Natalità ai minimi storici: gli italiani non fanno più figli

L’Istat ha pubblicato i dati relativi alla natalità di questo ultimo anno e i risultati non sono per niente soddisfacenti.

Calo di nascite
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Dati abbastanza allarmanti quelli rilasciati dall’Istat nell’ultimo periodo. L’istituto statistico, come ogni anno, ha evidenziato nero su bianco in che stato si trova la natalità in Italia.

A quanto pare anche quest’anno i numeri sono arrivati a scendere fino ai minimi storici, cosa che conferma quanto il nostro popolo sia uno dei più vecchi al mondo insieme al Giappone.

Sono tante le cause che portano giovani coppie a ritardare il momento della gravidanza:

  •  la crisi economica che ormai da anni si è abbattuta sulla popolazione
  • la mancanza di lavoro
  • il cambiamento culturale.

Nel 2019 in tutto sono stati registrati 420.084 nascite, quasi 20 mila in meno rispetto all’anno precedente e andando ancora più indietro oltre 156 mila rispetto al 2008.

A diminuire quindi sono i nati dai genitori entrambi italiani e residenti nel nostro Paese e in base ai dati rilevati si è visto che l’età media in cui si diventa madri è a 31,3 anni (3 anni in più rispetto al 1995).

Fecondità della popolazione residente in Italia

Ma quali sono le ragioni dietro a un tale calo? Innanzitutto ci sono delle motivazioni strutturali relative al fatto che la popolazione di donne feconde, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni, è decisamente diminuita.

Infatti quelle che erano definite come baby-boomers (donne nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta) stanno uscendo dalla fase riproduttiva o si stanno avviando a concluderla.

Molte di queste scontano l’effetto del baby-bust, cioè il forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995, che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995.

Bonus per le famiglie
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A contrastare questo effetto però ci ha pensato l’immigrazione, che grazie all’ingresso di popolazione giovane, ha contenuto gli effetti del baby-bust. Tuttavia anche l’ingresso di quest’ultima sta avendo dei forti problemi a causa del fatto che le donne immigrate stanno invecchiando.

Un altro dato che fa riflettere è relativo al fatto che sono diminuite anche le nascite all’interno del matrimonio, pari a 279.744 nel 2019, 18mila in meno rispetto al 2018 e 184 mila in meno nel confronto con il 2008. Un dato che ovviamente fa riferimento al forte calo dei matrimoni che risale al 2014.

Tuttavia la denatalità continua anche nel 2020. Infatti secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-agosto 2020, le nascite sono già oltre 6.400 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Numeri che per il momento non tengono conto degli effetti della pandemia di Covid-19.

Natalità ai minimi storici: diminuiscono i primi figli

Come si è osservato la fase di calo della natalità si ripercuote sui primi figli: nel 2019 sono in tutto 200.291 (-29,5% del 2008) e rappresentano il 47,7% del totale dei nati.

Tanto che i figli successivi al primo sono diminuiti del 25% nello stesso arco temporale. Sono tante le cause di questo:

  • da una parte la prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine
  • dall’altra le difficoltà economiche che molti riscontrano anche nella ricerca di lavoro.

A questo si aggiunge anche il fatto che le coppie di oggi hanno rinunciato a sposarsi e ad oggi soprattutto nel 2019 sono tante le nascite, intorno alle 140.340 mila, che vengono al di fuori del matrimonio.

Insomma i dati che l’Istat ha divulgato in questi giorni non fanno ben sperare, dal momento che come scritto sopra, anche la dinamica migratoria, pur restando comunque positiva, non è allo stesso livello di qualche anno fa.

Cosa che ovviamente incide nelle nascite, dal momento che le donne migranti si sono introdotte nel sistema lavorativo e mostrano minori livelli di fecondità.

E voi unimamme eravate a conoscenza di questi dati rilasciati dall’Istat?

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