Bambini in quarantena: il 20% ha disturbi nel sonno | Come intervenire

La quarantena provoca difficoltà ad addormentarsi e agitazione nel sonno dei bambini. Il 20% dei bambini ha disturbi nel sonno.

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Dormire fa parte della crescita dei bambini, tuttavia capita spesso che i bambini abbiano dei periodi di difficoltà del sonno, questi periodi sono legati alla maturazione del bambino nel corso del tempo. Ad esempio acquisire una maggiore consapevolezza di se stesso può comportare in lui la manifestazione si stati di ansia che possono compromettere anche il sonno. Anche delle forti emozioni provate nell’ arco della giornata possono compromettere il sonno. Questa quarantena all’inizio ai bambini è sembrata una vacanza ma poi si è rilevata ben altra cosa. C’è chi vuole vedere i nonni, chi vuole tornare a scuola e non capisce perché è ancora chiusa, chi gli mancano gli amici e lo sport. Purtroppo molti bambini manifestano problematiche che prima non avevano e a cui dobbiamo fare attenzione, come ad esempio la difficoltà ad addormentarsi e l’agitazione nel sonno.

La sezione Stress, Traumi e Supporto psicologico per Emergenza COVID-19 dell’Ifos ha fatto uno studio su un campione di 5989 genitori residenti in Sardegna, in collaborazione con lo psicoterapeuta Luca Pisano e il ricercatore in Psicologia dinamica Luca Cerniglia. Secondo i dati, che riporta Il Fatto Quotidiano,  quasi tutti (92.57%) sono sembrati in grado di adattarsi alle restrizioni determinate dalla pandemia anche se uno su due è apparso maggiormente svogliato rispetto alle attività (giochi e studio) che svolgeva prima della pandemia. “Particolare attenzione deve essere prestata al comportamento di adattamento che potrebbe nascondere la presenza di vissuti depressivi o comunque di un importante malessere psicologico”. Metà dei bambini ha manifestato maggiore irritabilità, intolleranza alle regole, capricci e richieste eccessive, e uno su cinque cambiamenti di umore. E quasi uno su cinque sviluppa paure che prima non aveva mai avuto.

Ovviamente questa tensione si ripercuote anche nelle abitudini del sonno. Purtroppo il 19,99% dei bambini hanno problemi del sonno tra cui difficoltà di addormentamento, agitazione e frequenti risvegli in questi giorni. Uno su quattro rivuole la mamma o il papà vicini durante la notte.

I consigli degli esperti per il sonno dei bambini

Secondo gli esperti dell’ Ospedale Bambino Gesu dal secondo anno di vita, con la maturazione mentale e dell’immaginario del bambino, che provocano stati di ansia e paure, questi può iniziare a fare degli incubi. Questi incubi possono svegliare il bambino ed essere ricordati. E’ molto importante che i suoi genitori ascoltino il racconto di questi brutti sogni e che offrano un supporto emotivo al bambino, per aiutarlo a gestire le sue emozioni che vengono scatenate da questi incubi. È per loro un’opportunità importante per esprimere le ansie della vita ed i conflitti.

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Gli esperti dell’Ospedale pediatrico bambino Gesù di Roma hanno elencato sul portale ufficiale del policlinico dei possibili rimedi, per aiutare i genitori che si trovano normalmente in difficoltà nel momento della nanna dei figli. Per aiutare i bambini e conciliare il sonno dei più piccoli si suggerisce di:

  • far loro portare a letto giocattoli o oggetti a cui sono legati e che possono farli sentire al sicuro,
  • accompagnare il momento della nanna con delle azioni che si ripetono come la lettura o il bacio della buona notte.

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Come  consigliano gli esperti dell’Ospedale: “È opportuno, come per tutti gli altri aspetti della crescita, accompagnare l’evoluzione del sonno del bambino contenendone i lati emotivamente più forti, ponendoci in una posizione elastica, ma fungendo al tempo stesso da elemento regolatore. Chiediamoci sempre, di fronte a una modifica delle abitudini circa il sonno quale possa essere l’elemento di disturbo.

Se però i disturbi del bambino persistono allora è il caso di rivolgersi ad uno psicologo dell’età evolutiva per poter capire insieme a lui come facilitare il riposo nel bambino.

Care unimamme cosa ne pensate di questi dati? Trovate utili questi consigli degli esperti dell’ospedale Bambino Gesu?

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