Molestie alle donne per strada: arrivano le multe

Molestie alle donne
Molestie alle donne (iStock)

Molestie alle donne per strada: arrivano le multe. La proposta di legge per punire i molestatori.

Attenzione: chi molesta una donna per strada, anche “soltanto” con apprezzamenti pesanti, fischi e sguardi insistenti rischia una multa dai 90 ai 350 euro. Si tratta di un provvedimento che vuole contrastare le “molestie di strada”, inserito all’interno di una legge più ampia che ha lo scopo di contrastare e soprattutto di prevenire le violenze contro le donne. Un disegno di legge che viene dalla Francia.

Molestie alle donne per strada: multe in arrivo

Per combattere la violenza sulle donne occorrono provvedimenti specifici e strumenti mirati che puntino non solo a punire, ma anche ad educare al rispetto, cominciando dalle cosiddette “zone grigie“, che pur non rappresentando delle vere e proprie violenze, costituiscono tuttavia comportamenti irrispettosi, alle volte anche degradanti.

Per questo motivo in Francia parlamentari di tutti gli schieramenti politici si sono messi al lavoro su un disegno di legge in cui vengono sanzionate, con una multa, anche le “molestie di strada“, di carattere “sessuale o sessista“, come “gesti inopportuni, fischi, sguardi insistenti, commenti osceni” o anche seguire una persona per strada. Comportamenti che alle volte gli uomini mettono in atto nei confronti delle donne.

Questi comportamenti, se la nuova legge verrà approvata, saranno puniti con una multa da 90 a 350 euro, a seconda della gravità. A riprova che i francesi fanno sul serio, nella legge è previsto l’utilizzo per provare le molestie delle videocamere di sorveglianza installate all’aperto e in luoghi pubblici, i video con gli smartphone realizzati dalla vittima, ma anche da testimoni, e perfino il ricorso ad “un’applicazione per segnalare e geolocalizzare le aggressioni”.

La nuova legge mira anche ad educare i cittadini al rispetto e non solo a punire le molestie alle donne. L’obiettivo è quello di contrastare la “zona grigia” tra corteggiamento e molestie e soprattutto “permettere un cambiamento di mentalità“.

Alla legge hanno lavorato cinque parlamentari di diversi schieramenti politici, esponenti del partito di maggioranza La République En Marche, di La Nouvelle gauche e i centristi dell’Udi. I cinque parlamentari hanno redatto un rapporto sul tema e lo hanno consegnato ai ministri competenti sulla materia: Marlène Schiappa (Parità), Nicole Belloubet (Giustizia) e Gérard Collomb (Interni).

Erwan Balanant, uno dei relatori del rapporto, ha sottolineato che la chiave del problema è l’istruzione dei cittadini. Per questo motivo per combattere le molestie sono previsti dalla legge anche interventi educativi e campagne di sensibilizzazione.

Secondo Balanant, “la Francia ha un deficit in materia di istruzione sulla parità di genere”. Sono pertanto necessari interventi specifici a partire dalle scuole. Il progetto di legge prevede l’introduzione di un attestato scolastico per la prevenzione delle violenze e la creazione di un osservatorio in ogni scuola superiore.

La ministra francese per la Parità Marlene Schiappa sta lavorando ad un progetto di legge contro le violenze sessiste e sessuali che la ministra alla Parità, Marlene Schiappa, che sarò presentata al consiglio dei ministri entro la fine di marzo e che potrebbe contenere anche le multe contro le molestie alle donne in strada. Il testo di legge prevede inoltre l’allungamento della prescrizione per crimini sessuali su minori da 20 a 30 anni e l’introduzione di una soglia minima di età per il consenso in una relazione sessuale con un adulto. Una misura quest’ultima quando mai necessaria, alla luce di un grave fatto di cronaca accaduto in Francia in cui i giudici di un processo per stupro hanno riconosciuto il consenso di una bambina di 11 anni al rapporto sessuale con un uomo di 28 anni. Un caso che ha suscitato sdegno.

La nuova legge potrebbe essere votata dal parlamento francese entro la prossima estate.

Che pensate di questo nuovo provvedimento unimamme?

Impostazioni privacy