Il 15 Marzo è la Giornata Nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione

Il 15 Marzo è la Giornata Nazionale del fiocchetto lilla, ossia la Giornata Nazionale contro i disturbi dell’alimentazione: un problema che affligge anche i bambini. 

I disturbi dell’alimentazione sono delle malattie complesse: tali malattie sono determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo che portano, chi ne è affetto, a vivere con una ossessiva attenzione alla propria immagine corporea, al proprio peso e a una eccessiva necessità di stabilire un controllo su di esso“, così sono definiti i disturbi dell’alimentazione dal nostro Ministero della Salute.

I disturbi dell’alimentazione possono compromettere gravemente la salute di tutti gli organi e portare, chi ne è affetto in modo grave e protratto, alla morte. Disturbi come l’anoressia, la bulimia, ma anche il Binge Eating e l’obesità sono problemi di cui si parla ancora troppo poco e che riguardano ragazzini sempre più giovani. 


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Il 15 Marzo è la Giornata Nazionale del fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, DCA. In tale giornata le amministrazioni pubbliche promuovono l’attenzione e l’informazione sul tema, soprattutto tra i più giovani.

Ecco tutte le informazioni e cosa possono fare i genitori per istruire ed aiutare i propri figli.

Giornata Nazionale dei disturbi dell’alimentazione: un problema che riguarda anche i più piccoli

Il 15 Marzo di ogni anni si celebra la Giornata Nazionale del fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi dell’alimentazione. Tale giornata è stata promossa, per la prima volta, nel 2012 dall’associazione Mi Nutro di Vita“, per iniziativa di un padre che aveva perso la figlia a soli 17 anni a causa della bulimia: la Giornata Nazionale, infatti, ricorre il 15 Marzo, proprio il giorno della scomparsa della ragazza.

Tra i tanti obbiettivi promossi da questa giornata, ci sono:

  • creare una rete di solidarietà verso chi è colpito da DCA, personalmente o in famiglia, per combatterne il disagio relazionale e il senso di abbandono e sconfiggere l’omertà che accompagna questi disturbi.
  • accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale del carattere di epidemia sociale che i DCA stanno assumendo a livello nazionale e mondiale.
  • sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere la frequenza, le caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre.

Secondo le statistiche diffuse dal Ministero dellA Salute, tali disturbi sono più frequenti nella popolazione femminile che in quella maschile:

  • i casi di anoressia nervosa che riguardano un soggetto di sesso maschile sono solo il 5-10% dei casi totali,
  • mentre i casi di bulimia nervosa riguardano circa 0,8 uomini ogni 1000 casi registrati.

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Tuttavia, l’allarme lanciato dagli esperti è un altro: l’età media di insorgenza dei disturbi dell’alimentazione si sta pericolosamente abbassando. E’, infatti, possibile vedere in stato di anoressia già bambini di soli 8-9 anni.

La causa è legata soprattutto alla diffusione dei nuovi mezzi di informazione, soprattutto i social, tra i più piccoli: tali mezzi, molto spesso, promuovono dei modelli e degli stereotipi sociali sbagliati.

Giornata Nazionale del fiocchetto lilla: cosa possono fare i genitori?

Quando un Disturbo dell’Alimentazione e della Nutrizione colpisce una persona, coinvolge inevitabilmente anche tutto il suo nucleo familiare. Molto spesso, infatti, i genitori o i familiari di ragazzi giovani e giovanissimi affetti da questo problema si chiedono: cosa posso fare?

Indipendentemente da quale sia il disturbo dell’alimentazione in questione, accanto al percorso terapeutico è fondamentale la comunicazione all’interno del nucleo familiare. I genitori, infatti, potrebbero:

  • Garantire l’ascolto in maniera empatica e senza giudicare.
  • Restare calmi e aperti all’ascolto.
  • Evitare di fare riferimento all’aspetto fisico.
  • Non parlare di questioni di peso né di diete dimagranti.
  • Chiedere loro cosa vorrebbero faceste per aiutarli e, se ragionevole, cercate di farlo senza rigidità.
  • Manifestare i propri sentimenti rispetto alla situazione ed eventualmente anche le vostre fragilità.
  • Proporre attività alternative che aiutino a distrarsi dal pensiero ossessivo del cibo.

Il trattamento terapeutico dei disturbi dell’alimentazione è molto delicato e complesso e richiede l’aiuto di professionisti di vario genere, in base alla gravità della situazione. Molto spesso, infatti, è necessaria l’integrazione tra una terapia di tipo clinico-alimentare e una terapia di tipo psicologico. 

Questi disturbi, infatti, “sono il risultato di condizioni disfunzionali multidimensionali in cui operano diversi fattori fisici e psichici predisponenti, precipitanti e perpetuanti“, come riportato dal Ministero della Salute nella pagina web dedicata. 

E voi Unimamme, conoscevate questa Giornata Nazionale? Che ne pensate?

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