“Abusata da quando avevo 8 anni e venduta a 10 anni”: una sopravvissuta mette in guardia i genitori (FOTO)

Se pensiamo al termine “schiava sessuale” ci vengono i brividi, soprattutto se pensiamo a storie che potrebbero essere coinvolgere i nostri figli.

Per questo motivo la testimonianza di una donna che è diventata una vittima di abusi sessuali a 10 anni è davvero preziosa: la donna vuole infatti mettere in guardia i genitori sui pericoli che si possono incorrere e che possono essere anche più frequenti e vicini di quello che si pensa.

Donna abusata da piccola racconta la sua storia 

Edie Rhea ha raccontato a WFLA, un sito americano, che è stata costretta a ricevere degli abusi sessuali dal fidanzato di sua madre, che ha cominciato ad approfittare dei lei quando era molto piccola: “A 8 anni ha cominciato ad abusare di me sessualmente” ha detto e “a 10 anni ha cominciato a farmi prostituire“.

La storia è andata avanti per 7 anni.

Rhea ha detto che per la maggior parte del tempo era costretta a prostituirsi nel parco vicino alla sua casa d’infanzia, a Tampa, in Florida: “Andavo a scuola, tornavo a casa, posavo i libri e poi…le macchine mi si accostavano, camion e poi parcheggiavano” . “Conoscevo gli uomini e il lavoro“.

Rhea ha ammesso che aveva paura che il fidanzato di sua madre potesse farle del male se si fosse rifiutata di “lavorare” per  lui e se lei avesse detto quello che era costretta a fare: “Aveva detto che mi avrebbe ucciso o che avrebbe ucciso mia madre“.

Adesso, anni dopo la sua fuga, la donna lavora duramente a supporto delle vittime di traffico umano e educa ad un maggiore rispetto per evitare che episodi simili capitino di nuovo: “Dobbiamo fermare questa epidemia adesso”.

Per questo vuole diffondere la sua storia e ciò che il Dipartimento della Sicurezza indica come segnali che una persona può mostrare:

  • ha smesso di relazionarsi con famigliari e amici?
  • ha smesso di andare a scuola o non vuole più andarci?
  • ha avuto un drammatico cambiamento di comportamento?
  • appare disorientata o confusa?
  • ha segni di abusi fisici
  • si mostra improvvisamente timida, spaventata o sottomessa?
  •  sembra essere “addestrata” a rispondere?

tutte queste sono indicazioni che devono essere indagate.

I genitori e gli educatori possono trovare dei modi per essere coinvolti e prevenire l’abuso, come frequentare come volontari delle associazioni che si occupano di bambini maltrattati (in Italia a Milano c’è “Bambini ancora”) o il Telefono Azzurro.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con il post che parla di “mai tacere di fronte ad un abuso”: i dati italiani di pornografia e pedopornografia. 

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