia che avrebbe preferito non averla. Il nuovo arrivo infatti ha “scombussolato” la vita di tutti, costringendo i parenti a trasferirsi per motivi di lavoro.

I genitori però, ancora a distanza di anni, sono fermamente convinti di aver subito un terribile torto, la mamma ha già ricevuto una transazione in denaro dall’ospedale dove era stata in cura, il padre invece attende il giudizio della Cassazione in merito a un “danno psicofisico” determinato dalla nascita della figlia.

Il padre infatti fu costretto a licenziarsi per incassare il tfr trovando poi lavoro molto lontano e dovendo quindi chiedere prestiti per far fronte alle ingenti spese.

Secondo i coniugi l’aborto non riuscito li ha costretti a fare enormi sacrifici rinunciando a svaghi e gite, tra le varie cose.

Quando ormai la bimba andava alle elementari il padre ha voluto proseguire con la causa che si trascina da anni e nonostante nei primi due gradi di giudizio non si sia voluto procedere con un risarcimento.

Ora, al di là del risultato, tutti si chiedono cosa penserà questa ragazza se mai verrà a conoscenza di questa storia e di come i genitori la considerino un “danno psicofisico”.

Unimamme, voi cosa ne pensate della decisione di questa coppia di intentare causa per aver avuto una bimba che non volevano?

Agiscono bene secondo voi?

 

(fonte: Huffngton Post.it)

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