Emergenza alcol: chi rischia di più dall’abuso, le conseguenze

L’abuso di alcol è un’emergenza: le fasce di età più a rischio e le conseguenze. Cosa bisogna sapere.

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Emergenza alcol: chi rischia di più dall’abuso – Universomamma.it (Adobe Stock)

Sapiamo che l’abuso di alcol, anche tra giovanissimi, è un problema molto diffuso, anche in Italia. Il consumo eccessivo di bevande alcoliche è molto dannoso per la salute e può favorire anche la formazione di tumori. Negli adolescenti, poi, i pericoli sono ancora più gravi perché il loro organismo è ancora in fasce di crescita. L’alcol può comprometterla seriamente.

Oltre agli adolescenti, l’alcol è un rischio anche per gli anziani, a causa anche delle loro condizioni di salute più fragili. Tra le conseguenze più gravi del consumo di alcol ci sono gli incidenti stradali. Nonostante l’inasprimento delle leggi, infatti, ancora troppe persone si mettono alla guida non perfettamente lucide per via dell’alcol.

Emergenza alcol: chi rischia di più dall’abuso, le conseguenze

L’abuso di alcol è un problema di salute pubblica diffuso in tutta Europa. Ogni giorno muoiono circa 800 persone in Europa per cause attribuibili all’alcol.  Come si legge nella Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi alcol correlati per l’ anno 2019. Di questi 800 decessi giornalieri, circa 1 su 4 riguardano giovani tra i 20 e i 24 anni.

Nel 2016, nei Paesi dell’Unione Europea, incluse Norvegia e Svizzera, oltre 290mila decessi sono stati causati dall’alcol, un numero che corrisponde al 5,5% di tutti i decessi registrati.

I decessi correlati all’alcol sono avvenuti:

  • al 29% per patologie oncologiche,
  • il 20% per cirrosi epatica,
  • al 19% per malattie cardiovascolari,
  • il 18% per incidenti.

Sempre nel 2016 in Europa, si stima che siano stati persi 7,6 milioni di anni a causa del consumo di alcol.

Consumo di alcol in Italia

Riguardo al consumo di alcol in Italia, i dati dell’Istat riferiti al 2018 confermano la tendenza degli ultimi anni di un aumento:

  • del consumo occasionale, dal 44% al 46%,
  • del consumo fuori pasto, dal 29% al 30%.

Invece, è lievemente diminuito il consumo giornaliero, da 21,4% a 20,6%.

I cambiamenti relativi al consumo di alcol variano a seconda delle fasce di età. Tra i giovani fino ai 24 anni e tra gli adulti 25-44enni  si è verificato un maggior calo di consumo alcolico giornaliero; mentre tra gli adulti di 45-64 anni e gli anziani over 65 è aumentato in particolare il numero di consumatori occasionali. Invece è soprattutto tra le donne che è aumentato il consumo di alcol fuori pasto.

La relazione del Ministro della Salute avverte che il consumo di bevande alcoliche tra i giovani permane una criticità. Una situazione che suggerisce di mantenere alta l’attenzione su questa fascia di popolazione.

In particolare, nella fascia di età 11-24 anni è diffusa soprattutto l’abitudine di bere alcolici fuori dai pasti, con una frequenza di almeno una volta a settimana. Questo indica un comportamento nel consumo di alcol adottato in modo abituale e potenzialmente a rischio. Tra i giovani, i comportamenti a rischio sul consumo di alcol sono diffusi soprattutto nella fascia età compresa tra i 18 e i 24 anni. Un fenomeno che comunque cambia a seconda del genere, perché tra i ragazzi è circa il doppio rispetto alle ragazze.

Tra i comportamenti a rischio nel consumo di alcol tra i giovani, quello più diffuso è il binge drinking. Il fenomeno del binge drinking indica una assunzione continua di più bevande alcoliche in un breve arco di tempo.

La diffusione di questo comportamento è stata confermata dallo studio sui modelli di consumo tra i giovani per il 2018, che segnala che in quell’anno il binge drinking ha riguardato il 17,2% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 22,6% maschi e l’11,1% femmine. I dati sono sovrapponibili a quelli dell’anno precedente.

Si sono verificati dei cambiamenti nel consumo delle bevande alcoliche. È diminuito il consumo esclusivo di vino e birra, mentre è aumentata l’abitudine di consumare anche altri alcolici. Un cambiamento che ha riguardato soprattutto le donne sopra i 45 anni.

La Relazione segnala che il consumo di alcol è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-Est, e tra i maschi. La quota di consumatori di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio conseguito, ciò avviene soprattutto per le donne e soprattutto in relazione al consumo fuori pasto. Un andamento inverso ha, invece, il consumo quotidiano di alcol, che aumenta al diminuire del titolo di studio, soprattutto per gli uomini.

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Dipendenza da alcol e droga
(Adobe Stock)

Consumatori di alcol a rischio

In base alle nuove indicazioni scientifiche sul consumo di alcol sono considerati a rischio:

  • gli individui sotto i 18 anni di età che hanno consumato una qualsiasi bevanda alcolica;
  • gli uomini che hanno superato un consumo quotidiano di due Unità Alcoliche standard (UA),
  • le donne e gli anziani che hanno superato un consumo quotidiano di una UA,
  • tutte le persone, indipendentemente dal sesso e l’età, che hanno praticato il binge drinking almeno una volta in un anno.

Nel 2018, i consumatori di alcol a rischio sono stati il 23,4% degli uomini e l’8,9% delle donne di età superiore agli 11 anni. Per un totale di circa 8.700.000 individui: 6.200.000 uomini e 2.500.000 donne.

Il rischio del consumo di alcol nella popolazione per fasce di età riguarda in primo luogo i ragazzi tra i 16 e i 17 anni, per entrambi i generi (48,3% maschi e 40,7% femmine), seguiti dagli anziani sopra i 65 anni. La Relazione spiega che circa 800.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni sono individui da considerare a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate. Queste fasce di età della popolazione sono più a rischio probabilmente per la carente conoscenza o consapevolezza dei rischi che l’alcol causa alla salute. Per questa parte di popolazione, OMS e Commissione Europea raccomandano azioni di sensibilizzazione sui rischi del consumi di alcol.

In generale, esclusi i ragazzi, i consumatori di alcol a rischio sono più tra gli uomini che tra le donne.

Conseguenze dell’abuso di alcol

La conseguenza del consumo eccessivo o abuso di alcol è l’alcoldipendenza. Un fenomeno che ha importanti implicazioni sanitarie e sociali. In Italia la stima precisa del numero di alcoldipendenti ha sempre presentato delle difficoltà e non esistono dati ufficiali in merito. La Relazione del Ministro della Salute segnala che nel 2018 sono stati presi in carico 65.520 soggetti presso i servizi o gruppi di lavoro rilevati (408) . Di questi, i nuovi utenti sono stati 17.887 (13.754 maschi e 4.133 femmine), gli utenti già in carico sono stati 47.633 (36.440 maschi e 11.193 femmine).

L’alcodipendenza è così distribuita per fasce di età:

  • 40-49 anni: 19.390 utenti totali, sia nuovi che in carico;
  • 50-59anni: 18.716 utenti totali;
  • sopra i 60 anni: 11.541 utenti totali;
  • 30-39 anni: 10.770 utenti totali;
  • 20-29 anni: 4.485 utenti totali;
  • sotto 19 anni: 230 utenti totali.

Nel 2018 si sono verificati complessivamente 40.083 accessi in Pronto Soccorso caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all’alcol. Di questi il 70% riguarda accessi di maschi e il restante 30% di femmine. Dal triage medico è emerso che il 66% degli accessi è avvenuto in codice verde, il 22% in codice giallo, il 10% in codice bianco e il 2% in codice rosso.

Le diagnosi principali di accesso al Pronto Soccorso per alcol:

  • al 15,8% per abuso di alcol non specificato,
  • 15,29% per abuso di alcol episodico,
  • 12,8% per effetti tossici dell’alcol etilico.

Degli accessi al Pronto Soccorso, il 59,8% è arrivato con il 118, mentre il 28% con mezzi propri.

Riguardo alle dimissioni ospedaliere, nel 2018 erano 55.032 ad avere indicata almeno una patologia attribuibile all’alcol, come diagnosi principale del ricovero (59%) o come una delle diagnosi secondarie (41%), che coesistono al momento del ricovero e influenzano il trattamento terapeutico somministrato.

Nel dettaglio delle diagnosi, le dimissioni hanno riguardato ricoveri avvenuti per:

  • patologie epatiche croniche, come steatosi, epatite e cirrosi (56,2%);
  • sindromi da dipendenza da alcol, come intossicazione acuta (ubriachezza acuta in corso di alcolismo) e alcolismo cronico e dipsomania (22,4%);
  • abuso di alcol, effetti postumi all’eccessiva assunzione più o meno occasionale di alcol, hangover, ebbrezza ed ubriachezza (15,6%).

In merito ai decessi attribuibili all’alcol, i dati più recenti, forniti dall’ISTAT ed elaborati dall’ISS, si riferiscono al 2016 e riguardano i decessi avvenuti tra i residenti in Italia (cittadini italiani e stranieri). In quell’anno, le persone sopra i 15 anni di età morte per patologie interamente attribuibili all’alcol sono state 1.290, di cui 1.032  uomini (80%) e 258 donne (20%). Si tratta di circa 41 decessi per milione di abitanti tra gli uomini e circa 9 decessi per milione tra le donne. Questi dati sono in leggero aumento rispetto all’anno precedente.

Le due patologie con il numero maggiore di decessi, sia tra gli uomini che tra le donne, sono state le epatopatie alcoliche (M=759; F=203) e sindromi psicotiche indotte da alcol (M=201; F=42). Nel complesso hanno causato il 93% dei decessi alcol-attribuibili tra gli uomini e il 95% tra le donne.

Infine, riguardo agli incidenti stradali alcol correlati non ci sono dati uniformi a causa della mancanza di un’unica Banca Dati in cui raccogliere i dati provenienti da diverse fonti ufficiali. Dai dati di Carabinieri e Polizia Stradale riferiti al 2018 è risultato che sono stati 5.097 gli incidenti stradali per i quali almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza, su un totale di 58.686 incidenti. Nel complesso l’8,7% degli incidenti rilevati dai Carabinieri e dalla Polizia Stradale è risultato legato, in aumento rispetto al 2017, quando tale percentuale era pari al 7,8%. Tra i conducenti sottoposti a controllo con etilometro nel 2018 il 5,1% è risultato positivo.

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Alcol (iStock)

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