Adolescenti: ecco perché gli smartphones “distruggono” le nuove generazioni

adolescenti e smartphone
Adolescenti e smartphone (iStock)

A intervalli regolari torna il dibattito su adolescenti e smartphone. I telefonini di ultima generazione sono molto molto utili, pratici e divertenti. Sicuramente indispensabili per le tante esigenze quotidiane. Ma i dubbi vertono sempre sul loro abuso, soprattutto da parte dei giovani. Quali conseguenze possono avere sui ragazzi? È la domanda che si sono posti alcuni commentatori ed esperti di psicologia.

Adolescenti e smartphone: quali conseguenze?

Jean M. Twenge, psicologa ed editorialista dell’Atlantic ha realizzato un’inchiesta su adolescenti e smartphone, pubblicata su The Atlantic. Ha intervistato una ragazzina di 13 anni per conoscere le sue abitudini e quelle dei suoi coetanei sulle loro abitudini e sull’utilizzo degli smartphone.

La psicologa ha scoperto che la ragazzina non trascorre molto tempo fuori con gli amici, ma li frequenta soprattutto attraverso i social passando lunghe ore del tempo libero su Snapchat, il social media più amato dai ragazzi. Con Snapchat gli adolescenti si scambiano brevi video che scompaiono poco dopo averli inviati.

Le nuova generazione di adolescenti trascorrono molto tempo con gli smartphone, che consultano da mattina sera. Un utilizzo continuo e compulsivo che può avere effetti deleteri sul loro equilibrio psichico. La nuova generazione è stata chiamata da Jean M. Twenge la iGen, la generazione elettronica, che comprende i nati tra il 1995 e il 2010. I ragazzi di questa generazione sono cresciuti con gli smartphone e hanno aperto un account Instagram, altro social molto popolare tra gli adolescenti, prima ancora di andare alle scuole superiori. Soprattutto non hanno la minima idea di un mondo senza internet. Quando nel 2007 è arrivato l’iPhone i primi ragazzi della iGen erano preadolescenti, mentre all’uscita dell’iPad nel 2010 erano alle superiori. Questa generazione è definita anche post-millenials.

I Millennials, infatti, coloro nati prima dell’anno 2000 hanno avuto una adolescenza differente. Sono cresciuti con il web, ma non era così presente nelle loro vite come in quelle dei ragazzi iGen, inoltre quando i Millennials erano adolescenti non esistevano ancora né  dispositivi mobili né i social media. I ragazzi stavano davanti al computer a giocare, cercare informazioni e consultare siti web.

È la combinazione tra dispositivi mobili e social media che ha portato all’esplosione dell’uso del web tra gli adolescenti. Molti ragazzi frequentano gli amici più sui social che non di persona. Una abitudine che può avere pesanti ripercussioni sulle loro abilità sociali e aumentare il senso di isolamento e solitudine. I ragazzi, infatti, trascorrono molto tempo da soli e rischiano di non imparare veramente a relazionarsi agli altri.

La psicologa ha notato la grande differenza con i ragazzi della sua generazione, la Generazione X, quella dei nati negli anni ’70, che sono stati adolescenti negli anni ’80 e giovani adulti negli anni ’90. I ragazzi cresciuti senza internet, che facevano molte più attività all’aria aperta, uscivano più spesso con gli amici e non vedevano l’ora di prendere la patente per diventare indipendenti e stare fuori di casa. Una generazione che ha allungato l’adolescenza, ma ha fatto tante esperienze.

La generazione dei post-Millennials, invece, è molto meno indipendente. Questi ragazzi escono molto poco, stanno molto tempo a casa, rimandano il momento in cui prendono la patente, spesso non svolgono nemmeno quei lavoretti part-time che i ragazzi hanno sempre svolto per rendersi autonomi e pagarsi i divertimenti. I ragazzi iGen trascorrono a casa gran parte del loro tempo, ma non studiano di più delle generazioni precedenti, sono sempre al telefono sui social.

Un individualismo crescente, che era già aumentato con le generazioni precedenti, ma che con la iGen è letteralmente esploso. Del resto lo dice il nome iGen ed è lo stesso meccanismo alla base dei social che favorisce individualismo e narcisismo. I ragazzi, anche molto giovani, passano molto tempo a costruirsi la loro immagine sui social, tra foto e video postati. E ci tengono che sia una immagine il più popolare possibile. Questa situazione li porta a stare sempre concentrati su se stessi e a preoccuparsi di piacere agli altri. Una condizione che causa anche uno stato di tensione e ansia continuo. Soprattutto tra le ragazze. Preoccupate di non piacere agli altri attraverso i social, le ragazze possono soffrire di scarsa autostima.

Stare sempre sullo smartphone e sui social toglie anche il sonno ai ragazzi. Spesso vanno a letto con il loro telefono, che è l’ultima cosa che controllano prima di chiudere gli occhi e la prima che vedono. Con il telefono fanno tutto, non solo postano sui social, controllano le mail e i gruppi di scuola o lavoro. Usano il telefono per i social, per giocare, guardare video, controllare le notizie o il meteo, comprare prodotti o servizi, prendere appunti e perfino come sveglia al mattino. Insomma lo smartphone serve anche per molte cose utili, ma per colpa dei social, i ragazzi stanno chini sullo schermo del telefono per ore e ore.

Queste cattive abitudini finiscono con avere serie ripercussioni sull’equilibrio psichico dei ragazzi, tanto che dal 2007 c’è stato un incremento molto deciso dei casi di depressione tra gli adolescenti negli Stati Uniti e purtroppo anche dei suicidi.

Per contro sono diminuiti gli omicidi. I ragazzi stanno molto tempo al telefono, si frequentano meno e si uccidono di meno tra di loro. Paradossalmente i ragazzi sono più sicuri: escono meno di casa, bevono e si drogano di meno e frequentandosi di meno diminuiscono anche gli scontri violenti tra ragazzi.

Riguardo a depressione e suicidi, ovviamente incidono anche altri fattori. La depressione non dipende solo dall’uso dello smartphone, aumentando solitudine e isolamento, però, può contribuire a scatenarla. Comunque un sondaggio tra adolescenti ha rilevato che i ragazzi che trascorrono più tempo su smartphone i tablet sono meno felici di quelli che svolgono altre attività. Chi esce più spesso, pratica sport e svolge attività extrascolastiche che non abbiano a che fare con schermi elettronici né social sta meglio.

I risultati parlando chiaro. La psicologa suggerisce che se non possiamo togliere gli smartphone ai nostri figli, tuttavia li possiamo educare ad un uso più moderato e consapevole. L’importante è invogliare i ragazzi a svolgere altre attività.

E voi unimamme che ne pensate? Come vi comportate con i vostri figli e l’uso di smartphone, tablet e social?

Vi ricordiamo il nostro articolo Gli smartphones ci stanno rendendo più stupidi: una ricerca lo dimostra

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