“I compiti estivi sono deleteri”: un padre scrive una lettera agli insegnanti

Cari unigenitori, la scuola è oramai iniziata, quasi ovunque, e la maggior parte dei bambini e dei ragazzi sono tornati a frequentare le lezioni con i compiti delle vacanze svolti. Un ragazzino in particolare però non li ha fatti ed il motivo è spiegato nella lettera che un papà di Varese ha pubblicato su Facebook.

La lettera di un papà agli insegnanti sui compiti estivi

lettera agli insegnantiMarino Peiretti non è la prima volta che invia il figlio Mattia a scuola dopo l’estate con una lettera per gli insegnanti, che poi pubblica su Facebook. Questa volta però è successo che la sua lettera ha avuto un grande successo.

Il testo della lettera, presentata con “Mattia si presenterà, domani, a scuola con questa“, è il seguente:

Buongiorno,

 mi chiamo Marino Peiretti e sono il papà di Mattia.

Vorrei informarvi che come ogni anno mio figlio non ha svolto i compiti estivi. Abbiamo fatto molte cose durante l’estate: lunghe gite in bici, vita di campeggio, gestione della casa e della cucina. Abbiamo costruito la sua nuova scrivania e l’ho aiutato, sponsorizzandolo e ascoltandolo, nel suo interesse primario: programmazione ed elettronica. Ha effettuato notevoli progressi.

Sempre convinto del fatto che i compiti estivi siano deleteri, non ho mai visto visto professionisti seri portarsi il lavoro in vacanza, anzi. Voi avete nove mesi circa per insegnargli nozioni e cultura, io tre mesi pieni per insegnargli a vivere.

Sono convinto si presenterà fresco e riposato, nonché volenteroso per il nuovo anno scolastico.

Diversi docenti, psicologi e avvocati condividono il mio pensiero.

Sono comunque a disposizione per eventuali colloqui. 

Marino Peiretti”

Diversi i commenti e gli apprezzamenti ricevuti sul suo modo di essere padre, sul coraggio delle sue idee, anche da parte di professori.

Alla critica di chi ha scritto che mezz’ora di compiti al giorno d’estate consentirebbe ai bambini di non perdere l’abitudine a studiare, Marino ha prontamente risposto però che è necessario non farli per “staccare completamente, liberare la mente e vivere la loro età, essendo ciò che vogliono essere“.

I professori ed in genere la scuola però non sembra abbiano reagito male, non lo hanno infatti mai chiamato a colloquio e lui stesso ammetta di non avere motivi di non essere felice della scuola del figlio.

A chi ha commentato “fortunato chi può avere tre mesi di tempo pieno per fare quello che vuole insieme ai propri figli” ha invece spiegato che in campeggio ci sono stati solo 10 giorni e che le altre attività si possono tranquillamente svolgere in più giorni. Ha poi aggiunto che lui è fortunato perché “in cassa integrazione con licenziamento a breve“.

Ciò che dice questo papà in relazione ai molti esperti che concordano sull’inutilità dei compiti è vero e dovrebbe far riflettere.

E voi unigenitori, cosa ne pensate dei compiti estivi ed in generale dei compiti a casa? Cosa avete fatto di bello con i vostri figli quest’estate?

Vi lasciamo con una ricerca che dimostra che i figli che passano tempo di qualità con i genitori studiano di più.

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