Scuole in presenza: l’allarme del CTS e le raccomandazioni alle Regioni

Il CTS su richiesta del Governo si è riunito d’urgenza dopo il nuovo Dpcm del 14 gennaio. Ecco le loro valutazioni sulla riapertura degli istituti superiori e le conseguenti raccomandazioni sulle scuole in presenza.

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Dopo le vacanze di Natale la situazione dei contagi non è migliorata, infatti a partire da questa settimana ancora 4 regioni sono in zona rossa e  ben 12 sono in zona arancione. Cosa comporta questo per le scuole? A questa domanda ha risposto il Comitato Tecnico Scientifico con una nuova relazione.

La nuova relazione del CTS sull’importanza delle scuole in presenza

Gli esperti hanno consegnato al Ministero le loro valutazioni in merito all’opportunità di far tornare in presenza gli studenti anche alle scuole superiori. La novità rispetto al passato risiede nel fatto che secondo il CTS bisogna tenere conto delle differenze regionali a livello di contagi.

Su Repubblica si legge infatti: “L’attuale incremento registrato dell’incidenza di nuovi casi è stato comunque contenuto grazie alle misure di mitigazione adottate, pur osservandosi una significativa differenza tra le realtà regionali, alcune delle quali connotate da elevata circolazione virale“.

Ma, come già fatto in passato, gli esperti ribadiscono l’importanza per i ragazzi di tornare in classe e la considerano “condizione imprescindibile e non più procrastinabile per il grave impatto che l’assenza di esso ha sull’apprendimento e la strutturazione psicologica e di personalità degli studenti che, in questa particolare fascia d’età, possono essere fortemente penalizzati dall’isolamento domiciliare“.

Poiché rimane responsabilità delle regioni l’apertura degli istituti scolastici, e considerando l’attuale calendario regionale sulla riapertura delle scuole, si spera che grazie a queste raccomandazioni i governatori si convincano ancor di più a fare scelte ponderate.

Ci sono già state diverse manifestazioni degli studenti che vogliono tornare a scuola, ed è forte l’allarme lanciato dagli esperti sulle conseguenze sulla loro salute mentale ed in generale nel lungo periodo, non si può far finta di nulla.

La scuola, come confermato da diversi studi, è un luogo sicuro. Lo è meno sicuramente il mondo esterno, i trasporti e i comportamenti irresponsabili. Per questo motivo servono anche più controlli.

In conclusione per poter garantire il ritorno a una “quasi normalità” degli studenti di ogni grado tutti ci dobbiamo impegnare, dalle istituzioni ai singoli cittadini.

E voi unimamme che ne pensate?

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