Coronavirus: le mascherine sono utili? | Risponde la scienza

Coronavirus: le mascherine sono utili contro il rischio di contagio? Rispondono gli esperti.

Coronavirus: le mascherine sono utili? | Risponde la scienza – Universomamma.it (Persone con mascherine a Hong Kong. Foto: PHILIP FONG/AFP via Getty Images)

Nell’emergenza dell’epidemia di coronavirus, che oltre a una legittima preoccupazione sta scatenando purtroppo una vera e propria psicosi, anche con brutti episodi di razzismo nei confronti dei cinesi, sono sempre più numerose le persone che indossano le mascherine sul volto. Si tratta in particolare delle mascherine da chirurgo che si acquistano in farmacia e in molti luoghi sono andate esaurite. Indossarle è utile? Protegge dal rischio di contrarre il virus? Ecco la risposta degli esperti.

Coronavirus: la situazione dell’epidemia

I casi di coronavirus, 2019-nCoV, sono 14.000 in tutto il mondo, mentre le vittime, tutte in Cina, sono arrivate a più di 300. C’è apprensione, come è normale, per la rapida diffusione di una malattia infettiva che non si conosce e sulla quale forse le autorità cinesi hanno dato comunicazione troppo tardi. Il virus, che si è originato dalla città di Wuhan, nella centrale provincia di Hubei, dove ha fatto il salto di specie da animale a uomo, si è diffuso rapidamente, perché le autorità hanno tardato a darne comunicazione ed essendo in molti casi asintomatico è successo che molte persone senza sapere di essere malate lo hanno diffuso viaggiando.

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Le autorità sanitarie di tutto il mondo stanno cercando di tenere la situazione sotto controllo, interrompendo i viaggi con la Cina, come ha fatto l’Italia, o limitandoli, fortemente. Nel frattempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, Public Health Emergency of International Concern (PHEIC). Il che significa che l’OMS può indicare agli Stati alcune raccomandazioni, dare alcune disposizioni su quarantena, viaggi, screening e cure e anche stanziare risorse per far fronte all’epidemia. Si parla correttamente di epidemia, e non di pandemia, perché il virus ha avuto la sua origine in un solo luogo, la città di Wuhan e la provincia di Hubei, e si è diffuso nel resto del mondo, peraltro in modo limitato, solo a seguito dei viaggi effettuati da persone già contagiate senza sapere di esserlo.

I luoghi dove si è avuta maggiore diffusione del coronavirus sono gli altri Stati asiatici vicini alla Cina, con cui normalmente sono più frequenti i contatti. I numeri però sono nettamente inferiori a quelli del luogo di origine del virus. Infatti, fuori dalla Cina, dove si registrano ufficialmente poco più di 13.800 casi, i Paesi con il più alto numero di contagi sono il Giappone e la Thailandia con rispettivamente 20 e 19 casi di coronavirus ciascuno. Molto probabilmente sono numeri che tenderanno ad aumentare, è già previsto dalla statistica, ma finora la Cina, e comunque principalmente una sua parte, ha la casistica maggiore e così sarà se le misure di contenimento funzioneranno.

In Europa e Nord America si registrano, invece, pochi casi, per fortuna. In Europa sono poco più di una ventina in tutto, distribuiti tra vari Paesi, i più numerosi in Germania e Francia. Giovedì 30 gennaio sono stati comunicati anche due casi in Italia, a Roma: il coronavirus ha contagiato una coppia di turisti cinesi, marito e moglie, arrivati in Italia una settimana prima per una vacanza e provenienti proprio dalla provincia di Hubei. I due coniugi, che si sono accorti di essere malati solo quando si sono manifestati i sintomi del virus, sono stati ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma e le loro condizioni sono discrete, come hanno riferito i medici. Subito sono scattati i protocolli di sicurezza, con l’isolamento della loro stanza di albergo e i controlli sulle persone con cui erano entrati in contatto.

Al momento si escludono nuovi casi di coronavirus in Italia. Tutti i gli altri presunti casi sospetti segnalati sono stati smentiti. Allo Spallanzani sono ricoverati “23 pazienti provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia e tutti loro sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt’ora in corso”, hanno informato dall’ospedale.

Il governo ha chiuso tutti i collegamenti aerei con la Cina e nel Paese è stata sospesa la concessione di visti per l’Italia da parte di agenzie autorizzate. Rimangono solo quelli concessi dalle nostre strutture consolari per motivi familiari o casi di conclamata e acclarata urgenza. Invece sono ripresi i trasporti delle merci, che dunque potranno tornare a volare tra la Cina e il nostro Paese. Questo perché le merci non rappresentano un fattore di rischio. È accertato, infatti, che il materiale inerte, non è contaminabile, né contaminato, come spiega il Ministero dei Trasporti. Il virus si trasmette da una persona a un’altra per via aerea, con le goccioline di saliva.

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Passeggeri alla stazione ferroviaria di Hanzhong (NOEL CELIS/AFP via Getty Images)

Le mascherine sono utili contro il contagio?

Comprensibilmente, la rapida diffusione di un virus nuovo, non conosciuto finora, che può provocare una polmonite virale e può anche essere mortale, ha suscitato molte paure. La preoccupazione ha spinto moltissime persone alla corsa all’acquisto delle mascherine, con cui proteggersi naso e bocca, nella speranza di evitare il contagio per via aerea. Si tratta solitamente delle mascherine da chirurgo. Nella farmacie sono andate letteralmente a ruba, esaurendosi in poco tempo e in molti le hanno acquistate online. Sono effettivamente utili?

No è la risposta degli esperti. Non servono a nulla perché non sono perfettamente aderenti, ma lasciano delle aperture ai lati dalle quali comunque passa l’aria che si respira. Quindi se stiamo vicini a una persona contagiata dal coronavirus (ma anche dall’influenza) e questa ci starnutisce o tossisce addosso senza usare un fazzoletto o senza coprirsi con l’incavo del gomito, come andrebbe fatto, a nulla servirà indossare la mascherina che al contrario è pensata per chi è malato. Infatti, indossando la mascherina quando si ha una malattia infettiva, anche la semplice influenza, si evita di disperdere nell’aria particelle di saliva che possono contaminare gli altri.

Le persone sane che girano con la mascherina fanno Carnevale: non dovrebbero indossarle loro, ma quelle malate. Il coronavirus è un virus, ma fa più danni la paura che la malattia, proprio come in questi casi“, ha commentato l’infettivologo Massimo Arlotti, intervistato dal quotidiano Il Messaggero. Pertanto comprare mascherine e indossarle per andarci in giro per le strade delle città, come si vede fare in questi giorni, non è altro che una forma di psicosi.

Inoltre, ricorda l’infettivologo, che una mascherina dura solo qualche ora e pertanto andrebbe cambiata spesso durante la giornata. “Se un chirurgo ne mette una durante un intervento chirurgico abbastanza lungo sa che poi deve cambiarla, altrimenti non serve a niente“, ha sottolineato Arlotti, aggiungendo: “La mascherina serve a chi ha la tosse e che rischia di contagiare. È ciò che si consiglia negli ambulatori dei medici, per non infettare gli altri“.

Questa psicosi comunque sta interessando tutto il mondo. In molti luoghi pubblici, negli aeroporti e per le strade di molte parti del mondo si vedono persone indossare le mascherine. Come suggeriscono gli esperti americani, citati da News Medical, al più la mascherina per il volto può proteggere dall’influenza, insieme al vaccino, le persone più fragili, come anziani e malati cronici. Ma non è utile contro il coronavirus.

Le uniche mascherine per il volto che possono proteggere dalla trasmissione di coronavirus sono le N95, conosciute anche con la sigla Ffp3 (filtering face piece di terzo livello), che vengono raccomandate dai CDC Usa agli operatori sanitari che si occupano di pazienti con il coronavirus. Queste mascherine, al contrario di quelle chirurgiche, aderiscono al viso, senza lasciare aperture ai lati, e filtrano il 95% di particelle di dimensioni pari a 0,3 micrometri o più grandi. I coronavirus, però, hanno una dimensione media di circa 0,1 micrometri, il che significa che potrebbero attraversarle lo stesso. Inoltre, barbe e capelli possono impedire alle mascherine di adattarsi bene al volto. Così come può accadere con i bambini. Invece, le persone con difficoltà respiratorie potrebbero avere dei problemi a tollerare queste maschere.

Secondo i CDC solo le persone infettate o che pensano di esserlo e quelle a stretto contatto con loro devono indossare le mascherine protettive. E l’obiettivo è quello di proteggere gli altri dal contagio. Per farlo bene, occorre indossare correttamente la mascherina: la parte colorata, verde o blu, all’esterno e quella bianca all’interno.

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Per concludere, non c’è niente di male ad indossare una mascherina, anche se non si è contagiati dal virus, purché questo non dia l’illusione di un falso senso di sicurezza che porti a trascurare invece quei comportamenti indispensabili per proteggere la salute:

  • Lavare bene e spesso le mani con sapone e acqua calda
  • Evitare di toccarsi gli occhi o il viso
  • Mangiare cibi ben cotti
  • Mantenere un sistema immunitario sano, con buone abitudini di sonno, cibo ed esercizio fisico
  • Stare lontano da casi sospetti.

Capito unimamme? Siete d’accordo?

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(Mascherina, Foto: LOIC VENANCE/AFP via Getty Images)
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