Coppette mestruali, quello che non sappiamo: sono davvero sicure?

Negli ultimi anni sono sempre di più le donne che sposano l’ecologia e la comodità con le coppette mestruali. Ma sono davvero sicure? Ecco cosa dice una ricerca

Dopo un’iniziale diffidenza, anche le donne italiane utilizzano sempre di più le coppette mestruali. La spinta a temi ecologici e all’empowerment femminile, hanno fatto salire il numero di acquirenti negli ultimi dieci anni. Questi comodi strumenti hanno certamente aiutato le donne a gestire il loro ciclo. Questo perché le coppette mestruali hanno una maggior capacità di contenere le perdite ematiche e più a lungo dei classici assorbenti.

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Cosa sappiamo sulla sicurezza delle coppette mestruali?  Universomamma.it

Un altro aspetto che ha avvicinato le italiane all’utilizzo della coppetta mestruale, assieme ad altri assorbenti eco, è il loro prezzo accessibile paragonato a quello degli usa e getta. Fino a poco tempo fa, infatti, l’Italia aveva l’Iva più alta in Europa sui prodotti per l’igiene femminile. Questo, chiamato “Tampon Tax”, ha portato le donne ad avvicinarsi a sistemi più economici per gestire le loro mestruazioni. Una coppetta, infatti costa dai 10 ai 30 euro e dura fino a 10 anni, mentre la spesa da sostenere per comprare gli assorbenti è di 126 euro l’anno.

Inoltre, spinte femministe hanno portato le donne ad avere maggior accesso a prodotti per gestire le mestruazioni e meno tabù sul loro acquisto o utilizzo. Le coppette mestruali sono state introdotte in Italia negli anni 2000, con la vendita, prima solo online, di diverse marche e tipologie. Tuttavia, al di là del loro impatto ecologico, la sicurezza delle coppette resta un aspetto dibattuto. Una ricerca cerca di fare luce su questo tema.

La ricerca sulle coppette mestruali che fa riflettere

Una ricerca condotta da Altroconsumo ha effettivamente rilevato che le utilizzatrici di coppette mestruali le trovano più comode (113 su 152) e più economiche (77 su 152). Inoltre, le coppette mestruali permettono di fare attività fisica senza problemi (75 su 152) e di dormire tranquillamente durante la notte (68 su 152). Tuttavia, ancora non tutte hanno aderito alla transizione ecologica, preferendo gli assorbenti tradizionali (interni e esterni).

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Vent’anni fa non le conosceva nessuna, ora le coppette sono molto utilizzate Universomamma.it

Questo perché molte hanno notato che l‘utilizzo fuori casa è un po’ scomodo e non si adatta a ritmi frenetici che richiedono una pulizia accurata. Altroconsumo, avvalendosi di 15 tester con anni di esperienza nell’uso del prodotto, ha fatto un’interessante scoperta che rivela che l’essere etico non coincide spesso con l’essere un prodotto sicuro per la salute. Le coppette mestruali non sono regolate da una specifica normativa con limiti e parametri chimici.

Le coppette mestruali sono fatte di silicone medico ma non ci sono regolamenti completi sui test chimici. Quando sono stati testati per composti organici volatili (VOC), i prodotti Mooncup e Allmatters non ne avevano mentre le coppette Eureka! e Tampax superavano i limiti consentiti. È importante sapere che il test è stato fatto su prodotti nuovi e che la sterilizzazione prima dell’uso riduce la presenza di VOC.

cosa sapere sulle coppette mestruali
Tutto quello che c’è da sapere sulle coppette mestruali Universomamma.it

La ricerca ha identificato due gruppi di composti nocivi che possono essere presenti nei prodotti per l’igiene intima. Tuttavia, i prodotti analizzati non contenevano idrocarburi policiclici aromatici, ma alcuni presentavano un’elevata quantità di silossani indesiderati. La qualità complessiva dei prodotti è stata valutata come almeno sufficiente, inclusa la correttezza delle informazioni relative al rischio di infezioni da Sindrome da Shock Tossico. Le coppette riutilizzabili sono state considerate “Miglior Scelta Green” per la loro sostenibilità ambientale.

Il processo di test si è svolto tra dicembre 2022 e aprile 2023 e ha coinvolto le marche più conosciute e facilmente reperibili sul mercato italiano. Le analisi chimiche hanno pesato per il 25% del giudizio globale, seguite dalle prove di laboratorio sulla capacità, la resistenza e la durabilità (20%), l’etichetta e l’impatto ambientale (15%), e infine la prova pratica svolta da 15 testatrici esperte (40%).

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