Cancro al seno, nuove speranze da un esame del sangue

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Esame del sangue (iStock)

Cancro al seno, nuove speranze da un esame del sangue per scoprire le recidive.

Per chi ha avuto il tumore al seno ed è guarita, il problema è il rischio di una recidiva. Purtroppo non esistono ancora metodi diagnostici veramente efficaci per accertare in anticipo se il tumore è tornato.

Nella lotta al cancro al seno sono stati fatti grandi progressi, migliorando le cure e diminuendo i decessi. La recidiva resta però un grosso rischio che può essere fatale se non presa in tempo. Finora la medicina non ha avuto strumenti che potessero stabilire se un tumore fosse in remissione oppure no. Nuove speranze, però, arrivano da un nuovo test del sangue messo a punto da alcuni ricercatori che consentirebbe una diagnosi precoce proprio delle recidive nei tumori al seno. Ecco di cosa si tratta.

Cancro al seno, un esame del sangue contro le recidive

Nuove speranze sulla diagnosi delle recidive del cancro al seno vengono da una nuova tecnologia sviluppata da ricercatori statunitensi e britannici in un esame del sangue. Si tratta di un test personalizzato chiamato Tardis, “Targeted Digital Sequencing“.

Questo test consente di prevedere se le donne già curate per tumore al seno abbiano la probabilità di sviluppare recidive. Questo test, che più correttamente è una biopsia liquida ha “una affidabilità fino a 100 volte più sensibile, nel rintracciare le cellule del cancro presenti ancora nel sangue, rispetto ad altri esami di biopsia liquida simili usati finora”, spiegano i ricercatori.

Questo test permette di raccogliere il Dna ‘elusivo’ del cancro presente nel sangue. Le pazienti vengono sottoposte a un semplice prelievo di sangue venoso, sul quale vengono eseguite analisi molecolari quando non è possibile disporre di tessuto tumorale prelevato da una comune biopsia

A mettere a punto il nuovo esame del sangue contro la recidiva di cancro al seno sono stati i ricercatori del Translational Genomics Institute (TGen), un’organizzazione no profit con sede in Arizona, provenienti dall’Arizona State University, dalla City of Hope (California), dalla Mayo Clinic (Minnesota) e dal Cancer Research UK Cambridge Institute. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.

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Nello studio i ricercatori hanno preso in esame 33 donne con carcinoma mammario allo stadio 1, 2 o 3, la maggior parte delle quali era stata sottoposta a trattamento farmacologico o chemioterapico prima di sottoporsi a un intervento chirurgico per rimuovere la neoplasia. Gli scienziati hanno sequenziato geneticamente il tessuto delle biopsie tumorali di queste donne, confrontando la sequenza tumorale con quella delle loro cellule sane. In questo modo è stato possibile isolare le potenziali mutazioni che distinguono le cellule tumorali e identificare quelle che molto probabilmente erano mutazioni rare, aberrazioni genetiche presenti nelle cellule tumorali originali che avevano portato allo sviluppo della malattia.

I ricercatori hanno scoperto che ogni paziente aveva circa 66 mutazioni rare. A seguito di questa scoperta, per ogni soggetto lo studio ha combinato le alterazioni rare del Dna per dare vita ad un test personalizzato che è stato utilizzato per raccogliere i segni del Dna del tumore al seno presenti nel sangue.

Grazie a queste scoperte, il test del sangue Tardis potrà essere utilizzato in futuro per monitorare come le pazienti rispondano alla chemioterapia e identificare eventuali ricadute del cancro al seno in fase iniziale. Servirà un’ulteriore sperimentazione di questo esame del sangue, ma i primi risultati sono incoraggianti. In futuro il test verrà eseguito su su centinaia di paziente malate di tumore al seno.

Al momento, i metodi disponibili per trovare cellule cancerose nel sangue sono più efficaci e utili nelle persone con carcinoma avanzato. In questi casi, infatti, le cellule cancerose “sporcano”, ovvero rilasciano nel sangue frammenti del loro Dna, mentre circolano nel corpo pronte ad attaccare altri organi e tessuti. Invece, nel cancro al seno in fase iniziale, queste cellule sono meno evidenti nel sangue. Nulla toglie, però, che ulteriori ricerche e scoperte aiutino a trovare mezzi sempre più sofisticati di diagnosi precoce.

La notizia del nuovo metodo di diagnosi contro il cancro al seno è stata pubblicata su La Stampa.

Che ne pensate unimamme? Possiamo davvero affidarci a nuove speranze nella cura e prevenzione dei tumori? Specialmente di quello al seno?

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