Influenza: una malattia da non sottovalutare. I miti da sfatare secondo l’Oms

Influenza (iStock)

Influenza: una malattia da non sottovalutare. I miti da sfatare secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ci stiamo avviando verso la stagione dell’influenza e come ogni anno è partita la campagna per la vaccinazione contro una malattia infettiva da non sottovalutare. Perché i sintomi dell’influenza possono essere molto gravi, soprattutto nei soggetti più fragili, e causare complicanze molto serie, che in casi estremi possono portare alla morte.

Per queste ragioni bisogna prendere molto sul serio questa malattia infettiva e per i soggetti a rischio è importante vaccinarsi.

Influenza da non sottovalutare

L’influenza è una malattia infettiva respiratoria acuta, causata da un virus, appartenente alla famiglia degli Orthomyxoviridae, che può avere differenti ceppi e che si prende per via aerea, attraverso la tosse o gli starnuti, ma anche parlando vicino ad una persona contagiata oppure toccando superfici contaminate per poi toccarsi bocca, naso e occhi.

I sintomi dell’influenza sono: febbre, che può essere alta, tosse e mal di gola, congestione nasale, dolori muscolari e articolari, cefalea e altri problemi respiratori ci costringono a stare a letto. Nei casi più gravi, tuttavia, l’influenza può causare polmonite virale, polmonite batterica secondaria e un peggioramento degli altri sintomi, che possono richiedere il ricovero in ospedale.

L’influenza comune che colpisce la maggior parte delle persone sane dura solitamente meno di una settimana, cinque giorni circa. Si tratta della normale durata dei sintomi, mentre il periodo di incubazione, ovvero l’esposizione al virus prima e dopo la manifestazione del sintomi, dura due giorni, ma può variare da uno a quattro giorni e anche fino a cinque giorni. I bambini e le persone con il sistema immunitario indebolito sono i più contagiosi.

Nei casi in cui è particolarmente virulenta e il malato è debole, l’influenza può durare più a lungo. I sintomi possono richiedere un ricovero in ospedale o un riposo più lungo in presenza di complicanze.

I soggetti più fragili, a rischio di complicanze gravi dell’influenza sono i bambini molto piccoli, gli anziani sopra i 65 anni di età, le donne incinte, gli immunodepressi e le persone affette da malattie croniche, come diabete, malattie cardiovascolari, immunitarie e respiratorie. Per tutti questi soggetti è raccomandata la vaccinazione, anche per le donne incinte, come precisato anche dall’ultima circolare del Ministero della Salute sulle vaccinazioni da fare in gravidanza.

L’influenza si manifesta durante la stagione invernale, il freddo può incidere sula durata dell’epidemia e sul numero dei casi, aumentandoli.

L’influenza che colpisce l’uomo si suddivide in due tipi principali di virus: A e B. C’è anche un virus C, che tuttavia è più raro tra gli uomini, colpisce anche i suini ed è generalmente asintomatico.

Per la stagione 2018/2019, gli esperti hanno previsto che i virus che colpiranno quest’anno saranno l’AHN1 e il virus B. Quest’anno, inoltre, l’influenza dovrebbe colpire in Italia circa 5 milioni di persone, ma dovrebbe essere di media intensità, più leggera di quella dello scorso anno che invece è stata particolarmente pesante e aveva contagiato 7 milioni di persone. Lo hanno previsto gli esperti. Non si annuncia dunque un’epidemia grave, ma bisogna fare attenzione e non sottovalutare la malattia, per le ragioni dette sopra sui rischi e sulle complicanze.

Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli studi di Milano e direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano, ha spiegato a Ok Salute: “Con l’influenza non bisogna mai abbassare la guardia. Quanto è successo l’anno scorso ce l’ha ricordato chiaramente. Ci aspettavamo una stagione influenzale di media intensità e invece è stata una delle più pesanti degli ultimi anni. Una lezione che non dobbiamo dimenticare. Molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più malati”.

L’influenza non va sottovalutata perché può avere conseguenze gravi anche in soggetti adulti sani che normalmente non rientrano nelle categorie a rischio.

Il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) stima che, in media, circa 40 mila persone muoiano prematuramente ogni anno a causa dell’influenza in Unione europea. Il 90% dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base. Ricorda il Ministero della Salute sul suo sito web. Nel mondo, ogni anno, l’influenza provoca tra i 350.000 e i 650.000 morti e milioni di ricoverati.

La prevenzione, dunque, è importante e la prima arma contro l’influenza è una buona igiene. Occorre lavare le mani con acqua e sapone accuratamente e regolarmente, asciugarle bene. Le mani vanno lavate specialmente dopo aver tossito o starnutito. Sono utili anche i disinfettanti per le mani, che riducono la presenza di virus influenzale e possono essere una valida alternativa all’acqua. Infine, bisogna coprire naso e bocca quando si starnutisce e si tossisce, utilizzare fazzolettini monouso e poi lavarsi le mani.

Lo strumento di prevenzione più efficace è ovviamente la vaccinazione, partita quest’anno il 15 ottobre, data in cui è iniziata anche la sorveglianza sul sito web Influnet per la stagione influenzale 2018-2019. Consultando il sito si potranno conoscere la portata e l’incidenza della malattia.

La vaccinazione è il modo più efficace di prevenire l’influenza. Il vaccino non protegge al 100% dalla malattia, ma si abbassano considerevolmente le probabilità di contrarla e soprattutto, in caso in cui si venga contagiati, i sintomi sono meno gravi e non causano ulteriori complicanze.

Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione alle persone con età maggiore di 64 anni e a coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa dell’età o di patologie. Il periodo più indicato per la vaccinazione va da metà ottobre a fine dicembre. Si sconsiglia di vaccinarsi con molto anticipo, perché l’immunità data da questo vaccino scende nell’arco di 6-8 mesi e, quindi, il rischio è quello di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio).

Il vaccino contro l’influenza è gratuito per le categorie di persone ad alto rischio:

  • soggetti di età pari o superiore a 65 anni,
  • bambini di età superiore ai 6 mesi,
  • ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie, che aumentano il rischio di complicanze da influenza,
  • donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza,
  • individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.

I miti da sfatare sull’influenza

Infine, per la stagione influenzale 2018-2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha redatto un elenco con i 5 miti da sfatare sull’influenza. Tutte quelle false credenze che inducono a comportamenti erronei e pericolosi nei confronti di una malattia da non sottovalutare.

Mito 1: l’influenza non è grave e non ho bisogno del vaccino

Fino a 650.000 persone muoiono ogni anno di influenza. Questi casi riguardano solo le morti per complicanze respiratorie, pertanto l’impatto è perfino maggiore. Anche le persone sane possono contrarre l’influenza, ma soprattutto le persone con un sistema immunitario vulnerabile. La maggior parte delle persone guarisce in poco tempo, ma alcuni possono sviluppare complicazioni come sinusite, infezioni all’orecchio, polmonite, infiammazioni al cuore o al cervello.

Mito 2: il vaccino antinfluenzale può darmi l’influenza

Il vaccino antinfluenzale, somministrato per via intramuscolare, contiene un virus inattivato che non può provocare la malattia. Se si manifestano dolori, debolezza e febbriciattola si tratta della normale reazione del sistema immunitario al vaccino, sintomi che generalmente durano uno o due giorni.

Mito 3: il vaccino può causare effetti collaterali gravi

È provato che il vaccino antinfluenzale è sicuro. Effetti collaterali gravi sono molto rari. Una persona su un milione può contrarre la Sindrome di Guillain-Barré, che provoca debolezza muscolare e paralisi.

Mito 4: Ho fatto il vaccino ma ho l’influenza, allora non funziona

Circolano continuamente diversi virus dell’influenza, ecco perché le persone possono prendere lo stesso l’influenza nonostante siano state vaccinate, perché il virus è specifico per un ceppo. Tuttavia, essere vaccinati migliora le possibilità di essere protetti dall’influenza. Questo è molto importate per impedire che il virus contagi persone con un sistema immunitario vulnerabile.

Mito 5: Sono incinta, quindi non devo fare il vaccino contro l’influenza

Le donne incinte a maggior ragione devono fare il vaccino antinfluenzale, poiché il loro sistema immunitario è più debole del solito. Il vaccino inattivato contro l’influenza è sicuro in ogni fase della gravidanza.

Capito tutto unimamme? Seguirete le regole di prevenzione contro l’influenza?

Ulteriori informazioni sul sito dell’OMS: www.who.int/influenza/en/

Vi ricordiamo il nostro articolo sulle differenze tra raffreddore e influenza.

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