Anziani dopo i 75 anni: aumenta l’aspettativa di vita

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Dopo il Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, i geriatri affermano che si è anziani dopo i 75 anni.

A Roma si è svolto, pochi giorni fa, il 63esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG). Gli esperti hanno costatato che si diventa anziani dai 75 anni di età in su. Questo fa si che la popolazione italiana sia più giovane, ma non per un aumento delle nascite, nel 2017 sono stati iscritti all’ anagrafe più di 15 mila in meno rispetto al 2016, ma per l’aumento della soglia di età sopra la quale un individuo rientra tra gli anziani.

La Società italiana di gerontologia e geriatria vuole cambiare il concetto di anzianità, adattandolo ai tempi moderni andando a scegliere una soglia di età minima che tenga conto dei cambiamenti delle condizioni demografiche ed epidemiologiche.

Anziani dopo i 75 anni: i 65 anni sono i 40-45 di 30 anni fa

Il professore dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Careggi, Niccolò Marchionni, spiega il cambiamento avvenuto: “Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40/45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di uno nel 1980 aveva 55 anni. Oggi alziamo l’asticella dell’età a una soglia adattata alle attuali aspettative di vita nei Paesi con sviluppo avanzato. In Italia l‘aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900. Non solo, larga parte della popolazione tra 60 e 75 anni è in ottima forma e priva di malattie per l’effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell’età di morte. Del resto la realtà è sotto gli occhi di tutti, una persona che ha 65 anni ai giorni nostri non si riesce proprio più a percepirla come anziana“.

Questo viene confermato anche dalle ultime indagini statistiche che individuano nella media di 85 anni la longevità per le donne, e di 82-83 per gli uomini.

Chiede di cambiare la sua età anagrafica: il tribunale gli dice “no”

Una storia curiosa è avvenuta qualche giorno fa quando un olandese, Emile Ratelband, personaggio televisivo dei Paesi Bassi e guru del “pensiero positivo”, ha chiesto al tribunale di poter cambiare la sua data di nascita all’anagrafe. L’uomo si sentirebbe un 59enne, venti in meno alla sua età anagrafica:”Puoi cambiare il tuo nome, puoi cambiare sesso, perché non la tua età?”. La sua bizzarra richiesta non è stata accolta, nella sentenza la Corte ha sottolineato che:”La legge assegna diritti e doveri basati sull’età, come il diritto di voto e il dovere di frequentare la scuola. Acconsentire alla richiesta di Ratelband, aprendo dunque anche ad altri la possibilità di cambiare data di nascita, renderebbe “senza senso” questi requisiti”.

Questo discorso non si può, ovviamente, estendere per tutte le persone avanti con l’età, la quota di anziani, nel nostro paese, con disabilità e bisognosi di assistenza non è bassa. Il presidente della SIGG, Raffaele Antonelli Incalzi, è preoccupato per il futuro che ci aspetta:”Nel 2040, cioè tra soli 20 anni, saremo in una situazione ingestibile, avremo una sproporzione enorme tra anziani che vanno assistiti e numero di giovani che se ne prendono cura. Ma l’anziano nella dimensione politica e nei piani della politica non esiste: è solo una bandiera da sventolare per fini propagandistici. Per affrontare la realtà che ci aspetta in un futuro vicinissimo ci deve essere una serenità di reddito. Se c’è crescita, il resto ne deriva. La cura degli anziani deve essere ottimizzata, bisogna promuovere l’assistenza geriatrica. E i geriatri sono troppo pochi rispetto alla popolazione che ne ha bisogno“.

Voi unimamme siete d’accordo con il cambiamento dell’età di “anzianità”?

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