“Tua madre doveva abortire”: ancora insulti per la malattia di Raffaele Capperi ma lui risponde con il suo motto

Raffaele Capperi si è fatto conoscere al grande pubblico questo autunno a Tu si que vales in cui ha raccontato della sua storia e malattia.

raffaele capperi
@ instagram raffaele capperi

Il 26enne della provincia di Piacenza si è fatto conoscere quest’autunno per aver partecipato a Tu si que vales, dove attraverso un toccante monologo, ha raccontato la sua vita e cosa è stato costretto a subire, cosa di cui si è parlato in un articolo passato.

Un monologo davvero emozionante che ha fatto il giro del web, ma anche della stampa e che ha aperto una pagina importante sulla questione del bullismo.

Come è noto negli ultimi tempi sono tante le notizie che girano intorno agli atti di bullismo e soprattutto sono sempre di più i ragazzini che ne sono vittime.

Un fenomeno che si sta ampliando a macchia d’olio e che è di difficile risoluzione.

Tuttavia però ci sono esperienze come quella di Raffaele che aiutano a far riflettere e soprattutto a capire quanta sofferenza ci sia dietro degli atti del genere.

Ma ripercorriamo la storia del 25enne per capire che cosa ha vissuto.

Raffaele Capperi: ancora attacchi social per la malattia

Raffaele Capperi (fonte Instagram @raffaelecapperi)
Raffaele Capperi (fonte Instagram @raffaelecapperi)

Quest’autunno a Tu si che vales ha fatto davvero molto emozionare il monologo di Raffaele Capperi.

Il ragazzo da quando è nato è affetto dalla sindrome di Treacher Collins. Ma di cosa si tratta? È una patologia che colpisce, secondo le stime, un neonato ogni 25-50 mila e provoca malformazioni al viso, problemi di respirazione e udito senza danneggiare però l’attività celebrare.

Come ha raccontato Raffaele a lui la patologia ha colpito metà del viso, condannandolo a una vita diversa rispetto ai suoi coetanei.

Una vita fatta di insulti, di prese in giro e dell’impossibilità di non riuscire a stringere vere amicizie con qualcuno.

raffaele capperi con il papà
Raffaele Capperi con il papà, da piccolo e oggi (Fonte: Instagram @Raffaele Capperi)

Per chi si fosse perso il video di Raffaele a Tu si que vales, ecco il suo intervento: https://www.wittytv.it/tu-si-que-vales/raffaele-capperi-sesta-puntata/?wtk=youtubenp.autopromo.tusiquevales.tusiquevales.descrizione.witty.

Tuttavia però nonostante le denunce che Raffaele ha fatto durante la puntata, il ragazzo ha ammesso sulle pagine di Fanpage.it che gli attacchi contro di lui non sono cessati.

Come ha raccontato, il ragazzo si è aperto un profilo Tik Tok dove poter esprimere meglio se stesso, ma ciò ha attirato l’attenzione di coloro che sono definiti cyberbulli.

@raffaelecapperiRispondi a @alfredino1394 tu da me che cosa vuoi? Tanto tu non mi avrai mai 💪 ##tudamechecosavuoi♬ tu da me che cosa vuoi Raffaele Capperi – Gnaffo

Ecco le parole che quotidianamente il ragazzo è costretto a sentirsi dire: “Malformato di merda”. “La tua vita non ha senso”. “Tua madre doveva abortire”. “Non ti insulto perchè lo ha già fatto la natura”.

Insomma cattiverie gratuite che lo hanno accompagnato da quando ha iniziato ad interagire con gli altri.

Un dolore che si è unito anche a quello che stava vivendo privatamente a casa, dal momento che Raffaele è stato costretto a subire 7 interventi chirurgici al volto. Si legge su Fanpage.it: “Da piccolo mia madre mi nutriva con le cannucce, avendo problemi di respirazione e a deglutire. Crescendo, i miei genitori decisero di operarmi non per com’ero, ma per il semplice fatto di farmi vivere una vita più serena e tranquilla. Finora ho dovuto subire sette interventi chirurgici al volto e ho iniziato a sentire come voi dall’età di 19 anni tramite un apparecchio acustico. Ancora gli interventi non sono finiti, ora sono fermo per causa del Covid”.

Dunque una vita non facile, soprattutto perché Raffaele non è riuscito fin da subito a condividere questi atti di bullismo con i suoi genitori. Ma ha vissuto tutto da solo: “Non ho mai detto nulla alla famiglia da ragazzino di ciò che mi succedeva fuori per non darle peso: ho sbagliato perché bisogna parlare. Mi sono sfogato da solo con la musica chiuso in bagno, in modo che nessuno potesse accorgersene”.

Non è riuscito a chiedere una mano ai suoi familiari neanche quando gli atti di bullismo sono diventati sempre più crudeli: “mi hanno preso di mira nello spogliatoio e mi hanno pisciato addosso. E purtroppo anche i professori a scuola non erano del tutto in grado di gestire una tale situazione, tanto che qualcuno si è spinto anche oltre.

Ovviamente questo lo ha fatto cadere in uno stato depressivo e di ansia, con continui attacchi di panico. Nonostante ciò, però, Raffaele è riuscito a sopravvivere a tutto questo male dando ascolto ad una vocina nella sua testa che gli consigliava di “mettermi in gioco, raccontando la mia storia, e dare forza a chi non ha voce, a chi fa fatica ad accettarsi. Io l’ho chiamato messaggio di Dio e così l’ho ascoltato, sono molto credente“.

Da allora ha deciso di aprirsi il canale Tik Tok in cui ha iniziato a raccontare la sua storia, e anche un profilo Instagram, ma ancor di più a sensibilizzare le persone contro gli atti di bullismo: “A volte faccio anche riflettere qualche bullo ignorante: non stai giocando con una bambola, ma coi sentimenti di una persona. E a prendere in giro le persone non si diventa forti, semmai si diventa piccoli”.

 

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Così giorno dopo giorno, Raffaele, grazie ai social, ha ripreso in mano la sua vita, ma soprattutto si è circondato di positività e ha capito che aiutare il prossimo è un atto davvero importante. Ecco qual è il motto che lo spinge a fare tutto ciò: “Parlatene oppure fatevi valere, rispondete, ma senza usare la violenza. Anche con la gentilezza si possono risolvere le cose. Il mio motto è: siate gentili“.

E voi unimamme eravate a conoscenza della storia di Raffaele?

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