Richiamo pasta all’uovo prodotta in Italia per rischio contaminazione

Il Rasff ha pubblicato il richiamo i un lotto di pasta all’uovo prodotto in Italia che non deve essere consumato per rischio contaminazione.

Richiamo pasta all'uovo Unimamme, oltre ai richiami pubblicato sul sito del Ministero della Salute, ultimo in ordine di tempo è quello di diversi lotti di una spezia che si usa molto negli ultimi anni in cucina, c’è anche un altro ente che se ne occupa.

Si tratta del Rasff, il Sistema Rapido di Allerta Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi che in questi giorni ha reso noto di aver messo sotto sequestro un rende noto di avere posto sotto sequestro un alimento che viene prodotto nel nostro Pese e destinato anche al consumo estero.

Vediamo di cosa si tratta.

Richiamo pasta all’uovo: l’allerta del Rasff

Richiamo pasta all'uovo

Il Rasff ha reso noto una notifica che riguarda un lotto di pasta all’uovo prodotta nel nostro Paese e che non deve essere assolutamente consumata. Per questo, l’ente ha messo sotto sequestro i vari lotti ed ha calcolato il rischio basso perchè per fortuna ancora non era arrivata nella grande distribuzione e di conseguenza il consumatore non l’ha potuta acquistare.

In questo caso non è l’Osa, l’operatore del settore alimentare, che si è accorto del problema, ma gli esperti che controllano. Il motivo del sequestro della pasta all’uovo è per la presenza di una infestazione da parassiti.

La marca ed i lotti della pasta non stati resi noti proprio perchè non c’è nessun rischio per il consumatore in quanto, come già detto, non è mai arrivata sugli scaffali dei vari negozi. Si tratta di una notifica tempestiva da parte del Rasff che ha permesso di tutelare la salute del consumatore finale.

Ed è proprio questo lo scopo del Rasff, notificare in tempo reale rischi diretti o indiretti per la salute umana, animale e l’ambiente, connessi al consumo di alimenti, mangimi e materiali destinati al consumo con alimenti, e adottare misure a tutela della salute pubblica. Si tratta di un meccanismo che vede coinvolti diversi enti: la Commissione Europea, gli Stati membri dell’Unione e l’EFSA (Autorità per la sicurezza alimentare).

 

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