I bambini ricoverati, piccoli pazienti di una clinica, possono abbracciare genitori e nonni in sicurezza in ospedale. L’iniziativa della “tenda degli abbracci” adattata ai più piccoli.
È difficile pensare al Natale senza un abbraccio ai nostri cari. In tempi di pandemia, purtroppo, non ci è concesso se vogliamo proteggere noi stessi e le persone a cui vogliamo bene.
Stare senza contatto fisico è una limitazione durissima e lo è ancora di più in situazioni difficili e di fragilità, come solitudine e malattia, in cui c’è un gran bisogno di abbracci.
In alcune situazioni, grazie alla creatività e all’ingegno è stato possibile risolvere il problema, concedendo la possibilità di abbracci e carezze tra familiari non conviventi in un tutta sicurezza. Si tratta del caso, di cui vi abbiamo già parlato, della casa di riposo Centro Servizi alla Persona Domenico Sartor di Treviso, che ha allestito una stanza dell’abbraccio per permettere ai suoi ospiti di entrare in contatto con i familiari in visita.
Grazie ai separatori in vetro con spazi per le mani con guanti per toccarsi e a una plastica trasparente morbida, gli anziani possono essere abbracciati, e anche baciati, in tutta sicurezza dai loro cari quando vanno a fargli visita. Niente più distanze, dunque, anche se con un velo di plastica, che permette tuttavia il contatto.
Ora una iniziativa simile è stata introdotta anche per i bambini, ecco dove e come.
I bambini, piccoli pazienti, possono abbracciare genitori e nonni
Gli abbracci per i bambini sono fondamentali, i bambini malati, con disabilità o ricoverati in ospedale ne hanno bisogno ancora di più. Purtroppo la pandemia li ha tenuti lontani dagli abbracci delle persone care, come accaduto ai piccoli pazienti dell’IRCCS San Raffaele di Roma, ricoverati nel reparto di riabilitazione pediatrica.
I bambini hanno scritto a Babbo Natale chiedendo nelle loro letterine di poter riabbracciare i loro cari. Il desiderio più semplice eppure più difficile di questi tempi. Babbo Natale però li ha accontentati in anticipo. Nel centro di cura, infatti, è arrivata la “tenda degli abbracci“, una struttura in plastica trasparente dove pazienti e visitatori possono infilare le braccia per stringersi in tutta sicurezza. È importante che i piccoli pazienti siano protetti dal pericolo di infezione.
La tenda degli abbracci è stata sperimentata in questi giorni per la gioia dei piccoli pazienti e dei loro genitori e nonni che finalmente hanno potuto riabbracciarli. Momenti davvero toccanti, immortalati nelle bellissime foto che vi mostriamo in questo articolo.
Com’è nata l’iniziativa della Tenda degli Abbracci al San Raffaele
Il Reparto di riabilitazione pediatrica e delle disabilità dello sviluppo Silvana Paolini dell’IRCCS San Raffaele di Roma accoglie bambini con traumi e disabilità anche gravi. La Direttrice sanitaria Amalia Allocca, coordinatrice delle Direzioni sanitarie del Gruppo San Raffaele, ha spiegato che il desiderio più grande dei bambini era poter riabbracciare i loro cari: “Dopo un anno come questo senza abbracci, senza feste, senza nonni, senza giochi, un abbraccio, sia pure plastificato può fare la differenza. Incontrarsi dopo tanto tempo occhi negli occhi è meraviglioso, gli esseri umani hanno bisogno di questo, non serve molto altro, serve il calore, serve la sicurezza che la tenda dà senza la distanza che il Covid impone. Serve il profumo degli affetti che nulla potrà mai cancellare.”
La tenda degli abbracci, spiega il sito web del San Raffaele di Roma, è stata installata nella hall del reparto ed è fornita di braccioli morbidi posizionati a diverse altezze, per tenere conto anche delle esigenze di chi è in carrozzina. In questo modo mamme, papà, nonni e nonne possono infilare le braccia da un lato e così i bambini dall’altro, abbracciandosi senza rischi di contagio.
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La tenda degli abbracci è la prima destinata a un reparto pediatrico. I parenti potranno accedere dopo aver fatto un tampone rapido, secondo un’agenda organizzata in modo da facilitare gli incontri, distribuiti nel corso della giornata con appuntamento prefissato con i Responsabili del Centro. Si legge sempre sul sito dell’Istituto.
Che dire unimamme di questa commovente iniziativa?