Bambino disabile rischia la vita: la battaglia della mamma

Antonio Maria con la mamma
Antonio Maria con la mamma

Comuni calabresi senza soldi per il trasporto tolgono la possibilità di effettuare una terapia fondamentale per la vita al piccolo Antonio Maria, bambino disabile di 8 anni affetto da una malattia cerebrale dalla nascita.

E’ una storia disarmante quella del piccolo Antonio Maria, il bambino disabile calabrese di 8 anni affetto da una malattia cerebrale gravissima dal momento della nascita raccontata da Le Iene. Al piccolo Antonio Maria è stata sottratta la possibilità di effettuare una terapia fisioterapica fondamentale per la sua giovane vita ed il motivo sarebbe un disaccordo tra i due comuni calabresi di Mendicino e Cosenza. I due comuni in questione, infatti, trovatisi in una situazione di difficoltà economica, avrebbero lasciato il piccolo senza trasporto, fondamentale per recarsi al centro dove esegue la terapia sei giorni a settimana.

Calabria, Comuni senza soldi e bimbo combatte per la vita

Una storia triste quella del piccolo Antonio Maria, 8 anni e già provato dalla vita e denunciata dalla mamma Rosita. Da tempo, a causa di disappunti tra i comuni di Cosenza e Mendicino in merito alla competenza in termini economici sulla fornitura del trasporto presso la struttura riabilitativa dove egli esegue una terapia fisioterapica fondamentale, Antonio Maria non ha la possibilità di essere sottoposto al trattamento necessario per la sua sopravvivenza. La causa del litigio sarebbe che il Comune di Mendicino non avrebbe più i fondi per sostenere il trasporto e come spesso accade, la situazioni diviene una patata bollente tra lo stesso Mendicino e il Comune di Cosenza.

Bambino disabile, la madre: “Non parla e non cammina”

La madre del piccolo Antonio Maria, Rosita, racconta la patologia del figlio che non parla e non cammina e che combatte per la vita, oggi ancora più a rischio a causa della mancanza di terapie necessarie. Il bambino comunica soltanto attraverso gli sguardi e pochi gesti e si alimenta tramite un sondino che va direttamente nello stomaco. Una situazione tragica che però non viene agevolata dai due comuni in questione che togliendo il trasporto al piccolo, gli hanno sottratto anche la speranza.

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Una situazione tragica, unimamme, cosa ne pensate? Speriamo che il problema venga risolto al più presto.

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