I genitori di Giulio Regeni, il ricercatore torturato e ucciso in Egitto nel 2016, hanno fatto un esposto al governo italiano con gravi accuse.
Unimamme, ormai sono trascorsi 4 anni dalla morte di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne visto per l’ultima vola a Il Cairo, in Egitto, il 25 gennaio del 2016 e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo.
Giulio Regeni: i genitori di nuovo all’attacco
Da quel momento i suoi genitori, Paola e Claudio Regeni hanno iniziato a combattere strenuamente per sapere la verità sulla sorte del figlio e assicurare i suoi assassini alla giustizia. Al loro fianco si è schierata da subito Amnesty International e, insieme, hanno portato avanti una campagna intitolata: Verità per Giulio Regeni.
Purtroppo, i loro sforzi si sono scontrati con il depistaggio delle indagini da parte del governo egiziano. Al momento dei fatti Regeni si trovava in Egitto in qualità di ricercatore dell’Università di Cambridge e stava svolgendo uno studio sui sindacati indipendenti dei venditori ambulanti, tema molto delicato. Secondo un supertestimone a rapire, torturare e uccidere Regeni sarebbero stati agenti dei servizi segreti egiziano che ritenevano che Regeni fosse una spia.
Stando invece a un comunicato ufficiale de Il Cairo il responsabile della morte di Regeni resta sconosciuto e non c’è motivo di intraprendere azioni penali circa quanto accaduto. Il governo egiziano quindi respinge completamente i risultati delle indagini italiane che accusano 4 persone, ufficiali e sottufficiali della sicurezza nazionale egiziana.
I genitori di Regeni però non mollano e ora hanno intrapreso una nuova azione. Hanno inviato un esposto contro il governo italiano per violazione della legge in materia di vendita di armi ad alcuni Paesi.
Questi sarebbero autori di gravi violazione dei diritti umani. Ad annunciarlo sono stati i genitori di Giulio Regeni nel corso di una puntata di Propaganda Live, show in onda su La7.
Il provvedimento si riferisce alla vendita di due fregate all’Egitto. In modo particolare, il loro esposto concerne la violazione della legge 185/90 che vieta l’esportazione di armi “verso Paesi responsabili di violazione dei diritti umani accertati dai competenti organi e il governo egiziano è tra questi”.
I genitori di Regeni sono indignati dal comportamento del governo egiziano che accusano di continuare a gettare fango. Secondo loro la procura egiziana mantiene un atteggiamento che dimostra l’impunità di cui si sentono di godere, scaricando la responsabilità su persone innocenti.
“È come se avesse parlato direttamente al Sisi, è uno schiaffo non solo a noi ma all’intera Italia. E il governo italiano è troppo remissivo e troppo debole, le sue sono parole senza azioni conseguenti”.
I genitori del ricercatore vorrebbero che fosse richiamato l’ambasciatore italiano in Egitto. “Lo chiediamo come un atto forte” spiegano i Regeni, come riportato su Repubblica.
La vicenda dei genitori di Regeni ci ricorda quella di Ilaria Cucchi, che ha lottato per anni per consegnare alla giustizia gli assassini del fratello.
Unimamme, voi cosa ne pensate di quest’ultimo aggiornamento sulle azioni intraprese dai genitori del giovane ricercatore ucciso?