Studentessa ricattata dai compagni su foto osè: inizia il processo per “revenge porn”

revenge porn ragazza ricattata dai compagni
Ragazza preoccupata per le sue foto (fonte: IStock)

Revenge porn: ragazza ricattata da due compagni di scuola minacciandola di diffondere sue foto osè.

Unimamme, oggi vi raccontiamo una vicenda di revenge porn avvenuta dietro i banchi di una scuola torinese.

Revenge porn: ragazza vittima di 2 compagni ricattatori

La storia risale al 2017 e il suo teatro è stato un istituto professionale del capoluogo piemontese. La causa però si è aperta solo il 3 ottobre scorso davanti al giudice Federica Gallone, con due imputati assistiti dagli avvocati Costanza D’OrmeaAntonio Mattiale e Massimiliano Peiretti.

Il 17 giugno del 2017, durante un periodo di corsi di recupero uno dei due imputati, che ora hanno 20 anni, ha avuto un rapporto sessuale con la compagna nei bagni della scuola e, proprio in quell’occasione ha scattato la foto che è stata utilizzata per il ricatto.

I due ragazzi minacciando di diffondere la foto osè esigevano che lei svolgesse i compiti per loro, schemi riassuntivi per le lezioni, il pagamento della pizza durante l’intervallo.

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La foto incriminata, inoltre, era stata scattata da uno dei due ragazzi che per un certo periodo era stato il fidanzato della giovane ricattata. L’inchiesta è stata avviata a seguito della denuncia di una insegnante che era stata avvisata da alcuni alunni.

La ragazza, che adesso ha 21 anni, aveva risentito di tutta la situazione e alla fine era stata bocciata prima dell’esame di maturità. Al processo la sua famiglia si è costituita parte civile.

Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su Repubblica?

Saprete che ora, in Italia, abbiamo la legge sul revenge porn, di cui questo caso sembra un palese esempio. La legge finalmente prevede carcere o multe pesanti per i trasgressori.

Noi staremo a vedere cosa deciderà la giustizia sperando che storie del genere possano essere da monito per spingerci a parlare con i nostri figli, per spiegare loro la gravità di tali gesti e per prevenire situazioni simili.

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