“Decreto sicurezza”: dimissioni e allontanamenti, è emergenza anche per i bambini

decreto sicurezza
Migranti alla stazione (Getty Images)

Dimissioni ed allontanamenti dei migranti dai centri di accoglienza in alcune città italiane. Scatta l’emergenza: in strada anche donne e bambini e soggetti con problemi psichici.

Diventa sempre più fitto lo scenario che riguarda i migranti a margine del “Decreto sicurezza” firmato dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.  Sarebbero centinaia i migranti  mandati in strada, tra cui bambini, donne incinta e soggetti con evidenti problemi psichiatrici. I piccoli centri che li ospitano, sotto l’egida dei Comuni, come si evince dal decreto non potranno più accogliere i richiedenti asilo, ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione internazionale.

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Migranti, in strada in centinaia. Sicilia in ginocchio

Non si tratterebbe di uscite programmatiche dai Cara, Centri per Richiedenti Asilo, bensì di allontanamenti dai centri di accoglienza atti ad ospitare i migranti così come Cara di Mineo, così come Capo Rizzuto. Nel crotonese si respira una situazione critica, via in 50 con la protezione umanitaria; questo quanto viene segnalato dalla Comunità di Sant’Egidio di Catania, una città che si riempie di persone che vivono per strada provenienti dai Cas, Centri di Accoglienza Straordinaria, dalla Sicilia orientale. “A Catania si stanno facendo dimissioni a tutto spiano – sottolineano da Sant’Egidio –  anche di donne vulnerabili con bambini piccoli e con problemi psichici, sono una marea i migranti che arrivano anche da altri cas siciliani”.

Anche in provincia di Caserta, la situazione non è delle migliori. Ad Aversa lunga è la coda dinanzi all’Ufficio Immigrazione diocesano, come sottolinea il responsabile Roger Adjicoudé, di decine di persone fatte uscire dai cas della provincia di Caserta così come anche a Latina.

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Crotone, Caritas e Croce Rossa all’azione per far rientrare il fenomeno

Si trova a Crotone uno dei centri di accoglienza dei richiedenti asilo più grandi d’Europa con 1216 posti e proprio per tale ragione, Croce Rossa e Caritas si sono messe in azione per cercare di far rientrare il fenomeno. Situazioni familiari da non dover sottovalutare dal centro in questione; una donna africana incinta di 3 mesi messa al cancello lo scorso venerdì insieme alla sua piccola di 5 mesi e a suo marito che però fortunatamente è stata accolta dalla Croce Rossa e nei prossimi giorni troverà casa in una parrocchia.

Ma non finisce qui. Libera uscita per due donne vittime di tratta la cui destinazione non è stata al momento definita ed alcuni giovani con problemi psichiatrici presi in cura dalla cooperativa Agorà. Sarebbero in 24 i giovani a cui sarebbe stato riservato lo stesso trattamento di allontanamento ed era prevedibile un’azione di protesta. Alcuni infatti, attraverso un sit-in nel Cara, hanno manifestato in segno di rifiuto all’abbandono della struttura, sit-in che però non avrebbe raggiunto lo scopo desiderato, infatti i manifestanti sono stati trasportati in pullman alla stazione ferroviaria.

La Lega di Crotone, “nessuna espulsione”

Ma la Lega di Crotone urla alla “non espulsione”. Il partito di Matteo Salvini, infatti, asserirebbe che non è stata fatta alcuna espulsione: “In esecuzione a una normativa antecedente al “decreto Salvini” – dichiara il segretario locale Giancarlo Cerrelli24 migranti nigeriani (e non saranno i soli) dopo la permanenza per alcuni giorni nell’hub regionale di Isola Capo Rizzuto per l’espletamento dell’istruttoria volta ad ottenere il permesso di soggiorno, ottenutolo “per motivi umanitari” e non avendo motivo ulteriore di permanere, sono stati invitati a lasciare la struttura“.

A denunciare è anche l’associazione Sos Villaggio dei Bambini che in merito al decreto Salvini afferma “La sua applicazione è un mancato rispetto dei diritti umani oltre che una minaccia per la sicurezza di migliaia di bambini”.

Ad intervenire è stata anche la Chiesa, il vescovo di Crotone-Santa Severina, Domenico Graziani, ha voluto sottolineare l’importanza di appellarsi al Signore ed a rivolgersi al Vangelo.

E voi unimamme che ne pensate di queste situazioni?

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