Mamma rifiuta di abortire la figlia senza mani su richiesta dei medici: “Mi ha scelto l’Universo” – FOTO

La frase del papà e l’inizio di una nuova fase

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@Instagram Vanessa Mcleod

In un momento di privacy però il marito ha guardato la moglie e le ha detto deciso: “Farò tutto ciò che devo fare per prendermi cura di lei. Costruirò qualsiasi cosa. La voglio. Farò tutto ciò che serve. Mi prenderò cura di lei per il resto della sua vita.

Una frase che ha cambiato ogni cosa. “Ho capito in quel momento che aveva ragione. Era nostra da amare e proteggere, e già l’amavamo. E sapevo, senza dubbio, che con mio marito al mio fianco potevamo farcela. Non avevo idea di come sarebbe stato, ma sapevo che non era la fine.”

Con il passare delle settimane e dei mesi le cose sono andate meglio.

Mi sentivo come se l’Universo avesse scelto me, tra milioni di madri, come mamma di Ivy. Penso persino che mi abbia scelto lei stessa. Mi ha visto e ha detto: “Sì. La voglio. Voglio che LEI sia la mia mamma”. L’universo sapeva che l’avrei amata. Che avrei lottato per lei, l’avrei difesa e sarei stata tutto ciò di cui aveva bisogno da una madre. Mi sembrava che tutta la mia vita mi avesse condotto a questo, mi avesse preparato per questo: essere la madre di Ivy. Forse è per questo che sono così empatica. Forse Ivy avrebbe avuto bisogno di una mamma che fosse empatica, compassionevole e amorevole. Forse è per questo che in passato ho difeso gli altri – era tutta pratica per Ivy.”

Col tempo questa mamma ha iniziato però a pensare diversamente: “ Non è Ivy che ha bisogno di me. Io ho bisogno di lei perché mi completa, completa la mia famiglia, in modi che non ho mai immaginato. È un balsamo per la mia anima, una cura per le ferite passate. Ivy mi insegnerà cose che non pensavo di dover sapere o che forse non volevo sapere“.

“Amo le braccia di mia figlia”: la nascita di Ivy e i suoi progressi

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@instagram vanessa mcleod

Ivy è nata con 4 settimane di anticipo e la mamma ricorda il parto:”Nel momento in cui l’ho nata e l’ho tenuta tra le mie braccia, ho provato tanta pace. E quando ha aperto gli occhi e mi ha guardato per la prima volta, ho capito che era esattamente dove doveva essere”.

Amo le braccia di mia figlia” racconta oggi Vanessa, e parlando di Ivy spiega che la piccola ha fatto passi da gigante raggiungendo tutte le tappe del suo sviluppo.

 

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Vorrei poter inviare i video delle sue visite al dottore che mi ha suggerito di abortire. Vorrei poter mostrare il bellissimo sorriso di Ivy e come si illumina non solo il suo intero viso, ma l’intera stanza. Vorrei che il dottore potesse sentire il suono magico delle sue risatine.”

Vanessa ha imparato tanto dalla figlia: ha imparato che “normale” è relativo e che la figlia è nata così, quindi non proverà mai la sensazione di aver perso qualcosa. Si adatterà.

 

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Siamo tutti diversi in tanti modi, e va bene. E spero di poterlo insegnare a mia figlia. Alcune persone hanno gli occhi blu, altre hanno il verde. Alcuni hanno i capelli biondi, altri hanno i castani. Alcuni nascono con le mani, altri senza. E spero di poterle sempre insegnare che la sua vita ha significato, valore e sarà sempre piena di tanto amore, indipendentemente dal suo aspetto o dalle sue capacità. Una cosa che so è che non metterò mai in dubbio la sua qualità di vita.”

Vanessa conclude dicendo che prova tanta speranza per il futuro della figlia, anche se ci sono giorni in cui preoccupazione e paura affiorano, tipo quando al parco i bambini la fissano o la indicano commentando “è strana” o peggio. Ma su questo lavorerà con la figlia, per trasmetterle fiducia in se stessa.

 

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All’inizio, è stato difficile per me aprirmi e condividere la sua storia. Non volevo che fosse esposta, ma ora voglio solo che si senta amata e supportata e so che gran parte di ciò verrà da questa comunità online. Abbiamo già trovato il Lucky Fin Project (@lucky_fin_project), The War Amps e ci siamo collegati con innumerevoli altri fantastici bambini (e genitori di bambini) con differenze agli arti. Ci sono così tante risorse là fuori per i bambini con differenze agli arti, contrariamente a quanto mi hanno detto i dottori. Voglio che Ivy sappia che ha un esercito dietro di sé. E voglio anche aiutare a normalizzare le sue differenze in modo che il mondo possa diventare un posto più inclusivo. Tutto quello che so è che, alla fine, questa storia non parla di me. Riguarda lei. Ed è assolutamente, inequivocabilmente, innegabilmente perfetta.

Cos’altro aggiungere unimamme, Vanessa ha detto tutto e noi le siamo grate. Crediamo infatti che esperienze come la sua possano dare coraggio e sostegno a genitori con figli diversamente abili ed essere un insegnamento importante sul non discriminare o sentirsi migliori degli altri. La sua storia ci dimostra come una comunità aiuti e sia fondamentale. Non siamo soli, ricordiamolo.

Grazie Vanessa per aver accettato di condividere anche con noi la tua storia, raccontata per la prima volta su LoveWhatMatters, speriamo raggiunga più famiglie possibili. Seguitela su Instagram, ne vale davvero la pena!

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