11 anni lei e 28 lui: si può parlare di consenso per un rapporto sessuale?

Questo articolo è molto difficile da scrivere, perché sono una mamma di due bambine che prima o poi diventeranno delle ragazzine. Io e il loro papà cerchiamo di educarle ad essere intelligenti e a non cadere nelle trappole che possono incontrare. Purtroppo però la società in cui viviamo – complici i social – non fanno alcuna cultura sul corpo e sulla sessualità. Mi è capitato di vedere ragazze che fino a ieri giocano con le bambole, di colpo fare pose ammiccanti in reggiseno davanti allo specchio per essere ammirate. Se non si hanno i giusti strumenti la rete e a dir la verità anche il mondo circostante può essere davvero pericoloso. In un mondo dove il sesso è  come mezzo di potere, è un attimo avere le idee confuse (per non dire di molto peggio). 

L’età del consenso: quando non è violenza sessuale? 

In teoria la legge dovrebbe tutelare i più fragili, punire chi compie degli atti ignobili come chi attua degli abusi sui minori, ma evidentemente non è così. In Francia, infatti, si sta discutendo una legge davvero controversa: l’età del consenso per considerare appunto un minore “consenziente” per un rapporto sessuale (detta al contrario: l’età al di sotto della quale si tratta di una violenza).

La legge nasce dal fatto che una bambina di 11 anni è stata adescata da un uomo di 28 anni e non essendoci stata violenza – lei lo ha seguito fino dentro a casa sua dove ha praticato un rapporto orale e poi uno completo – non si tratterebbe appunto di reato.

I genitori della bambina hanno infatti sporto denuncia per stupro ma  i giudici – citando l’articolo 227-25 del codice penale francese – hanno detto che “non c’era stata alcuna violenza, alcuna coercizione, alcuna minaccia, alcuna sorpresa” e quindi hanno deciso di perseguire l’uomo non come stupro, ma come abuso sessuale su un minore di 15 anni.

In Francia infatti c’è una distinzione tra abuso sessuale – ovvero un atto senza “sorpresa” cioè la vittima non viene aggredita o non si trova in uno stato fisico alterato – e aggressione sessuale a sua volta divisa in aggressioni sessuali propriamente dette (senza penetrazione) e stupro (con penetrazione). Nel caso della ragazzina di 11 anni non si poteva parlare di stupro perché non c’era appunto violenza. Questo perché la legge francese definisce il consenso come mancanza di costrizione: se non c’è minaccia o peggio, il rapporto è consenziente. Per l’avvocato dell’uomo incriminato la ragazzina non poteva non essere consenziente, visto che “non è nata ieri”, mentre per  l’avvocato della famiglia della vittima la questione del consenso non si dovrebbe nemmeno porre, visto che sono presenti tutti gli elementi della violenza: penetrazione sessuale, c coercizione morale (per la differenza d’età), la violenza (“era aggressivo nell’ascensore2) e la minaccia (“ha minacciato di rovinare la reputazione di Sarah in città se lei avesse parlato”).

Il processo è stato annullato grazie alla parte civile  e questo significa che il tribunale rivaluterà l’uomo per l’accusa di stupro e non per aggressione sessuale.

Una storia davvero pericolosa, che come al solito cerca di far passare le vittime come la parte cattiva della situazione: in Italia l’età per il consenso è di 14 anni, ma una violenza è una violenza. Bisognerebbe sempre ricordarselo.

E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla di abusi e molestie sui bambini: 7 regole ai figli 

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