Neonata abbandonata da una sedicenne: ecco come si poteva evitare che morisse

E’ proprio di questi giorni la triste notizia di una neonata abbandonata a Trieste dalla giovane madre appena sedicenne.

Purtroppo la piccola, nata probabilmente probabilmente prematura, è stata calata con una corda dall’appartamento dove chi l’ha partorita viveva con la madre e il compagno, senza una coperta o qualcos’altro che potesse proteggerla.

E’ stato un cane, fiutando dei calcinacci, a scoprire il corpicino che purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto poche ore dopo.

La mamma della ragazza ha detto di non essersi mai accorta di nulla; eppure lo scenario dove vive la famiglia non è di povertà o di arretratezza, anzi.

Ora ci si interroga su come questa tragedia poteva essere evitata e quali possano essere le alternative per coloro che si trovano in difficoltà.

Neonata abbandonata e morta a Trieste, ecco quello che si poteva fare 

Abbandonare un neonato è un reato grave, infatti la ragazza adesso è indagata, ma forse lo è ancor di più non sapere che ci si può tutelare. 2 le possibilità:

  • partorire in maniera anonima e protetta: si può appunto dare alla luce il proprio bambino e scegliere di non riconoscerlo in ospedale, in modo che possa essere adottato da un’altra famiglia: “L’adozione è una enorme risorsa. L’Italia rispetta la volontà della madre di non essere nominata al momento del parto, nella massima riservatezza e senza giudizi colpevolizzanti, occorre diffondere la consapevolezza che esistono alternative a scelte drammatiche: le ragazze devono avere fiducia, devono chiedere aiuto e accettare aiuto, perché non sono sole dice a Vita la Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Filomena Albano. 
  • un’altra alternativa è la culla della vita che è una versione più moderna della ruota degli esposti in cui si lasciavano i bambini non voluti. Alla clinica Mangiagalli per esempio ce n’è una, che ha permesso di salvare la vita ad un bimbo abbandonato un anno fa praticamente in fasce.

Sarebbe però opportuno che ci fossero diverse culle in ogni quartiere di ogni città da nord a sud d’Italia: a dirlo è  Marco Griffini, Presidente di AiBi – Amici dei Bambini. “Se ci fosse stata una culla per la vita nel quartiere, la bambina sarebbe ancora viva. La giovane mamma avrebbe lasciato la neonata al riparo nella culla, si sarebbe allontanata in sicurezza senza il rischio di essere identificata. Si sarebbe salvata una vita“.

In Italia ne esistono circa 50, mentre a Trieste neanche una. Bisognerebbe fare maggiore informazione, ma soprattutto parlare con i propri ragazzi, perché a 16 anni non si possono non conoscere le conseguenze di un rapporto sessuale non protetto.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Noi vi lasciamo con l’incredibile storia di una neonata abbandonata in una cabina telefonica.

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