Modificare geneticamente gli embrioni è già realtà

embrione modificato geneticamenteGià in passato aveva fatto discutere la possibile di modificare geneticamente gli ovuli al fine di bloccare la trasmissione di malattie ereditarie, non senza generare polemiche e scontri tra scienziati.

Questa volta non si parla di ovuli, ma di embrioni: la Gran Bretagna ha dato infatti il via libera alla possibilità di modificare embrioni umani. Kathy Niakan, dell’Istituto Francis Crick, ha ottenuto il nulla osta alla sperimentazione che ha suscitato alcune polemiche.

La decisione dell’Hfea (l’Autorità per la Fecondazione umana e l’embriologia) permette alla scienziata di studiare gli embrioni per 14 giorni, ma non di impiantarli.

Gli embrioni da utilizzare saranno donati dalle coppie che hanno più embrioni derivati dai trattamenti per la fecondazione in vitro.

Embrioni modificati: in Gran Bretagna approvata la sperimentazione

La ricerca della Niakan si concentrerà, in modo particolare, sulla fase che porta l’ovulo fecondato da una a 250 cellule.

Scopo dello studio, come riportato dalla Reuters, è quello di spiegare perché le donne perdono i bambini e aiutare i trattamenti per la cura dell’infertilità.

La scienziata pensa di utilizzare la tecnica denominata CRISPR (clustered regularly interspaced short palindromic repeats)-Cas9, ovvero una tecnologia che consente di individuare o modificare difetti genetici.

Le critiche però piovono da quella parte di scienziati che ritengono che questo tipo di tecnica e tecnologia apriranno la strada per avere bambini “geneticamente modificati” secondo le esigenze dei genitori.

Altri invece esprimono perplessità sul fatto che le modifiche al Dna degli embrioni possano condurre a conseguenze nocive per la salute.

Di altro avviso è invece Paul Nurse, direttore presso l’Istituto dove si svolgerà questo contestato studio: “sono contento che l’Hfea abbia approvato al richiesta della dottoressa Niakan, la sua ricerca è importante per studiare come si sviluppano gli embrioni sani e ci consentirà di comprendere meglio i tassi di successo della fecondazione in vitro, tramite le primissime fasi dello sviluppo umano, tra il primo e il settimo giorno“.

Unimamme e voi cosa ne pensate di questa nuova possibilità? Siete pro o contro?

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