Perché non dovremmo dare la paghetta ai nostri figli: c’è un’alternativa più educativa

Celia Rubio, esperta di finanza, spiega come migliorare la situazione economica e le prospettive future di una famiglia a partire dall’educazione finanziaria dei figli. 

La carenza di educazione finanziaria, l’incapacità di pianificare, gestire e controllare le nostre spese e i nostri investimenti sono una delle grandi lacune delle società del XXI secolo. Ce lo ricorda Celia Rubio, divulgatrice e autrice di un saggio intitolato “Usa bene i tuoi soldi”. Se siamo preoccupati per il futuro finanziario dei nostri figli, dovremmo guardare innanzi tutto a noi stessi: se non ci informiamo o non ci istruiamo, non saremo mai in grado di trasmettere il valore e il significato del denaro.

perché non dare paghetta ai figli esiste alternativa migliore
I genitori influenzano i loro figli sul concetto di denaro. (Universomamma.it)

Da dove iniziare? La prima cosa da chiarire è che per organizzare le nostre finanze non abbiamo bisogno di una laurea in Economia e Finanza o simili. Ci sono una serie di linee guida di base che qualsiasi famiglia o persona può applicare. Pertanto, sfatiamo miti del tipo “i numeri non fanno per me”. Si tratta di stabilire un budget per le spese di base, quelle per i bambini e per il tempo libero… e un altro budget per i risparmi e gli investimenti. È molto facile registrare ogni mese le entrate e le spese per ogni voce. Ma non basta.

La variante intelligente alla classica paghetta

Spesso senza accorgerne o senza volerlo, i genitori influenzano i loro figli sul concetto di denaro. Molte famiglie si lamentano che i bambini non danno valore ai soldi, che vogliono tutto e subito, non capiscono quanta fatica costi guadagnare denaro… Ma ciò accade perché non ci siamo mai seduti a spiegare loro quanto sopra. Ecco perché non bisogna mai dare un assegno in bianco a un bambino. Certo, è importante che i nostri figli abbiano i loro soldi e li gestiscano in autonomia. Ma la soluzione migliore è un sistema di commissioni.

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Se un ragazzo non sa gestire 100 euro, non saprà gestirne nemmeno 1.000 o 3.000. (Universomamma.it)

In altre parole, nostro figlio avrà una serie di compiti obbligatori a casa (fare il letto, per esempio) più una serie di compiti aggiuntivi, adatti alla sua età, con un compenso in cambio del loro svolgimento. Ad esempio, quando sono molto piccoli, se ci accompagnano a buttare la spazzatura, possiamo dare loro 1 euro. Quando sono più grandi, e magari vogliono acquistare un videogioco, questo sistema può continuare ad essere implementato per concordare con loro una soluzione tipo: “Quando risparmi il 50% di quanto vale il videogioco, ti pagherò l’altro 50%”.

In questo modo, li stiamo educando finanziariamente e li abituiamo a risparmiare. Così, quando sono adolescenti, possiamo aiutarli a pianificare le spese e, proprio come gli adulti, possiamo insegnare loro ad usare una carta di debito, ovviamente con tutti i controlli e i limiti del caso, concedendo loro una graduale autonomia.

Il punto è che se un ragazzo non sa gestire 100 euro, non saprà gestirne nemmeno 1.000 o 3.000. E una volta entrato nel mondo del lavoro, anche se guadagnerà bene sarà sempre al verde, o peggio. Se non sa pianificare, si ritroverà sempre a non poter “arrivare alla fine del mese”. Non esiste una formula magica per migliorare le nostre finanze. Si tratta di iniziare con una buona pianificazione per adeguare le spese alle entrate.

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