Vaccino antinfluenzale: un test per l’efficacia su bambini e ragazzi

Vaccino antinfluenzale: un test per misurarne l’efficacia su bambini e ragazzi a cura dell’Ospedale Bambino Gesù.

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Vaccino antinfluenzale: un test per l’efficacia su bambini e ragazzi – Universomamma.it (Adobe Stock)

Sappiamo quanto sia importante quest’anno la vaccinazione antinfluenzale nella popolazione per evitare di sovrapporre una diffusa epidemia di influenza a quella del Covid-19, con sintomi molto simili e molto difficili da distinguere se non ricorrendo al tampone per la verifica della presenza del nuovo Coronavirus Sars-CoV-2.

Se questo autunno-inverno molte persone dovessero ammalarsi di influenza, infatti, le strutture sanitarie rischierebbero il collasso, tra l’assalto ai pronto soccorso e le numerose richieste di tampone per accertare la presenza o meno del Coronavirus. I laboratori sarebbero sovraccaricati e anche il sistema di test e tracciamento rischierebbe la saturazione. Per questo, le autorità sanitarie raccomandano ai cittadini di vaccinarsi il più possibile contro l’influenza, soprattutto le categorie più deboli (anziani e malati cronici), mentre il Ministero della Salute ha incluso nella fascia protetta dei soggetti fragili, per i quali il vaccino è raccomandato e gratuito, anche i bambini dai 6 mesi ai 6 anni (sebbene già in alcune Regioni italiane ai bambini e ragazzi il vaccino antinfluenzale era offerto gratuitamente).

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Estesa la categoria dei soggetti fragili a cui è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale, va ricordato che questo vaccino non è sempre efficace, non al 100%. Poiché i virus dell’influenza sono instabili e cambiano di continuo non sempre il vaccino serve ad evitare la malattia e la sua efficacia immunitaria è limitata nel tempo, dura circa tre mesi. Per questo motivo, la vaccinazione contro l’influenza va ripetuta ogni anno e non anticipata troppo nel tempo, altrimenti si rischia di perdere la copertura nel momento in cui il l’epidemia raggiunge il suo picco. Anche se il vaccino può essere inefficace o avere un’efficacia limitata, comunque è sempre consigliabile farlo perché la malattia contratta dopo la vaccinazione è meno violenta. A questo proposito, tuttavia, si sono sollevate delle voci autorevoli contrarie alla vaccinazione nei bambini.

In ogni caso, sapere prima se un vaccino antinfluenzale sarà efficace oppure no è importantissimo e può aiutare a salvare delle vite, in particolare quando si tratta di soggetti molto deboli come i malati cronici e immunodepressi. A questo scopo, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha sperimentato un test molto sofisticato per verificare l’efficacia del vaccino antinfluenzale nei bambini e nei ragazzi con Hiv. Uno studio molto importante per perfezionare la prevenzione dell’influenza nei soggetti immunodepressi e a rischio di vita. Ecco di cosa si tratta.

Vaccino antinfluenzale: efficacia su bambini e ragazzi

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Vaccino antinfluenzale: un test per l’efficacia su bambini e ragazzi – Universomamma.it (Adobe Stock)

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è da tempo uno dei più importanti centri di ricerca clinica al mondo. Qui sono state sperimentate terapie all’avanguardia e realizzati studi scientifici importanti nella comprensione, prevenzione e cura delle malattie pediatriche, soprattutto quelle rare.

Ora, l’Ospedale ha sperimentato un innovativo test del sangue per predire l’efficacia del vaccino antinfluenzale sui bambini immunodepressi affetti da Hiv. Il test è stato messo a punto dal Bambino Gesù con la collaborazione dell’Università di Miami e di BioStat Solutions. Si tratta di una straordinaria innovazione biotecnologica che prevede la combinazione in un unico test di:

  • stimolo in vitro del sangue,
  • analisi dell’espressione genica dei linfociti,
  • impiego dell’intelligenza artificiale.

Il test che utilizza questo metodo innovativo si chiama In VItro Gene Expression Testing (IVIGET) ed è stato eseguito prelevando una piccola quantità di sangue, circa 3 ml, ai bambini e ragazzi immunodepressi con Hiv. Una parte del campione di sangue è stata poi stimolata in vitro con il vaccino antinfluenzale. Quindi, da questi campioni di sangue sono stati “estratti” i linfociti maggiormente implicati nella risposta immunitaria e ne è stata analizzata l’espressione genica, ovvero il modo in cui si “comportano” i geni prima e dopo la stimolazione in vitro.

Lo studio è durato due anni e ha coinvolto 23 pazienti dell’Ospedale affetti da Hiv, con un sistema immunitario compromesso e quindi particolarmente vulnerabili ai rischi dell’influenza.

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La fase di laboratorio è stata eseguita al Bambino Gesù con la collaborazione dei ricercatori dell’Università di Miami. I dati così ottenuti sono stati poi trasferiti ai biostatistici e bioinformatici della società americana BioStat Solutions che, processando le informazioni con un complesso algoritmo, hanno stilato una classifica dei geni in base alla loro capacità di “segnalare” la risposta immunitaria al vaccino (importance ranking), hanno assegnato a ciascuno di questi un punteggio (prediction score) e hanno calcolato il coefficiente di predittività, ovvero il valore numerico che misura la probabilità di efficacia del vaccino.

L’applicazione del coefficiente di predittività ai bambini coinvolti nello studio si è dimostrata attendibile al 96%: la previsione dell’efficacia del vaccino antinfluenzale è risultata esatta in 22 pazienti su 23.

I risultati di questo studio sono molto importanti, perché per i bambini immunodepressi essere protetti dal virus dell’influenza è fondamentale. Quindi, conoscere in anticipo se il vaccino funzionerà o meno consentirà di programmare percorsi vaccinali personalizzati ed efficaci nel tempo, con l’aggiunta di adiuvanti o con un maggior numero di richiami.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Immunology. Il nuovo test dovrà essere comunque validato con una nuova sperimentazione , condotta su un campione più ampio di bambini immunodepressi.

L’altro obiettivo dei ricercatori è quello di semplificare la procedura nella fase di laboratorio. Infatti, oggi sono circa 100 i geni analizzati per ogni tipo di linfocita selezionato (10 sottopopolazioni linfocitarie), mentre si punta a ridurre sensibilmente questi numeri per rendere il test più rapido, economico e fruibile su larga scala. Inoltre, i ricercatori puntano ad utilizzare questo sistema predittivo dell’efficacia del vaccino per altri tipi di vaccino e altre categorie di persone vulnerabili, come i bambini trapiantati, gli allergici, le donne in gravidanza e gli anziani.

Ulteriori informazioni sul sito web dell’Ospedale Bambino Gesù.

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Vaccino antinfluenzale: un test per l’efficacia su bambini e ragazzi – Universomamma.it (Adobe Stock)

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