Il lockdown fa male al matrimonio: è boom di separazioni

Il lockdown fa male al matrimonio: è boom di separazioni, anche in Italia.

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Il lockdown fa male al matrimonio: è boom di separazioni – Universomamma.it (Foto di Alfred Derks da Pixabay)

Il Coronavirus e soprattutto il lockdown per contenere i contagi si sono rivelati nocivi per il matrimonio. Nel 2020, infatti, è stato un vero e proprio boom di richieste di separazione coniugale.

Si tratta di un fenomeno che nei primi mesi dell’anno si era verificato in Cina, durante la fase più acuta della pandemia e la popolazione chiusa in casa per effetto di un rigidissimo lockdown. Lo stesso scenario si è riprodotto anche da noi in Italia, con tantissime coppie che si sono rivolte agli avvocati divorzisti. Un fenomeno che è stato segnalato dalle associazioni di avvocati. Ecco che cosa bisogna sapere.

Il lockdown fa male al matrimonio: aumentano le separazioni

È boom di richieste di separazione nell’anno della pandemia di Covid-19 e delle lunghe convivenze forzate a causa del lockdown. Le giornate e i mesi chiusi in casa hanno fatto male al matrimonio di tante coppie, svelando problemi nascosti o esasperando situazioni critiche. Le richieste di separazione, infatti, sono state soprattutto per infedeltà coniugale e violenza familiare. Si può dire dunque che non è tanto la pandemia o il lockdown a spingere le coppie a sperarsi, quanto ad avere piuttosto evidenziato o peggiorato delle criticità che esistevano già.

L’aumento delle richieste di separazione nel 2020 è stato del 60% rispetto al 2019. Come riferisce l’Associazione nazionale divorzisti italiani.

Le richieste di separazione sono per i seguenti motivi:

  • per infedeltà coniugale, anche virtuale nel 40% dei casi,
  • per violenza familiare nel 30%,
  • infine per altre cause sempre nel 30%.

Secondo gli avvocati dell’Associazione nazionale divorzisti italiani, nel 40% dei casi le coppie hanno chiesto la separazione per infedeltà perché durante il lockdown è stato più difficile nascondere le relazioni extraconiugali e le doppie vite che molti conducevano già prima dello scoppio della pandemia e delle conseguenti chiusure.

Matteo Santini, avvocato, presidente dell’Associazione nazionale avvocati divorzisti e direttore scientifico del Centro Studi ricerche diritto alla famiglia e minori, ha dichiarato all’Ansa: “Sono aumentate tantissimo le richieste di separazione dovute principalmente alla convivenza forzata che è poi la fonte di tutti i problemi principali che ci sono all’interno di una coppia“.

“Un conto è condividere i weekend e le sere – ha spiegato l’avvocato – un conto è condividere l’intera giornata con tutti i problemi relativi all’emergenza sanitaria: stress sanitario per la malattia, mancanza di lavoro, convivenza con i figli con le difficoltà connesse alla didattica a distanza. Questo comporta un’esplosione emotiva che porta al desiderio di allontanamento e alla richiesta di separazione”.

Altri numeri sulle separazioni

Numeri diversi ma comunque preoccupanti sono segnalati da altri avvocati. L’Ami, Associazione avvocati matrimonialisti italiani riporta un aumento del 30% delle richieste di separazione coniugale nel 2020, di cui la metà sono giudiziali, dunque senza il consenso di entrambi i coniugi e con un difficile percorso giudiziario davanti.

Secondo l’Ami, inoltre, nel 2020 si è verificato un aumento del 20% dei femminicidi e un aumento del 70% di violenze all’interno della famiglia. Dati che fanno pensare.

Gian Ettore Gassan, avvocato e  presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, ha detto all’Ansa: “La pandemia ha creato l’emergenza familiare non solo quella economica. Vivere sotto lo stesso tetto per tanti mesi specialmente per le coppie in crisi ha prodotto situazioni insostenibili ed è evidente che tutte queste tensioni non potevano non comportare un aumento delle separazioni”.

Il dato che non cambia, invece, è la differenza tra Nord e Sud Italia nel numero delle separazioni. Al Nord ci si separa due volte di più che al Sud: nelle regioni settentrionali le separazioni sono 450 ogni mille coppie, mentre in quelle meridionali sono 200 ogni mille coppie. I dati sono di Ami ma condivisi anche dall’altra associazione di avvocati.

Ai tempi della pandemia di Covid e del lockdown l’altro elemento negativo riguarda il blocco delle attività dei tribunali che ha ritardato le procedure di separazione per circa 10mila coppie in attesa di giudizio. Un altro problema che ha peggiorato la vita di molti coniugi, lasciandoli in una situazione di limbo.

A proposito di separazioni e divorzi, ricordiamo infine la sentenza che ha negato l’assegno di mantenimento alla ex moglie con un compagno stabile.

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(Foto Adobe Stock)

Che ne pensate unimamme di questa situazione delle separazioni? Avete esperienze dirette?

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